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La vergogna dei maltrattamenti dei disabili

Negli ultimi periodi sembrano essersi moltiplicati gli episodi dimaltrattamenti commessi da insegnanti, educatori e operatori nei confronti di persone disabili. E’ del tutto evidente che questi maltrattamenti sono vergognosi, non si può utilizzare un altro termine. Per la verità spesso si verificano anche maltrattamenti che colpiscono gli anziani ricoverati in istituto, altrettanto vergognosi.

Sul Redattore sociale è stato intervistato, su tale problema, Mario Paolini, pedagogista, musicoterapeuta, docente e formatore, che soprattutto si occupa di formare coloro che si prendono cura, o che si dovrebbero prendere cura, delle persone con disabilità.

E opportuno riportare alcune delle dichiarazioni rilasciate, nell’ambito di questa intervista, da Paolini.

“Ci sono alcune cose da fare perché resti invalicabile ciò che separa la violenza e il corretto agire anche nelle situazioni difficili; e per conoscere i fenomeni e migliorare la prevenzione serve parlarne.

Si è portati a pensare: ‘nella mia scuola/nella mia comunità queste cose non potrebbero mai accadere’, eppure esistono delle forme di violenza strisciante. Fra gli stessi operatori c’è consapevolezza del rischio di essere contagiati?

Credo che la consapevolezza ci sia, basta poco per farla emergere, ma allo stesso tempo è forte lo stupore per cose che si sentono lontane…

Forse si dovrebbe ricominciare a garantire delle buone supervisioni, dei percorsi di aggiornamento che stimolino le persone ad aver voglia di tenere accesa la passione verso il proprio lavoro, indagando le normali piccole cose quotidiane, perché violenza può essere uno sguardo, un tono di voce, un silenzio. E da soli è difficile accorgersi di essere andati oltre…

I servizi devono essere delle case di vetro senza porte o, comunque, con le porte aperte, permettendo a tutti di comprendere che sono più ‘interessanti’ le ragioni di un modello inclusivo rispetto a quelle dell’esclusione, della violenza, dell’abuso.

Non è il mondo dei sogni, anche se la cultura dell’inclusione resta una cultura di minoranza. Ma forse anche per questo è importante non isolarsi; non servono Don Chisciotte ma don Milani, straordinari sognatori entrambi, ma il secondo era più bravo a menare.

E poi uno dei diritti che dovremmo garantire alle persone fragili è quello all’autodeterminazione, significa poter scegliere, poter essere. E’ bello ma spaventa, è un’altra fune da sganciare affinché la nave vada per la sua rotta, non la mia; e noi dovremmo stare attenti a permettere a tutti la navigazione”.

Io condivido quanto sostenuto da Paolini. Ma è necessario, a mio avviso, fare anche altro.

Aumentare cioè i controlli sul comportamento degli operatori e degli educatori. Anche questo può essere utile per prevenire i maltrattamenti. Ed inoltre comminare pene severe a coloro che si rendono responsabili di tali maltrattamenti.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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