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La politica ci ha rinchiuso in un labirinto. Noi non vogliamo uscire

Esiste un occasione per dire propriamente come stanno le “cose”, e per capire i motivi per cui le “cose”, tutte le “cose” non funzionano, o forse è meglio sostenere che funzionano perfettamente? La politica è come le strade, non sono “sporche” per natura, siamo noi a sporcarle.

Bene. Proviamo a capire le attuali dinamiche con cui avviene il funzionamento della politica, della quale non facciamo altro che lamentarci, però per finta. La politica, quella brutta, composta da due parti, il personale della politica e i cittadini, non ha oggi lo scopo di guardare agli interessi della collettività, ma soltanto a quelli della propria parte politica. Per cui il più potente ed i suoi si prendono tutto. Questo percorso, ci fa ricordare il labirinto che Re Minosse fece costruire per evitare che il Minotauro, un essere mostruoso e feroce, metà uomo e metà toro, trovasse una via di uscita.

Ecco noi siamo proprio all’interno di questa “rete di tortuosità sorprendenti, apparentemente senza scopo”, dove ci hanno rinchiuso. Ci troviamo intrappolati in questo groviglio, però rispetto a Dedalo, non solo non riusciamo a venirne fuori, ma proprio non vogliamo uscirne, ci stiamo bene. Siamo prigionieri del nostro labirinto. Ognuno ha il suo, ed ognuno di noi si trova in un punto di un cerchio, in una serie di cerchi concentrici. Ognuno di noi, sulla base delle proprie capacità o in alternativa della “raccomandata”, si trova nel proprio punto. La politica, sempre quella brutta, con il bene placido dei cittadini, piazza suoi uomini ovunque, a loro volta gli uomini e le donne “piazzati” ne “piazzano” degli altri anch’essi necessari al fine ultimo, che è quello di mantenere il potere.

Il ruolo del cittadino è quello di tentare di entrare in uno di questi cerchi, con l’ambizione di “accaparrarsi” un punto di un cerchio quanto più vicino a quello centrale. Infatti più ci si trova vicino al centro, maggiore è la ricompensa. Esistono tanti cerchi concentrici, ognuno dei quali fa riferimento agli esponenti della politica, e spesso esistono interscambi tra queste “costellazioni”. Questo accade in tutti i partiti, mettiamoci un quasi, e con tutti gli uomini della politica, anche qui ci mettiamo un quasi. Il modo in cui oggi è strutturata la cattiva politica, è proprio così: un politico di riferimento e attorno a lui tanti cerchi concentrici di potere. Per cui, si costituisce la società denominata “Ixxi”, su mera indicazione degli uomini della politica; a capo della “Ixxi”, spesso va un “trombato della politica”, un nome altisonante; questo si sceglie i collaboratori della sua area, “i professionisti”, ma nella maggioranza dei casi si tratta di gente incapace. Questi ultimi per raggiungere lo scopo si servono di altri uomini e donne definibili “manovalanza”, alcuni a tempo determinato altri indeterminato.

Tutte queste persone, chiaramente, difendono il sistema di cui sono partecipi, almeno fino a quando sono all’interno. Se per un motivo o per l’altro si esce fuori da questo sistema si passa all’antipolitica, nell’attesa di entrare in un altra società, con il medesimo funzionamento, magari in un cerchio più vicino al centro. Questi cerchi per poter funzionare si servono di soldi pubblici, cioè delle tasse, come un cane che si morde la coda, come un labirinto da cui non riusciamo ad uscire. Poi magari ci si scandalizza quando qualcuno “ruba” o “truffa”, dimenticando che questo cattivo sistema è proprio basato sulla truffa. Chiedere un favore ad un politico è truffa, alla pari di quella commessa dal politico nel concederlo.

Essendo queste delle azioni non logiche, successivamente cerchiamo di giustificarle, sostenendo che il nostro grado di truffa è di categoria inferiore, quasi una “non truffa”, come a volerci pulire la coscienza. La differenza tra gli uomini, nel senso di genere umano, nel senso di uomini, donne e quant’altro, è data dal cerchio nel quale ognuno di noi si trova ed in quale punto di esso: più si è distanti dal centrale, minore è la gradazione della “truffa”, e viceversa. Il resto sono chiacchiere, un gioco, il gioco della vita, ognuno recita il suo, capace di ergere i suoi comportamenti al massimo livello etico o morale. Ma fingiamo. Occorre proprio distruggere questo sistema dalle sue fondamenta, un sistema all’interno del quale ci siamo tutti. La soluzione può sembrare difficile invece è banale: ritornare agli ideali, credere che un mondo migliore è possibile. Chi ci crede deve fare un passo avanti, non indietro. Tiriamoci fuori dal labirinto. 

Questo articolo è stato pubblicato qui

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