La corsa all’oro per i villaggi-residence di Sigonella in aree protette

Ancora qualche mese e la marina militare statunitense abbandonerà definitivamente il “Residence degli aranci” di Mineo (Catania), il complesso di 25 ettari e 404 villette occupato dal personale in forza alla base di Sigonella da circa dieci anni. <<È una struttura sovradimensionata per le nostre reali necessità abitative ed è pure prevista per il futuro la riduzione del numero dei militari e dei loro familiari a Sigonella>>, spiegano al Comando di quella che è la principale base aeronavale USA in tutto il Mediterraneo. Una giustificazione che non convince per nulla gli esponenti della Campagna per la smilitarizzazione di Sigonella, che ipotizzano invece ben altri e più preoccupanti scenari. <<Gli unici tagli ufficiali sono quelli relativi al personale civile statunitense e italiano che opera all’interno dell’infrastruttura militare. E si tratta comunque di numeri irrilevanti, appena 44 unità per gli americani>>, dichiara il portavoce della Campagna, Alfonso Di Stefano. <<Siamo invece di fronte ad un’inarrestabile espansione delle funzioni strategiche ed operative di Sigonella e delle altre basi USA in Sicilia che inevitabilmente darà nuovo impulso alla crescita del numero dei militari. Dalla lettura delle schede allegate al piano finanziario 2007 dei Military Construction and Family Housing Programs, emerge che entro la fine del 2012 il personale dell’US Navy raggiungerà a Sigonella le 4.327 unità, contro le 4.097 esistenti il 30 settembre 2005. C’è poi da aggiungere il centinaio di operatori, tra militari dell’US Air Force e tecnici della società contractor, giunti in Sicilia per il funzionamento dei Global Hawk, gli aerei senza pilota destinati alle operazioni di guerra in Africa e Medio oriente. Il ministro della difesa
I conti non tornano, dunque. Sigonella crescerà ancora di più e così, prevedibilmente, crescerà il bisogno di alloggi. In realtà il ritiro annunciato da Mineo appare più una fuga verso lidi migliori, verso aree più gradevoli dal punto di vista paesaggistico e naturale e meno distanti dallo scalo aeroportuale. Riparte così nelle province di Catania e Siracusa la corsa all’oro americano, con amministratori locali, imprenditori e consorterie lobbistiche a farsi la guerra per convincere l’US Navy ad insediare villaggi e residence a “casa loro”. Secondo quanto emerso tre anni fa, più di una decina di progetti sarebbero stati approvati dai consigli comunali di Belpasso, Mascalcia, Motta Sant’Anastasia, Lentini, Ramacca, ecc. per insediare complessi “chiusi ad uso collettivo” per i militari di Sigonella. <<Si tratta spesso di mere operazioni speculative che sottraggono pregevoli aree agricole alle loro funzioni produttive e occupazionali>>, spiegano gli attivisti della Campagna per la smilitarizzazione. <<Per gli amministratori l’importante è non farsi trovare impreparati quando uscirà il “bando” per gli alloggi da dare in leasing ai militari della grande base a stelle e strisce. L’iter è sempre lo stesso: una società privata fa la proposta al Comune per cambiare la destinazione d’uso dei terreni; il Consiglio vota la variante in tempi record; l’Assessorato regionale approva in via definitiva. Dietro il paravento dei residence per i militari si creano vere e proprie corsie preferenziali che bypassano piani regolatori e legittimano improponibili cubature. Male che va nuovi e vecchi cavalieri si ritroveranno in mano fondi ed immobili che hanno quintuplicato il loro valore senza sforzo alcuno>>.
In pole position nella gara per accaparrarsi dollari e affitti c’è sicuramente Motta Sant’Anastasia, comune di 11mila abitanti ai piedi dell’Etna. <<Da anni siamo in ottimi rapporti con i vertici di US Navy>>, commentava qualche tempo fa l’allora sindaco Nino Santagati. <<A Motta vivono già 750 americani, perfettamente integrati con i nostri concittadini. Tanto è vero che da tempo abbiamo identificato non una, ma cinque aree dove potrà sorgere il nuovo villaggio per Sigonella>>. Nel 1999, in meno di un mese, il consiglio comunale ha approvato tre progetti di variante, destinando le aree agricole a “residenze temporanee” per i militari. Complessivamente è stata offerta all’US Navy una superficie di 329.063 metri quadri, con <<una densità territoriale di 85 abitante per ettaro e una dotazione di 100 metri cubi pro-capite>> che, conti alla mano, fa 2.805 possibili residenti e 280.500 metri cubi di cemento. Alla Regione nessuno ha avuto nulla da ridire, anzi, tutte e tre le varianti sono state particolarmente apprezzate perché - come si legge nei decreti di approvazione (anno 2001) - <<la vicinanza del territorio comunale di Motta Sant’Anastasia a Sigonella attribuisce allo stesso una spiccata attitudine ad accogliere strutture organizzate e servizi da destinare al personale della base>>.
Il primo dei progetti è stato avanzato dalla Società Holding Investment e riguarda un’area di 16,4 ettari di contrada Policara, in prossimità del torrente San Nicola. Il secondo, su richiesta della ditta Scuderi Giovanni, interessa 4,7 ettari di contrada Mustazzo. Il terzo progetto, 11,8 ettari in contrada Ramusa, vede la firma dell’impresa di costruzioni La.Ra. di Motta Sant’Anastasia, società posta sotto amministrazione controllata nel dicembre 1997 dal Tribunale di Catania e definitivamente confiscata nell’ottobre 2000 perché appartenuta a personaggi legati al clan di Benedetto “Nitto” Santapaola, ras mafioso della Sicilia orientale. Negli anni ’90
Il programma più ambizioso d’insediamento di un villaggio per l’US Navy è tuttavia quello approvato a Lentini nell’aprile 2006 dall’allora giunta di centrosinistra. Esso prevede <<mille casette a schiera unifamiliari con annesso verde privato e parcheggi, un residence per la sistemazione temporanea per i militari in attesa dell’alloggio definitivo, attrezzature per l’istruzione, lo svago e il terziario, impianti sportivi>> al posto dei floridi agrumeti delle contrade Xirumi, Cappellina e Tirirò, nelle vicinanze del Biviere di Lentini, Sito di Interesse Comunitario (Sic) e Zona di Protezione Speciale (ZPS) della Provincia Regionale di Siracusa. Stando al progetto, in un’area complessiva di 91,49 ettari dovrebbero sorgere costruzioni per un volume di 670.000 metri cubi, capaci di ospitare sino a 6.800 cittadini statunitensi. A presentare il piano ci ha pensato stavolta
Principale azionista della Scirumi Srl è l’Impresa Costruzioni Maltauro di Vicenza, altra grande contractor delle forze armate USA in Italia.
Tra i soci della società Scirumi per il residence di Lentini compare inoltre
A rendere alle forze armate USA particolarmente gradita l’ipotesi Lentini, la facile accessibilità dell’area alle strade statali 417 Catania-Gela e 385 Catania-Caltagirone, la vicinanza alla base di Sigonella (12 km) e soprattutto lo straordinario scenario naturale del luogo. Il Comune di Lentini in sede di approvazione della variante al Prg ha inoltre prescritto che in sede di convenzione tra il Governo USA e la società proponente vengano realizzate <<opere che rendano facilmente fruibile>> il lago di Lentini. Ovvia previsione un’altra colata di cemento, con complessi alberghieri, campi da golf e porticcioli ad uso semi-esclusivo delle forze armate USA.
<<Tutta l’operazione “Scirumi” è stata viziata dall’inizio da una serie di errori, di violazioni e di omissioni che duramente configgono con la moralità, la trasparenza e le leggi>>, hanno denunciato il Centro Studi Territoriali Ddisa, I Verdi di Lentini e
Lasciare un commento
Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina
Se non sei registrato puoi farlo qui
Sostieni la Fondazione AgoraVox