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La bufala delle donne islamiche incatenate

Ragazze musulmane incatenate e portate a conoscere i loro mariti. "Il Council of Islamic Ideology (CII) che si è concluso giovedì ha una nuova regola: le donne sono in sé anti-islamiche e con la loro mera esistenza contraddicono la sharia e la volontà di Allah. L’affermazione è del portaparola del CII, Maulana Muhammad Khan Shirani, che ha aggiunto che le donne ‘semplicemente esistendo, sfidano le leggi della natura. Per proteggere l’Islam e la sharia bisogna bloccarne l’esistenza il prima possibile’".

Da qualche giorno questa foto, accompagnata da questa didascalia e dalla frase, fuori dal virgolettato: Women who express their own will (most especially non-Muslim women) will be the first targeted for extermination [Le donne che esprimono la loro volontà (soprattutto le donne non islamiche) saranno le prime ad essere sterminate]. 

La foto viene dal gruppo Facebook Britain First, una pagina che si definisce un “partito politico patriottico e un'organizzazione di difesa di strada”. In fondo alla foto il link a un pezzo del Pakistan Today, quotidiano fondato nel 2010 dal giornalista Arif Nizami

Ma leggendo l’articolo la storia si fa ancora più interessante. Il pezzo, scritto dallo “Sharia Correspondent" ("corrispondente dalla Sharia") del giornale, prosegue spiegando che per Maulana Muhammad Khan Shirani c’è un modo per controllare la situazione, che si attiene alla legge islamica

Ci sono infatti due tipi di donne, quelle haram e quelle makrooh. Se haram è qualcosa di opposto a halal, quindi vietato e impuro, makrooh è invece una nuance che nella legge islamica significa - all’incirca, un esperto lo potrebbe spiegare meglio - “indesiderabile”, ma non riprovevole. Insomma, fa un po' schifo, ma passa. 

Per l’imam le donne che esercitano la loro libertà (“their twill”) sono haram e cospirano contro la Ummah (la comunità musulmama) e contro l’Islam. Solo rendendole servili possono essere makrooh, e quindi essere accettate dalla legge. L’articolo continua poi scagliandosi contro il femminismo e l’uguaglianza di genere e termina così: il CII consiglia al governo di togliere alle donne il diritto di respirare, citando sempre Shirani.

"Per una donna, il diritto di respirare dipende dal marito o dal guardiano maschio; a nessuna donna, per nessun motivo, dovrebbe essere permesso di decidere se può respirare o no”. 

La foto, al momento, è stata condivisa 66mila volte e sta continuando a girare. 

Se Pakistan Today è effettivamente un giornale, viene fuori però che questi mattacchioni dei pakistani hanno anche tanto senso dell’umorismo. La rubrica nella quale viene pubblicato il pezzo dello “Sharia Correspondent” si chiama Khabaristan Today - Telling it like it almost never is (“Notizie che non sono quasi mai vere”). Insomma, una specie di Lercio in chiave mediorientale, specializzato in satira sulla religione islamica. Detto in altre parole, la notizia non è vera. 

Tra gli articoli della rubrica troviamo “Muslim protestors present themselves as evidence against evolution on Darwin Day" ("Contestatori musulmani presentano se stessi come prova contro l’evoluzione durante il Darwin Day"), o ancora "Pakistan finally grants India My Fickle Neighbour (MFN) status" ("Il Pakistan ottiene finalmente il titolo di Amico Capriccioso dell’India"), oppure "Second-hand telephone answering machine named Pakistan’s ambassador to Saudi Arabia" ("La segreteria telefonica di un telefono di seconda mano viene nominata ambasciatore del Pakistan in Arabia Saudita"). E, da non perdere “Santa Claus arrested for blasphemy in Sargodha" ("Babbo Natale arrestato per blasfemia in Sargodha"). 

Il The Council of Islamic Ideology pare esistere davvero (Wikipedia e sito) così come Maulana Muhammad Khan Shirani. 

Questo articolo è stato pubblicato qui

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