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La bara di Richard Laymon

Larry è uno scrittore, discretamente famoso, di romanzi horror. Con la moglie Jane e gli amici di sempre Pete e Barbara fanno una bella gita nel deserto, fino ad una città abbandonata. Qui decidono di entrare in un albergo, chiuso con un lucchetto, e per caso scoprono sotto la scala una bara che conserva una mummia di una donna con un paletto piantato nel cuore. Un vampiro?

Da qui parte La bara, romanzo davvero sorprendente di Richard Laymon. Dallo spunto iniziale si dirama poi la storia che viaggia su due vicende principali.

Larry, spinto da Pete, decide di scrivere un libro sul loro ritrovamente, la storia vera di quello che accade, perché ovviamente la faccenda si complica. Chi è quella donna impalata? Ma soprattutto, cosa succede se toglieranno il paletto? Il vampiro tornerà in vita assetato di sangue? I due ne combinano parecchie, si portano a casa il cadavere, indagano, tornano sul luogo del delitto, finiscono per scoprire l’identità della donna e la sua storia. E scoprono anche chi le ha infilato quel paletto nel cuore. L’unica cosa su cui esitano ancora è proprio sull’estrarre il legno.

Anche perché nel frattempo il libro si scrive quasi da solo, in nottate di estasi di Larry.

La storia parallela è quella della figlia dello scrittore, Lane, che si sta pian piano innamorando del suo professore di inglese e gioca quasi a stuzzicarlo. Le due vicende finiranno inevitabilmente per intrecciarsi.

Richard sciorina un libro sorprendente per la varietà con cui è gestito. Cambiano stili e atmosfere. Si comincia in realtà in sordina e per un po’ ti convinci qusi che oltre all’idea di partenza ci sia poco. Invece poi la narrazione cresce, esplode, si riempie di fatti ma soprattutto di sensazioni, di emozioni.

Cambiano i toni. Ci sono azione, mistero, sensualità (parecchia sensualità e mica solo legata all’ipotetico vampiro), dubbi, paure, rapporti tra le persone, rapporti tra i singoli e le proprie menti. E ancora il soprannaturale, che però mai ci viene chiaramente detto se è vero soprannaturale o nasce solo dalle menti affaticate dei protagonisti.

Se vi capita di imbattervi nel libro, magari come è capitato a me su una bancarella (a proposito, grazie Cristiana Astori per il consiglio) approfittatene.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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