La Rai: share o servizio pubblico?
I media si sono occupati in questi giorni di confrontare lo share Rai con quello di Mediaset. Dopo aver parlato di flop dei programmi della Rai che avrebbero sostituito quelli dei fuoriusciti ci si è concentrati sulla lezione di giornalismo che ha fornito il direttore di Report, Ranucci, durante l'audizione in sede di commissione di vigilanza in Parlamento e della figuraccia che avrebbe fatto il senatore Maurizio Gasparri, ci si è concentrati su share dei singoli programmi andati in onda la sera di giorno otto novembre.
A seconda di che cosa si prende in esame c'è chi parla di successo della Rai e chi di flop. Durante la audizione in Parlamento da diversi membri è stato chiesto a Corsini, dirigente Rai, se il criterio principale sia lo share. La risposta è stata che non è l'unico. Ma che lo share è alto e che la trasmissione Report ha ricevuto riconoscimenti giornalistici. Interessante l'intervista rilasciata dall'amministratore delegato della concorrenza Piersilvio Berlusconi. In sintesi: La Rai ritorni a fare servizio pubblico. E aggiungiamo noi: i due terzi del bilancio sono coperti dal canone. Certo ha anche bisogno di pubblicità, ma se provasse ad occuparsi in modo imparziale dei temi che sono più importanti per il pubblico probabilmente anche lo share arriverebbe. Per esempio: il.mondo del lavoro dovrebbe essere fatto conoscere in tutta la sua molteplicità e non solo in occasione delle rivendicazioni sindacali. Negli anni Sessanta si faceva didattica a distanza per insegnare a leggere e scrivere. Non si potrebbero fare corsi per superare i concorsi o per imparare un mestiere o per fare apprendere l'italiano ai tanti stranieri che arrivano? Il mondo della scuola dovrebbe essere fatto conoscere in tutti i suoi aspetti, la molteplicità di offerta didattica, i programmi delle materie, la didattica, il ruolo dei genitori e non solo in occasioni sporadiche quando avviene qualche fatto di cronaca.
Il mondo dell'abitazione dovrebbe essere esplorato in tutti i risvolti: condominiali, necessità di interventi anche onerosi, arredamento, aspetti fiscali, affitti, problematiche di quartiere. E non solo nel.mondo cittadino, ma anche in quello dei piccoli comuni, che sono migliaia. di quelli montani, delle tante isole. Il mondo dello svago non è solo quello delle discoteche e degli spinelli. Ci sono associazioni che si dedicano agli scacchi, alla vela, alle bocce, al ballo, a corsi di cucina, escursioni, offerte culturali. Il mondo degli abiti non è solo quello della sfilata di moda delle grandi maison e delle influencer.
Esistono trasmissioni su come si realizzano gli abiti e su come ci sono ancora persone che se li fanno in casa.? In compenso alcuni temi ci sembrano ben coperti: la salute per esempio o le mete turistiche. I nostri mari o il settore agroalimentare o quello della ristorazione.. Non sappiamo a che cosa si riferisse Piersilvio Berlusconi ma abbiamo provato a fare qualche esempio.
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