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La Grecia pensa di tagliare gli stipendi anche ai preti

In Grecia la proposta era già stata avanzata nel 2011, oggi i rappresentanti della troika ripresentano la stessa mozione che prevede un taglio agli stipendi di oltre 9500 sacerdoti greco-ortodossi operanti in tutto il Paese, per ridimensionare la spesa pubblica che ogni anno, per gli uomini di chiesa, prevede circa 200 milioni di euro tolti dalle casse dello Stato.

L’operazione rientrerebbe in un ridimensionamento generale della spesa pubblica che prevede anche il licenziamento di decine di migliaia di lavoratori statali.

La notizia, riportata dal quotidiano Parapolitika, desta non poche preoccupazioni soprattutto perché una possibile riduzione del contributo statale comporterebbe o un aumento della quota di partecipazione della Chiesa o licenziamenti.

Certo è che in tempo di crisi anche quest’opzione non è da escludere; fortuna che in Italia non possa essere applicata, altrimenti chissà quale sarebbe stata la reazione della Chiesa e del Vaticano. Nel nostro paese infatti lo stipendio dei sacerdoti, proviene da diversi “fonti” quali l’Istituto diocesano sostentamento del clero (Idsc), l’aiuto delle offerte dei fedeli per i sacerdoti e dall’Otto per mille.

Così facendo lo stipendio per un prete appena uscito dal seminario si attesta intorno ai 900 euro, mentre un vescovo, teoricamente, arriva a percepire fino a (massimo) 1800 euro al mese

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