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La Corte d’appello di Perugia chiude definitivamente la vicenda Coppoli

«Siamo molto soddisfatti che finalmente sia stata messa la parola fine all’annosa vicenda che ha visto protagonista il professor Franco Coppoli: l’odierna sentenza della Corte di appello di Perugia chiude definitivamente la faccenda assolvendolo pienamente e annullando la sanzione comminatagli (30 giorni di sospensione) per una supposta offesa, verbalizzata durante un acceso confronto in collegio docenti, contro il dirigente scolastico, all’epoca della diatriba sul crocifisso in aula che lo ha reso noto alle cronache».

È il commento di Adele Orioli, responsabile iniziative legali dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar) alla sentenza depositata oggi dalla Corte di appello di Perugia.

«Tutto ha inizio nel 2009 – spiega Orioli – quando Franco Coppoli, professore di un istituto superiore di Terni, viene sospeso dall’insegnamento e dallo stipendio per trenta giorni: una sanzione tanto inusuale quanto pesantissima, tale da far pensare a chissà quali misfatti. Il reato, o meglio è il caso di dire, il peccato del professore? Rimuovere il crocifisso da sopra alla sua testa (o coprirlo, da quando il simbolo venne misteriosamente da mani ignote bullonato alla parete) durante le sue lezioni per riappenderlo (scoprirlo) prima di uscire dall’aula».

«Quell’aspetto della vicenda si è felicemente concluso con la sentenza della Corte di Cassazione che nel 2021 si è pronunciata sull’esposizione del crocifisso nelle aule annullando il provvedimento disciplinare nei suoi confronti: storica pronuncia che decreta quello che come Uaar da sempre sosteniamo, e cioè la violazione su tutti del diritto umano fondamentale di libertà di coscienza ovunque vi sia una imposizione fideistica all’interno di un luogo istituzionale di uno Stato che si definisce laico e democratico»

La sentenza di oggi chiude anche tale questioni “laterale”, riconoscendo che il provvedimento sospensivo comminatogli non trova ragion d’essere in quello che si configurava come un diverbio in un contesto più ampio.

«Finalmente si chiude il caso del prof. Coppoli, cui l’Uaar ha prestato sostegno ininterrotto nei vari gradi di giudizio, e che potrà così archiviare questa triste vicenda».

Comunicato stampa

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