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La Chiesa cattolica perde 200 milioni dell’8×1000

La cifra totale scende per la prima volta sotto il miliardo di euro e arriva a 910 milioni

 

È arrivata una nuova batosta per la Chiesa cattolica che negli ultimi due anni ha incassato 200 milioni di euro in meno dall’8×1000. È stata infatti l’Assemblea dei vescovi a informare che quest’anno le risorse erogate dal Ministero delle Finanze si sono ridotte ulteriormente, scendendo a 910 milioni e 266 mila euro, dal miliardo e 111 milioni nel 2022 e dal miliardo e 3 milioni della ripartizione 2023. Una tendenza che negli ultimi anni ha visto sempre meno italiani firmare sulla propria dichiarazione dei redditi in favore della Chiesa.

Nel 2023 i cardinali avevano dato la colpa della diminuzione di 100 milioni del contributo per la loro organizzazione alla corrispondente diminuzione del gettito Irpef, ma questo risulterebbe falso a leggere i dati sul sito del Dipartimento delle Finanze. Sembra infatti inarrestabile la disaffezione per la Chiesa cattolica sia in termini di firme sia in termini di fondi sottratti alla fiscalità generale.

«Esprimiamo soddisfazione per questi risultati – dichiara Roberto Grendene, segretario dell’Uaar – passi avanti per la laicità del nostro Paese che l’Uaar sostiene con la campagna Occhiopermille. È inaccettabile invece il comportamento del Governo, che persevera nel passare in anticipo e in via esclusiva i dati ai vescovi. Lo scorso anno abbiamo scoperto che avevano raccontato una bugia, facendo credere che i 100 milioni in meno fossero dovuti alla diminuzione del gettito Irpef, quando invece il merito andava attribuito ai contribuenti, le cui firme per la Chiesa sono state 205 mila in meno, mentre lo Stato ne aveva ottenute 84 mila in più».

Un ulteriore segnale che il perverso sistema per favorire la Chiesa, di cui Giulio Tremonti rivendica la paternità, sia sempre più inviso ai cittadini.

«Non possiamo che restare in attesa dei dati dettagliati – commenta Adele Orioli, responsabile delle iniziative legali dell’Uaar – quando il Governo avrà la compiacenza di renderli pubblici. Rimanendo a quelli annunciati dalla Cei, evidenziamo la vergognosa discrepanza tra le milionarie pubblicità diffuse su tutti i mezzi di informazione e l’impiego che la Cei fa dei fondi pubblici su cui mette le mani. La Cei ha infatti annunciato di destinare 246 milioni di euro alle esigenze di culto (tutela dei beni e nuova edilizia), 40 milioni per sostenere la catechesi e l’educazione, 9 milioni per l’andamento dei tribunali ecclesiastici regionali, 275 milioni per gli interventi caritativi e 389 milioni (la voce più pesante) per sostenere il clero».

Nel 2022 è emerso che la Diocesi di Piazza Armerina in provincia di Enna aveva utilizzato i fondi dell’8×1000 anche per difendere un prete abusatore recentemente condannato a 4 anni e mezzo. L’Uaar è impegnata per l’abolizione o la revisione totale dell’8×1000 e da tempo invita i contribuenti a mettere nero su bianco tutte le scelte che è possibile effettuare nella scheda della dichiarazione dei redditi.

Comunicato stampa

Approfondimenti

 

 

 

 

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