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L’islamizzazione della Gran Bretagna: cresce il numero delle conversioni

 

In Gran Bretagna i dati anagrafici non registrano se la religione del cittadino gli appartiene dalla nascita o è l’esito d’una conversione: è quindi difficile valutare il numero delle conversioni. Se ne occupa un’inchiesta del giornale The Indipendent.

Finora si stimava che il numero dei convertiti all’islam si situasse tra 14000 e 25000. Un nuovo studio di un istituto specializzato alza la stima a 100 mila, con 5000 conversioni all’anno su tutto il paese. A questa stima s’è giunti unendo ricerche sul campo ai dati già raccolti e confrontandoli coi risultati di analoghi studi francesi e tedeschi. Il direttore dell’istituto, Fiyaz Mughal, conclude però che certamente il numero di conversioni all’Islam in Gran Bretagna è fortemente cresciuto nell’ultimo decennio.

Si tratta comunque di cifre sorprendenti, data la cattiva stampa di cui è oggetto l’Islam, in seguito alla diffusione del suo ramo più violento.

Rispondendo alla domanda perché si abbiano tante conversioni, Fiyaz Mughal ricorda la crescita d’importanza dell’Islam nella sfera pubblica e l’interesse e la curiosità per l’Islam che ne conseguono: tanti abbandonano la ricerca ma alcuni finiscono con l’appassionarsi e convertirsi.

Il fondatore d’un gruppo per l’integrazione musulmana nella società britannica, notando che i convertiti all’Islam sarebbero 1 ogni 600 cittadini britannici, rileva che quella musulmana è una religione missionaria e che particolarmente nelle università operano società islamiche attive nel demolire i pregiudizi diffusi sulla loro fede.

Un aspetto interessante del fenomeno è la rappresentazione che dei convertiti dà la pubblicistica: appare fortemente cresciuta la percentuale di articoli legati all’estremismo. In alcuni gruppi sociali i convertiti suscitano ostilità essendo percepiti come transfughi, ma il sentimento più diffuso è di curiosità.

La conversione all’Islam è favorita dalla facilità con cui avviene: basta recitare con convinzione la dichiarazione di fede, la Shahada.

L’articolo dell’Independent presenta sei casi personali, con esperienze diversissime: si va dalla giovane disegnatrice di moda alla maestra di danza e alla matura madre di famiglia, e si presentano i casi di tre uomini che si sono confrontati con pratiche di islam diversissime. Se qualcosa sembra unire le loro esperienze, è l’insoddisfazione per la vacuità della loro vita prima della conversione, anche se l’adesione alla nuova religione sembra per lo più essenzialmente un fatto di costume e di ricerca di pace interiore, anziché di convinzione spirituale o filosofica.

Ermanno Morgari

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