• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Religione > L’eterno fascino dell’astrologia

L’eterno fascino dell’astrologia

L’astrologia ha ancora un certo seguito, nonostante il suo carattere superstizioso e pseudoscientifico. Il divulgatore Silvano Fuso ci aiuta a capire perché sul numero 2/2024 di Nessun Dogma

Il 13 e il 14 gennaio 2024 si è svolto a Parma un festival nazionale di astrologia, alla sua quinta edizione. Evitiamo di nominarlo per non fare pubblicità gratuita. Ci limitiamo a elencare i contenuti che il festival ha offerto ai visitatori: previsioni astrologiche, letture di tarocchi e di angel cards personalizzate, consulenze individuali di numerologia, costellazioni familiari, regressione ipnotica, osteopatia biodinamica, disegno onirico, medicine naturali, massaggi, riflessologia, fiori di Bach, medianità, channeling, mercatino di prodotti artigianali di qualità (manufatti pregiati, cristalli, amuleti, oggetti originali ispirati agli argomenti del festival), incontri, conferenze e seminari gratuiti per approfondire, conoscere, imparare, eccetera. Dopo il festival, inoltre, è stato possibile farsi calcolare e disegnare gratuitamente la propria carta natale dagli allievi della scuola di astrologia.

Il tutto è stato ospitato all’interno del Teatro al Parco, presso il Parco ducale, di proprietà del Comune di Parma, che, secondo il relativo sito, rappresenta «uno spazio aperto alla domanda di produzione e fruizione culturale della città e del territorio» [1].

Quello di Parma è solo uno dei tanti esempi che mostrano come l’astrologia, disciplina vecchia di millenni, goda ancora di notevole popolarità anche ai giorni nostri. La cosa può destare qualche perplessità poiché i progressi della scienza e della razionalità hanno oramai mostrato la sua totale infondatezza.

L’astrologia infatti, è quasi banale dirlo, è una semplice superstizione, priva di qualsiasi fondamento. Storicamente, per molti secoli, l’astrologia e l’astronomia hanno coinciso e a entrambe si sono dedicati serissimi studiosi [2]. Tanto per citarne qualcuno, ricordiamo Tolomeo, Avicenna, Girolamo Cardano, Tommaso Campanella e Giovanni Keplero.

Quest’ultimo, tuttavia, chiamava l’astrologia «piccola figlia sciocca», ma al tempo stesso, molto pragmaticamente, doveva ammettere che la «saggia ma molto povera madre», ovvero l’astronomia, non avrebbe avuto di che sostentarsi senza la figlia. Ricordiamo poi che persino Galileo, quando era professore a Padova, dal 1592 al 1610, insegnava anche astrologia e compilò diversi oroscopi per arrotondare lo stipendio.

Con la rivoluzione scientifica galileiana iniziò tuttavia un lento declino dell’astrologia. A ciò contribuirono sicuramente le scoperte, soprattutto astronomiche, che la nuova mentalità scientifica consentiva di realizzare. L’esplorazione geografica dell’emisfero australe, ad esempio, consentì di scoprire nuove costellazioni, da sempre ignorate dagli astrologi. Un duro colpo all’astrologia fu inferto anche dalla chiesa cattolica che, a partire dal 1586, condannò senza appello l’astrologia divinatoria, iscrivendo nell’Indice dei libri proibiti i trattati di tale disciplina.

Al di là delle censure, tuttavia, stava cambiando la mentalità. Il fascino della connessione tra microcosmo e macrocosmo che aveva caratterizzato la magia naturale rinascimentale, all’interno della quale anche l’astrologia trovava la sua ragione di essere, cedeva il passo alla scienza sperimentale che doveva basarsi su solide evidenze. Con l’illuminismo poi l’astrologia venne sempre più relegata nell’ambito delle false credenze e delle superstizioni.

Per contro l’astronomia proseguì il suo cammino di scienza rigorosa, perfettamente integrata con le altre discipline, e andò incontro a uno straordinario progresso. Come tutte le pseudoscienze, l’astrologia rimase invece del tutto insensibile ai progressi delle altre scienze (a cominciare dalla stessa astronomia) conservandosi uguale a sé stessa per oltre due millenni, senza subire alcuna evoluzione.

Se il pensiero moderno ha mostrato la totale infondatezza dei principi dell’astrologia, non è riuscito tuttavia a eliminarla. In particolare, nel novecento alcuni autori si interessarono seriamente di astrologia. Uno degli esempi più noti è quello di Carl Gustav Jung (1875-1961) che, nell’ambito delle sue teorie sugli archetipi, credette di individuare nell’astrologia «la somma di tutta la conoscenza psicologica dell’antichità».

Secondo i dati forniti nel 2014 dalla National Science Foundation, il 30% dei laureati o diplomati negli Usa considerano l’astrologia una disciplina scientifica, mentre nella popolazione normale questa percentuale sale al 45%. È inoltre emerso che l’astrologia è particolarmente popolare tra i cosiddetti millennial e la generazione Z [3]. Popolarità dovuta anche all’integrazione tra astrologia e nuovi strumenti digitali che favoriscono l’accesso a servizi di oroscopi offerti dal web [4]. Si prevede infine un sensibile incremento del mercato legato all’astrologia (e in generale a quelli che chiamano psychic services) nei prossimi anni [5].

Al di là dell’interesse popolare, alcuni astrologi hanno avuto un’influenza pesante anche su importanti personalità della politica. Per citarne una tra tutti, Joan Ceciel Quigley (1927-2014) ebbe un peso non indifferente nell’influenzare le scelte politiche del presidente degli Usa Ronald Reagan (1911-2004).

La Quigley influenzò persino il vertice internazionale, che si tenne a Reykjavík l’11 e il 12 ottobre 1986, e che aveva lo scopo di raggiungere un accordo sulla riduzione della produzione di missili con testata nucleare a media o lunga gittata. Il summit aveva come protagonisti l’allora segretario generale del partito comunista dell’Unione Sovietica Michail Gorbačëv (1931-2022) e, appunto, Reagan.

Dal summit dipendeva il futuro del mondo intero e le decisioni di Reagan dipesero molto dai consigli della sua astrologa di fiducia. Prima di Reagan, anche altri due presidenti degli Stati Uniti, Theodore Roosevelt (1858-1919) e Franklin Delano Roosevelt (1882-1945) furono appassionati di astrologia. E lo sono stati anche molti altri politici di tutto il mondo, spesso insospettabili, quali il presidente della Repubblica italiana Sandro Pertini (1896-1990).

Purtroppo in molti cedono al fascino arcano dell’astrologia. Per usare le parole di Theodor Adorno (1903-1969), l’astrologia «cerca di soddisfare i desideri di persone profondamente convinte che altri (o qualche entità sconosciuta) sappiano su di loro e su ciò che esse devono fare più di quanto non siano in grado di decidere da sé» [6].

Questo accade, come dicevamo, nonostante l’astrologia sia una semplice superstizione. Che essa non abbia fondamento è infatti oramai dimostrato da numerosi studi ed è inoltre incompatibile con ciò che la scienza ci ha consentito di scoprire.

Il più evidente motivo di incompatibilità tra scienza e astrologia è il modello di universo al quale quest’ultima continua ancora oggi a fare riferimento: quello tolemaico. La Terra viene ancora oggi considerata un punto privilegiato dell’universo, attorno al quale ruotano gli altri corpi celesti e sul quale esercitano la loro influenza. L’astronomia moderna ha ampiamente dimostrato che la Terra non occupa alcuna posizione privilegiata: essa è un pianeta qualsiasi in una posizione qualunque.

La Terra ruota intorno al Sole, insieme ad altri pianeti e quello solare è solamente uno dei tanti sistemi stellari esistenti. Le concezioni astrologiche sono legate a una concezione antropocentrica che vedeva l’uomo e la Terra al centro del creato. Inoltre l’astrologia non ha tenuto minimamente conto degli straordinari progressi che le conoscenze astronomiche (e scientifiche in generale) hanno subito nel corso del tempo.

Al di là di questo, la domanda fondamentale che occorre porsi è la seguente: esistono prove che dimostrino la reale influenza della posizione degli astri su un individuo, al momento della sua nascita, come sostengono gli astrologi? Per rispondere a questa domanda sono stati fatti numerosi studi [7].

Questi studi non sono semplici da realizzare. Prendendo per buona la massima tomistica secondo la quale astra inclinant, non necessitant, occorrerà ricorrere a indagini di tipo statistico, prendendo tutte le precauzioni per evitare effetti spuri che possano alterarne i risultati. Il miglior metodo, in grado di fornire dati attendibili per valutare l’effettiva influenza di fattori astrologici, è costituito dai cosiddetti matching test (dall’inglese to match=abbinare). Questi test si propongono di abbinare una serie di descrizioni delle caratteristiche di un soggetto con l’interpretazione del suo tema natale, predisposta da un astrologo.

In pratica si sceglie un certo numero di soggetti. Per ognuno di essi si redige sia un accurato profilo psicologico, realizzato da esperti di psicologia, sia il tema natale, preparato da astrologi ritenuti capaci. Agli astrologi vengono poi consegnati un tema natale, il corrispondente profilo psicologico e altri due profili scelti in modo casuale. Compito degli astrologi sarà quello di capire quale sia il profilo giusto, procedendo al corretto abbinamento. Ripetendo più volte l’esperimento per un elevato numero di soggetti, si possono ottenere risultati statisticamente significativi.

È facile infatti calcolare quale sarebbe il risultato se gli abbinamenti fossero fatti in modo casuale. Se gli astrologi riuscissero a ottenere valori più elevati, dimostrerebbero veramente di avere qualche capacità divinatoria. Sono stati fatti diversi studi di questo tipo, a cominciare da un primo esperimento pubblicato nel 1985 sull’autorevole rivista Nature [8].

Purtroppo però questo primo esperimento non funzionò come previsto, non riuscendo a fornire risultati statisticamente significativi. Molti astrologi infatti non completarono il lavoro. Dal punto di vista metodologico, tuttavia, lo studio rappresentò una pietra miliare del settore per il rigore con cui venne progettato, con lo scopo di evitare possibili fonti di errore o eventuali frodi da entrambe le parti. Una delle caratteristiche peculiari dell’esperimento fu quella di essere condotto completamente in cieco.

Qualche anno dopo, due psicologi della Indiana University, progettarono allora un altro studio [9], in collaborazione con la Indiana Federation of Astrologers (Ifa), in cui vennero apportate alcune modifiche rispetto alla versione pubblicata su Nature. Nessuno degli astrologi riuscì ad abbinare in modo corretto i dati di più di tre soggetti.

In un altro test eseguito in Olanda nel 1995 [10], furono coinvolti 50 astrologi. Tra i 44 astrologi che completarono il test, uno solo riuscì a fornire tre abbinamenti corretti, mentre la metà non ne trovò neppure uno.

Ulteriori studi sono stati eseguiti per cercare di superare un altro problema. Esistono infatti diverse strategie psicologiche che possono far apparire attendibili le descrizioni fornite dagli astrologi. Per evitare che questo aspetto potesse eventualmente nascondere la reale efficacia delle descrizioni astrologiche, lo psicologo australiano Geoffrey Dean, nel 2003, svolse uno studio [11] che coinvolse 2000 persone, nate a pochi minuti di distanza una dall’altra.

Vennero prese in considerazione più di 100 diverse caratteristiche come il quoziente di intelligenza, l’ansietà, il carattere, lo stato sociale e civile. I risultati furono ancora una volta molto deludenti per gli astrologi: la data di nascita non influisce minimamente sulla personalità di un individuo.

L’unico studio di matching test che sembrava in un primo tempo fornire qualche risultato positivo per gli astrologi venne condotto, tra il 1959 e il 1961, dallo psicologo americano Vernon Clark [12]. I tentativi di replica di questo tipo di esperimento, condotti da altri ricercatori, hanno tuttavia fornito risultati sempre deludenti per gli astrologi.

In definitiva, se si analizzano i risultati dei matching test finora effettuati, si può concludere che su dieci lavori presi in esame (e un totale di quasi 400 soggetti), solo due studi riportano risultati migliori rispetto all’ipotesi dell’abbinamento casuale e quindi favorevoli agli astrologi. Questi due studi, tuttavia, a un esame più accurato, risultano affetti da seri errori metodologici.

Le cose non vanno meglio per quegli studi finalizzati a mostrare l’esistenza di correlazioni tra i tratti caratteriali di una persona e la posizione del Sole e dei pianeti al momento della nascita. Uno degli studi di questo tipo è stato pubblicato nel maggio 2006 sulla rivista Personality and Individual Differences [13]. Peter Hartmann, un ricercatore del dipartimento di psicologia dell’Università danese di Aarhus, ha condotto un particolare studio sui legami tra le caratteristiche individuali e i dati astrologici. Secondo lo studio non vi sono correlazioni tra le caratteristiche delle persone e i segni dello zodiaco.

Un certo clamore venne suscitato, a partire dagli anni sessanta del novecento, dagli studi [14] di uno psicologo francese di nome Michel Gauquelin (1928-1991). Basandosi su un esame statistico, Gauquelin sosteneva di aver trovato una piccola ma significativa correlazione tra la posizione del pianeta Marte e la nascita di futuri campioni sportivi. Al presunto fenomeno venne dato il nome di “effetto Marte”.

Ne seguì un’ampia discussione tra scettici e credenti. Studi successivi, condotti soprattutto dal Comité Para [15] in Belgio, dimostrarono che i risultati apparentemente positivi derivavano da una non corretta selezione del campione [16].

Risultati egualmente deludenti si sono ottenuti quando le previsioni degli astrologi riguardanti eventi futuri sono state sottoposte a controllo. Raramente infatti le persone che credono nell’astrologia si prendono la briga di effettuare simili controlli e questo gioca a favore degli astrologi.

Un’attività di verifica tuttavia è condotta oramai da molti anni dal Cicap, comitato italiano per il controllo delle affermazioni sulle pseudoscienze [17], un’organizzazione scientifica ed educativa fondata nel 1989 su iniziativa del giornalista e divulgatore scientifico Piero Angela (1928-2022). Anche per il 2023, come per tutti gli anni precedenti, le previsioni degli astrologi sono state molto deludenti [18].

Perché allora la gente continua a credere nell’astrologia?

Oltre alle motivazioni illustrate dal citato Adorno, suonano quanto mai attuali le parole del celebre storico Francesco Guicciardini (1483-1540): «Grande sorte è quella degli astrologi, che se bene la loro è una vanità, o per difetto della arte o per difetto suo, più fede gli dà una verità che pronosticano, che non gli toglie cento falsità» [19].

La grande popolarità di questa disciplina non va quindi ricercata nella sua mai dimostrata validità, bensì nei meccanismi psicologici che scattano in chi in essa crede e nelle strategie utilizzate dagli astrologi [20]. Per molta gente il desiderio di credere supera la razionalità, abbassando terribilmente il senso critico.

Qualcuno tuttavia potrà chiedersi: se l’astrologia produce benefici emotivi nei suoi seguaci, allora, perché mai criticarla? Ci sono validi motivi. Intanto le illusioni non sono mai positive perché, prima o poi, si infrangono. Secondariamente, se ci si pensa bene, l’astrologia è una forma, più o meno mascherata, di razzismo. Ognuno di noi non decide né quando né dove nascere.

Etichettare una persona sulla base del tema natale, del segno zodiacale, dell’ascendente, eccetera, non è molto diverso dal classificarlo in base al luogo di nascita, al colore della pelle, all’etnia di appartenenza, al genere, all’orientamento sessuale, e così via. Purtroppo non sono mancate aziende che hanno selezionato e assunto il proprio personale, basandosi anche sui dati astrologici.

Si è trattato a tutti gli effetti di una discriminazione di tipo razziale che ha sicuramente danneggiato chi, pur essendo meritevole di assunzione, è stato scartato solo perché il suo quadro astrologico non era gradito ai futuri datori di lavoro. Discorso analogo può valere per la valutazione delle affinità di coppia che può portare a escludere potenziali partner semplicemente per questioni di data e ora di nascita.

La fede nell’astrologia può essere un modo per sollevarsi dalle proprie responsabilità, ma questo può essere estremamente rischioso in molte scelte importanti della propria vita. Se poi, come abbiamo visto, la questione riguarda decisori politici le preoccupazioni sono più che legittime.

Un campo dove la fede nell’astrologia può essere estremamente pericolosa è infine quello medico. Molti responsi astrologici fanno espliciti riferimenti allo stato di salute del soggetto.

Esistono in commercio diversi volumi di astrologia medica e non mancano siti e blog che trattano queste tematiche. In molti casi vengono consigliate esplicitamente improbabili terapie, basandosi su diagnosi del tutto prive di fondamento e le conseguenze possono essere anche molto gravi.

Le terapie proposte sono spesso pseudo-terapie [21] la cui efficacia non è mai stata dimostrata. Inoltre è altissimo il rischio di convincere qualcuno di essere affetto da una patologia inesistente e/o magari indurlo a ignorarne altre per le quali il precoce intervento medico potrebbe essere risolutivo.

Silvano Fuso

 

Approfondimenti:

  1. go.uaar.it/zjhyoh6
  2. S. Fuso, Il tredicesimo segno. Gloria e miseria dell’astrologia, Fefè Editore, Roma 2021.
  3. Marketing to stargazing youth with astrology, Wgsn, 2 luglio 2022: go.uaar.it/mwlzrz6
  4. E. Nicolosi, Millennial e Gen Z hanno una fissazione per l’astrologia, Al femminile, 15 settembre 2023: go.uaar.it/c4qb43y
  5. Psychic Services in the US – Market Size, Industry Analysis, Trends and Forecasts (2024-2029), IbisWorld, maggio 2023: go.uaar.it/x5tyytz
  6. T.W. Adorno, Stelle su misura. L’astrologia nella società contemporanea, Einaudi, Torino 1985.
  7. S. Bagnasco, L’astrologia alla prova, Scienza & Paranormale N. 77, 2008; “Speciale astrologia”, a cura del Cicap: go.uaar.it/p0ipigo
  8. S. Carlson, A Double-blind Test of Astrology, Nature 318, 419, 1985.
  9. J.H. McGrew, R.M. McFall, A Scientific Inquiry Into the Validity of Astrology, Journal of Scientific Exploration 4, 75-83, 1990.
  10. R. Nanninga, The Astrotest: a tough match for astrologers, Correlation 15(2), 14-20, 1996/97.
  11. G. Dean, I.W. Kelly, Is Astrology Relevant to Consciousness and Psi?, Journal of Consciousness Studies 10 (6-7), 175-198, 2003.
  12. V. Clark, Experimental Astrology, In Search, Winter/Spring, 102-112, 1961.
  13. P. Hartmann, M. Reuter, H. Nyborg, The relationship between date of birth and individual differences in personality and general intelligence: A large-scale study, Personality and Individual Diffe­rences 40 (7), 1349-1362, 2006.
  14. M. Gauquelin, Les hommes et les asters, Denoël, Paris 1960; M. Gauquelin, Is there a Mars Effect?, Journal of Scientific Explo­ration 2, 29-51, 1988.
  15. Comité belge pour l’analyse critique des parasciences.
  16. J. Dommanget, The ‘Mars Effect’ As seen by the Committee Para, Journal of Scientific Exploration 11, 275-295, 1997; J.W. Nienhuys, The Mars Effect in Retrospect, Skeptical Inquirer 21, 24-29, 1997.
  17. www.cicap.org.
  18. Oroscopi e altre profezie, il 2023 che non c’è stato: go.uaar.it/a30jac0
  19. F. Guicciardini, Ricordi politici e civili, CCCLXVII, in Opere inedite di Francesco Guicciardini (a cura di P. e L. Guicciardini), Barbera e Bianchi Comp., Firenze 1857, p. 489: go.uaar.it/itw99l9
  20. S. Fuso, I. Torre, Strategie dell’occulto. Come far apparire vere cose palesemente false, Edizioni Armando, Roma 2007.
  21. G. Dobrilla, Illusioni, afrodisiaci e cure miracolose. Le mille balle sulla salute… e non solo, Il Pensiero Scientifico, Roma 2014; G. Dobrilla, Le alternative. Guida critica alle cure non convenzionali, Avverbi-Zadig, Roma 2008.

Per leggere la rivista associati all’Uaarabbonati oppure acquistala in formato digitale.

 

Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità