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L’ennesima occasione persa: il voto di scambio

Il voto di scambio è certamente un fenomeno che in Italia emerge ad ogni chiamata alle urne ed è preoccupante che in un paese tristemente famoso per la criminalità organizzata non si prendano le necessarie misure per vincere questa battaglia. L’articolo in questione è il 416-ter del codice penale e riguarda lo scambio elettorale politico-mafioso.

L'articolo 416-ter del codice penale è sostituito dal seguente: 

«Art. 416-ter. (Scambio elettorale politico-mafioso). Chiunque accetta la promessa di procurare voti mediante le modalità di cui al terzo comma dell'articolo 416-bis in cambio dell'erogazione o della promessa di erogazione di denaro o di altra utilità è punito con la reclusione da quattro a dieci anni.

La stessa pena si applica a chi procaccia voti con le modalità indicate al primo comma».

Prima delle ultime modifiche approvate nell’aprile del 2014 la legge rendeva difficile la condanna del reato in quanto prevedeva uno scambio di denaro tra politico e mafioso, cosa che non sempre avviene (pensiamo per esempio all’affidamento di appalti in cambio di voti).

Modifiche quindi necessarie nel paese dove ancora si fa il clientelismo come Cristo comanda (citando De Luca). E’ stata ancora fatta chiarezza sulla tipologia dei comportamenti penalmente perseguibili: è punito unicamente chi accetta la promessa di procurare voti e non (come previsto in un altro disegno di legge) chi si adopera per ottenere una promessa. Ora per essere punibile il politico deve ottenere voti solo se il procacciatore fa uso di metodi mafiosi avvalendosi della forza di intimidazione e della condizione di assoggettamento.

Questa nuova formulazione ha permesso ad Antonio Antinoro il rinvio alla Corte d’Appello con momentaneo annullamento della sentenza di condanna proprio perché è molto complicato dimostrare l’uso di metodi mafiosi nei confronti degli elettori (requisito necessario per il reato). Cose dell’altro mondo insomma, anzi pensandoci sono cose da Italia. Poco importa delle intercettazioni o degli incontri fra Antinoro e alcuni boss mafiosi, se il malavitoso chiede gentilmente di votare per un candidato (o se non si dimostra il contrario) l’imputato può stare tranquillo.

Quindi se da un lato c’è stata l’estensione del reato inserendo oltre al denaro come contropartita anche “altra utilità” (fortunatamente ora può anche non esserci il materiale scambio di denaro per essere condannati) sono state create nuove falle ed è quindi l’ennesima occasione persa per una dura repressione alla troppo viva relazione politica-mafia. I campanelli d’allarme c’erano: diversi pm avevano già denunciato queste modifiche come controproducenti. Infatti se ora potranno essere processati più politici, in quanto il reato è stato esteso, ne verranno condannati meno perché sarà ancora più complicato dimostrarlo anche quando le prove (come nel caso di Antinoro) sono pressoché schiaccianti.

Passiamo alla pena. Prima della modifica si andava da sette a dodici anni di reclusione, ora la forbice si sposta andando da quattro a dieci anni. Ebbene si, sono state alleggerite ma un motivo c’è: l’imputato una volta condannato può sempre incorrere nell’aggravante per aver agito nel “fine di agevolare un’associazione di tipo mafioso” cosa che invece non accade nel caso di “concorso esterno”, concreto sostegno o aiuto ai clan (reato più grave), che senza questa correzione poteva essere punito con sanzioni maggiori rispetto all’accordo elettorale.

Una variazione che quindi può avere un senso ma presenta anche un grosso difetto, anche in caso di condanna può non scattare l’interdizione perpetua dai pubblici uffici che prende forma solo dai cinque anni di reclusione.

Infine il nuovo secondo comma persegue penalmente anche il procacciatore di voti e non solo il politico che li accetta.

Tirando le somme sarà più difficile dimostrare il reato, probabilmente i processi saranno più frequenti ma anche in caso di condanna un politico potrebbe non vedere conclusa la sua carriera.

Un pastroccio che non è perdonabile dal momento che diversi pm avevano dichiarato perplessità rispetto alla nuova norma. Ma purtroppo questa è la classe dirigente che ci siamo scelti, scrivono le leggi senza cervello e quando gli viene detto: “Ehi! Così non funziona.” i risultati sono questi (ultima votazione al Senato, per la camera i numeri sono analoghi):

 

Gruppo

Favorevoli (Maggioranza)

Contrari (Minoranza)

Astenuti

Assenti

In missione

Area Popolare-Ncd-Centristi per l'Italia

 21 

 0 

 0 

8

3

Civici e Innovatori (era SCpI)

 5 

 0 

 0 

0

3

Forza Italia-Il Popolo della Libertà

 41 

 0 

 0 

18

1

Grandi Autonomie e Libertà

 5 

 0 

 0 

5

1

Gruppo Misto

 6 

 1 

 2 

2

12

Lega Nord e autonomie

 0 

 0 

 15 

0

0

Movimento 5 stelle

 0 

 31 

 0 

6

3

Partito Democratico

 101 

 0 

 0 

0

6

Per L'Italia

 5 

 0 

 0 

3

3

Per le Autonomie (SVP-UV-PATT-UPT)-PSI-MAIE

 7 

 0 

 1 

2

2

Totali

191

32

18

44

34

 

Ed è così che le porcherie passano, passano anche le classi dirigenti, passa la destra, poi passa la sinistra, poi forse passerà un movimento, passa pure il tempo e giorno dopo giorno facciamo sempre più fatica a trovare le energie per vergognarci di queste schifezze eppure state sereni che non smetteremo mai completamente perché sappiamo che prima o poi tutto passa.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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