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L’elefante socialista francese nella cristalleria europea

 

Estratto del discorso programmatico di oggi del premier francese Jean-Marc Ayrault davanti all’Assemblea Nazionale, relativo alla politica fiscale:

«La volontà di questo governo è di sollecitare soprattutto quelli che sono stati esonerati dallo sforzo collettivo. Il collettivo di bilancio tornerà sull’incomprensibile alleggerimento della patrimoniale (ISF) e dei diritti sulle grandi successioni, lo scudo fiscale, l’esonero fiscale delle ore di straordinario nelle imprese con oltre 20 dipendenti che scoraggia la creazione di nuovi impieghi. Le classi popolari e le classi medie saranno risparmiate, perché sarà abrogato il rialzo dell’Iva programmato per ottobre»

E ancora:

«L’imposta sui redditi sarà resa più giusta, più progressiva e più comprensibile. Anche per le nicchie fiscali saranno fissati dei tetti. Il tasso d’imposizione reale dei contribuenti agiati non può più continuare ad essere inferiore a quello della maggioranza dei francesi. Per i redditi annui superiori ad un milione di euro, sarà introdotta una imposizione eccezionale del 75 per cento. I redditi di capitale saranno tassati allo stesso livello di quelli da lavoro. Non è più possibile fare discorsi sulla valorizzazione del lavoro e privilegiare nei fatti la rendita»

A ciò si aggiunge la decisione di introdurre una sorta di Robin Tax tremontiana su grandi imprese, banche e società petrolifere e la minaccia di scorporare dalle banche le attività “speculative”. Di fatto, il governo socialista ha scelto il dogma della intangibilità del livello di spesa pubblica, già oggi pari ad un eclatante 56 per cento di Pil. Per tenere fermo questo pivot, l’idea è quella di tassare i “ricchi”. Alcune considerazioni in ordine sparso:

La manovra francese sembra basarsi sul presupposto che il capitale non sia mobile ma incatenato al suolo patrio. Interessante e per certi aspetti suggestivo, ma in palese rotta di collisione con la realtà. Evidentemente il governo francese è convinto di riuscire di fatto ad imporre “controlli” sui capitali, nel senso di inseguirli e tassarli ovunque possano rifugiarsi fuori dal paese. Presto verificheremo se è proprio così. Se le cose non stessero in questi termini, la Francia si prepari ad un crollo verticale di gettito fiscale, a delocalizzazioni massive ed a licenziamenti di massa.

- Da oggi, ed in virtù di questi annunci (vedremo se e come declinati in realtà), la Francia si pone ufficialmente come il soggetto massimamente deviante dalla ortodossia di politica economica della Ue, e dal Berlin Consensus. Tempi interessanti;

Le linee-guida fiscali annunciate da Ayrault per conto di Hollande, sono destinate a suscitare copiose salivazioni e violenti spasmi nella sinistra italiana. Sarà interessante vedere che accadrà entro il Pd, dove prevediamo che a breve qualcuno si sentirà legittimato a chiedere l’espulsione con ignominia del destrorso Matteo Renzi, mentre Pierluigi Bersani si prepara a farci Tarzan, verosimilmente. Ma forse il Pd farebbe bene a concentrarsi sul punto programmatico in cui si afferma che,

«Il primo semestre 2013, il diritto al matrimonio ed all’adozione sarà aperto a tutte le coppie, senza discriminazione»

Matrimonio ed adozione diventano “diritti”. Già pregustiamo le gag dentro il Pd.

Continua, potete giurarci.

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