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L’Università “Magna Græcia” alla scuola pontificia?

Il peso del confessionalismo si sente anche nelle università pubbliche, spesso mascherato con iniziative didattiche e reso più allettante dall’assegnazione di crediti formativi. Professori, cappellani e istituzioni varie fanno rete per veicolare la religione anche in contesti accademici, sotto una patina non confessionale.

Una delle tante testimonianze ci arriva da una persona che studia Medicina all’Università degli Studi “Magna Græcia” di Catanzaro. Riceve, assieme a tanti altri colleghi, una comunicazione in cui si invitano gli studenti a iscriversi per partecipare da ottobre a sei incontri organizzati dall’istituzione di diritto pontificio Scholas Occurrentes in collaborazione con l’ateneo calabrese. Si parla di un non meglio precisato «progetto del Santo Padre» rivolto in particolare a studenti di medicina, chirurgia, professioni sanitarie e psicologia e in generale a quelli che «si preparano ad intervenire sulla fragilità umana».

Per Medicina e Chirurgia si parla addirittura di «punti in più in seduta di Laurea», ma anche di 3 cfu di tirocinio per le professioni sanitarie e 3 cfu di tirocinio per la laurea magistrale in Psicologia. L’intento sarebbe «promuovere la formazione di futuri medici e operatori sanitari (e non solo) alla cultura dell’incontro, mirando così all’educazione integrale delle persone» che si occupano di tali settori. Perché «la risposta alla malattia infatti non è racchiudibile sul solo registro tecnico scientifico». Il tutto coordinato da don Mimmo Concolino, cappellano dell’università e rettore di una chiesa a Catanzaro.

Scholas Occurrentes è una fondazione del Vaticano, costituita proprio da papa Francesco nel 2015, che ha creato negli anni una rete di “scuole di vicinato”, prima in Argentina sotto l’impulso dell’allora cardinale Bergoglio e poi in diverse aree del mondo: sarebbero circa 400 mila in 80 paesi. Si dedicano all’inclusione sociale e allo sport, mostrano un’immagine molto social e coinvolgono vip. La loro matrice confessionale viene alquanto edulcorata, anche sul sito, all’insegna di un ecumenismo apparentemente “progressista”: tanto che il già vaticanista e commentatore cattolico Sandro Magister se ne lamentava nel 2016, criticando papa Bergoglio perché si sarebbe fatto «attivissimo promotore di un’educazione scolastica totalmente secolarizzata».

Sono note le posizioni retrive espresse ripetutamente da papa Bergoglio contro l’autodeterminazione su fine vita, eutanasia e suicidio assistito, con annessi e “felpati” tentativi di ingerenza spesso tramite i vescovi locali e i politici più clericali. Tenuto conto di eventi passati nell’ateneo “Magna Græcia”, come un dibattito sull’eutanasia con la partecipazione del parroco ed elargizione di 0,5 cfu, e l’uso attuale di evasive espressioni tipiche del gergo clericale (interventi sulla «fragilità umana», «cultura dell’incontro», «educazione integrale» della persona, e la critica velata all’approccio “solo” scientifico), qualche dubbio laico sull’impostazione del progetto che convolgerà studenti universitari della “Magna Græcia” viene. Anche alla luce di tanta riservatezza, poiché l’iniziativa sembra essere stata diffusa tramite passaparola tra parroci, insegnanti e studenti e ha visto numerose adesioni.

Purtroppo non si riescono ad avere dettagli ulteriori di tale iniziativa, neanche compulsando il sito dell’ateneo coinvolto. Indicativo che una lettera datata 3 agosto, depurata dai riferimenti ai riconoscimenti promessi, venga condivisa dalla pagina della parrocchia di San Giovanni Battista a Borgia, cittadina del catanzarese, con l’invito a divulgare l’iniziativa tra i giovani della comunità.

Resta da capire, in tutto questo, perché debba essere il Vaticano a insegnare a futuri medici e professionisti della sanità che si formano in un ateneo pubblico come trattare in maniera dignitosa le persone. E magari, sarebbe utile avere una informazione trasparente dallo stesso ateneo “laico”.

La redazione

 

 

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