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L’Italia e il petrolio nell’Adriatico: la Croazia sfrutterà da sola i giacimenti

Blocchi Croazia

Come riporta Stefano Agnoli sul Corriere di mercoledì 6 agosto, il 2 aprile scorso la Croazia ha lanciato una gara per l’esplorazione di giacimenti di idrocarburi in 29 blocchi che coprono tutta l’estensione dell’Adriatico croato, dall’Istria a Dubrovnik.

Questi blocchi confinano con la porzione di Adriatico italiana, comprendendo potenziali giacimenti estesi su entrambi i territori nazionali e che, come ha fatto notare Romano Prodi sul Messaggero, “verranno sfruttati dalla sola Croazia“.

Tra settembre 2014 e gennaio 2014, la Croazia ha ultimato una serie di ispezioni, effettuate dalla norvegese Spectrum. Tramite l’utilizzo di rilevazioni sismiche, l’analisi di Spectrum ha permesso a Ivan Vrdoljak, Ministro dell’Economia, di sostenere che la prospettiva per lo sviluppo di idrocarburi nelle acque croate è significativa e diffusa su tutta l’area considerata. I progetti di Zagabria prevedono la realizzazione di 19 piattaforme petrolifere entro il 2019 con un guadagno previsto di circa 2,5 miliardi di euro grazie alle sole esplorazioni.

Il nostro paese per il momento resta a guardare, limitandosi ad alzare la voce sulle conseguenze che le ispezioni di Spectrum hanno avuto su 14 delfini e 12 tartarughe. Ma siamo sicuri di guardare nella direzione giusta? L’energia è un elemento chiave per la competitività internazionale e sicuramente uno dei punti dolenti della bilancia commerciale italiana. Produciamo circa 155 mila barili di petrolio al giorno e 8 miliardi di metri cubi di gas all’anno (in netto declino), ma ne consumiamo rispettivamente 1,3 milioni quotidianamente e 78 miliardi annui. La nostra dipendenza dall’estero è pertanto elevata, una situazione che attualmente è resa ancora più critica da quanto sta succedendo in Libia, importante partner energetico per l’Italia.

Incrementare le nostre capacità produttive non eliminerà la nostra dipendenza, ma potrebbe garantirci una maggior sicurezza energetica per far fronte ai rischi geopolitici regionali che stanno colpendo in particolare il Nord Africa. Bisognerebbe fare una riflessione più approfondita sui numeri, a cui forse dedicherò un prossimo post. Intanto, ciò che resta fondamentale è superare il blocco ideologico che impedisce significativi sviluppi nel settore degli idrocarburi in Italia.

Con la proposta di riforma del Titolo V della Costituzione, Renzi vorrebbe rendere l’energia un tema non più di dibattito tra Regioni e Governo, ma unicamente incarico di quest’ultimo. Sarebbe un importante passo avanti per velocizzare il processo decisionale, ma c’è da fare i conti con il fenomeno NIMBY, ben diffuso e radicato nel nostro paese (336 casi solo nel 2013). Progetti infrastrutturali nel settore idrocarburi, si può esserne quasi certi, si rivelerebbero delle ottime leve politiche, soprattutto per Sel e M5S. 

Come siamo arrivati a questo punto?

Il problema di fondo è la pressoché totale assenza di razionalità nel dibattito italiano quando si parla di energia. Proteggere gli ecosistemi naturali del nostro paese è un obiettivo fondamentale, ma non può essere l’unico. Se non siamo noi a sfruttare i giacimenti petroliferi, qualcun altro prenderà il nostro posto. Questo è inevitabile. Il paese preferisce invece nascondere la testa sotto la sabbia per non avere sulla coscienza delfini e tartarughe.

La verità è che così facendo, non solo regaliamo ai nostri competitor regionali un’occasione per arricchirsi, rinunciando a tutti i vantaggi strategici ed economici, ma condivideremo comunque i medesimi rischi di impatto ambientale che si pensava di evitare e che per giunta non saranno nemmeno gestibili direttamente.

Un lose/lose insomma. L’Italia rischia di perdere terreno sulle risorse energetiche dell’Adriatico. Oltre alla Croazia, anche Montenegro e Grecia hanno già iniziato a farsi avanti, mentre gli iter procedurali per le concessioni nel nostro paese sono azzoppati dalla burocrazia.

Esiste una soluzione? È necessario costituire un sistema comunicativo ed educativo efficace a livello nazionale sul tema dell’energia. Non possiamo più permetterci di perdere terreno in questo settore, già deficitario in Italia. Occorre spiegare in maniera chiara e precisa agli italiani l’importanza strategica di gas e petrolio per l’economia e la competitività dell’industria. Sottolineando rischi e benefici, costi e guadagni.

Senza un tale strumento, il tema rimarrà invischiato nelle emozioni ideologiche ambientaliste, che non possono assolutamente essere lasciate come unica voce in capitolo: spesso infatti, non sono altro che terreno fertile per costruirsi uno spazio nella scena politica locale o nazionale ignorando le necessità razionali italiane.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.32) 9 agosto 2014 18:51

    Accorato appello che ,con ogni probabilità , cadrà nel vuoto .
    Siamo stati per anni l’unico paese del mondo avanzato(sic! ) ha non avere un piano energetico nazionale . Abbiamo marciato a vista con l’imprinting dei verdi ,i verdi sole che ride ,gli ambientalisti ,gli ecoterroristi ,gli ecofurbacchioni ,i sinistroidi e i destrorsi antitutto ,gli antisistema a prescindere ecc.
    Da noi si son fatti ben due referendum sul nucleare dove i cittadini (massaie, agricoltori ,impiegati ,commercianti ecc. ) hanno deciso che il nucleare era da non farsi ,evidentemente sulla base di campagne di disinformazione sapientemente dirette.Legittima decisione , nulla da dire , soltanto che siamo l’unico paese al mondo dove la classe dirigente anziché assumersi la responsabilità di decidere delega i cittadini comuni , esattamente come se si fosse trattato del tema dell’aborto .In tv e sui media invece di confrontarsi dei "tecnici "del settore ,vuoi fisici ,ingegneri nucleari ,impiantisti ,elettrotecnici ,radiologi ecc (ovviamente di opposto parere) , si sono ascoltati i "pareri " dei Casini , Di Pietro , Grillo , Romani , Santanché ecc...Ricordo un intervento di Rubbia (Nobel per la fisica nucleare) a Ballarò ,quasi scherzato dai presenti .Umberto Veronesi ,oncologo ,è stato definito sul web "un idiota " corrotto .Lo slogan ,tra il demenziale e il ridicolo ,di molti comuni italiani ,impresso sui cartelli di accesso sotto il nome ,è "comune denuclearizzato " . Che significa Dio solo lo sa. Ma almeno tutto questo servisse davvero l’ecologismo e un mondo pulito allora ... ,lasciamo perdere.

    Comunque sia i due referendum ( al secondo ho votato "si " pure io ma per motivi diversi)hanno distrutto l’impiantistica nucleare italiana (eravamo leader mondiali) ,ci hanno reso dipendenti dal nucleare di importazione dei paesi limitrofi (Francia ,Svizzera , Slovenia .. ) senza peraltro eliminare un tubo in fatto di rischi ,perché è come se avessimo le centrali in casa .

    Succederà la stessa cosa con gli idrocarburi dell’Adriatico . Stai sereno .
    ciao

  • Di (---.---.---.72) 9 agosto 2014 20:22

    Con la proposta di riforma del Titolo V della Costituzione, Renzi vorrebbe rendere l’energia un tema non più di dibattito tra Regioni e Governo, ma unicamente incarico di quest’ultimo.

    non so se è ignoranza o malafede, ma la riforma del titolo V ha altri scopi: 
    • Di Daniele Zibetti (---.---.---.118) 9 agosto 2014 21:07

      Mi rendo conto che ciò possa solleticare la fantasia complottistica, ma resta il fatto che con una riforma del Titolo V l’energia tornerebbe materia dello Stato. Che è poi l’unica cosa che mi interessava citare, visto il tema che tratto nel pezzo.

  • Di (---.---.---.62) 10 agosto 2014 13:07

    ma non vedete che tutto il petrolio è sotto le acque italiane!

    Prodi vai a casa...!

    http://www.adriatica.eni.com/adriatica/it_IT/pages/societa.shtml

  • Di (---.---.---.179) 9 settembre 2014 11:09

    Basta semplicemente ricordare "ENRICO MATTEI" .... per trovare LA VERA STORIA DEL PETROLIO ITALIANO - Ma vorrei rammentare a coloro che .... scrivono in DIFESA DI QUESTO PAESE - CONTRASTATO DAI "COMUNISTI" .... da loro che hanno sempre ODIATO questo Paese - Basti pensare anno 1945 - l’America concesse all’ITALIA con il piano "MARSHALL" .... oltre agli aiuti in VIVERI - 60 milioni di Dollari - Il MIGLIORE / Alias TOGLIATTI ....Voleva assecondare TITO nel concedergli tutto il VENETO da GORIZIA !!!! - TITO .... Venne Ostacolato dagli Anglo Americani - Che schierarono le truppe al Confine - Questo tanto per Ricordare !!! I pimi nemici dell’ITALIA .... SONO COSTORO CHE OGGI HANNO CONQUISTATO IL POTERE FORMANDO UN GOVERNO DI TAVOLINO SPOSTANDO LE ELEZIONI DI ANNO IN ANNO - ADESSO RINVIANDOLE AL 2017 . DI ALTRI TRE ANNI !!!! - PORTANDO QUESTO PAESE CHE HA RISORSE MAI VISTE ..... ALLA FAME - MA GLI ITALIANI ( MASSA POPOLARE ) SONO STUPIDI .....- FARANNO LA FAME .... PERDENDO .... RISORSE E VITALITÀ - 

  • Di (---.---.---.179) 9 settembre 2014 11:19

     QUALE COMMENTO ...... LA FAME SI COMMENTA DA SE !!!! E’ DATA DALLA STUPIDITA’ E DALL’IGNORANZA - PRESUNZIONE - IPOCRISIA - DI QUESTO -POPOLO !!!! CHE DOPO SECOLI DI FAME - GUERRE SBAGLIATE- MERDA IN FACCIA DA ALLEANZE DI MERDA - SEGUITA A CHIACCHIERARE .... SENZA PRENDERE A CALCI NEL SEDERE A CHI LO HA RIDOTTO ALLA FAME ...... E SEGUITA A PRENDERLO .... PER I FONDELLI !!!!- HA PERSO LE INDUSTRIE .... STA PERDENDO LE RISORSE ....PERDE .... LA LIBERTÀ ...... PER IL PETROLIO /BENZINA/ CARBURANTE / ENERGIA / RIVEDA LA STORIA DI MATTEI - E DELL’ATTENTATO PER CUI E’ STATO UCCISO-COSI’ LA STORIA DELLE UCCISIONI DI FALCONE-BORSELLINO- DELLA CHIESA - ALDO MORO - E DI TANTI ALTRI CHE HANNO LAVORATO PER QUESTO PAESE DI "TRADITORI - VENDUTI- OMICIDA !!! 

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