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Krene di Sassari: tre anni di ripresa. E poi il declino

La storia della Krene, società sarda per l’informatica fondata a Sassari nel 1986, e dei suoi dipendenti è una storia di crisi, grandi speranze e fallimento. 

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Un viaggio che pare essere arrivato oggi a un punto di non ritorno, iniziato nel 2010, quando l’azienda sembrava essere stata riscattata da un triste destino.

Inferno – Paradiso

Soltanto tre anni fa, il 14 maggio 2010, veniva inaugurata con grande risalto sugli organi di stampa locali la nuova sede e la nuova vita di Krene. Si presentava l’ingresso del gruppo Bassilichi, azionista di maggioranza dal novembre 2008, e venivano annunciati diversi progetti di sviluppo e crescita dell’azienda che sarebbe definitivamente uscita dalla crisi in cui versava fino a pochi anni prima. Nel 2010 l’azienda aveva commesse aperte con diverse aziende ospedaliere regionali ed era partner tecnologico dell’Università di Sassari.

Il 15 aprile 2011, mediante comunicato stampa ripreso su diverse testate locali [123], veniva annunciata la nascita del “centro nazionale di competenza del software” con l’ingresso in Krene della divisione sviluppo software dell’azienda Bassnet Srl, partecipata anch’essa dal gruppo Bassilichi. Contestualmente Bassilichi annunciava il nuovo assetto societario arrivando a possedere l’85% delle quote azionarie mentre il restante 15% restava in capo al Banco di Sardegna. Nel comunicato si faceva sfoggio della grande fiducia nell’azienda Krene e nelle sue competenze e si prometteva forte impegno di investimenti in un territorio (quello sardo) ricco di potenzialità. La Nuova Sardegna in quei giorni titolava: “Krene, dall’inferno al paradiso“. Una vera e propria iniezione di fiducia, sicurezza, promesse di stabilità e serenità. 

“In azienda si respirava un’aria di ottimismo che non si ricordava da svariati anni”, ci raccontano i lavoratori della Krene di Sassari. “Dopo la crisi degli anni precedenti ricominciavamo a lavorare con tranquillità e con la possibilità di fare progetti a lungo termine che sono centrali nella vita di una persona: come il mutuo per la casa, il matrimonio, o un figlio”. Nessuno poteva immaginare che il biglietto dall’Inferno al Paradiso fosse per un viaggio di andata e ritorno.

Paradiso – Inferno

Dopo solo diciotto mesi, il 10 ottobre 2012, come un fulmine a ciel sereno, la dirigenza annuncia 25 esuberi dichiarando che Krene lavora solo per il gruppo Bassilichi, e lamentando l’immobilismo (se non l’ostracismo) delle amministrazioni e imprese locali nell’affidamento di commesse. “Mai una parola sulla gravità della situazione era stata fatta da parte della dirigenza, prima di quel 10 ottobre”, assicurano i dipendenti.

A soli venti giorni da quest’annuncio improvviso e inaspettato, un gruppo di lavoratori, con la sola alternativa della mobilità per tutti i dipendenti, ha dovuto accettare una trasferta di 5 mesi a Roma (in deroga al trattamento di trasferta previsto dal contratto integrativo vigente) come operatori di I livello in Call Center di assistenza tecnica. 

Questo trasferimento, secondo la dirigenza, avrebbe scongiurato il ricorso dell’azienda ad ammortizzatori sociali. Così non è andata: il 6 marzo 2013 è stata avviata la procedura per la messa in “contratto di solidarietà” per tutti i dipendenti della durata di almeno 12 mesi. La dirigenza ha riferito in quell’occasione che si sarebbe impegnata a bussare a tutte le porte per poter acquisire nuove commesse e contemporaneamente trovare nuovi partner finanziari per Krene. Inoltre si sarebbe impegnata a effettuare percorsi formativi e di riqualificazione per i dipendenti nei settori “dei trasporti pubblici, delle energie rinnovabili e della monetica” in modo da poter cogliere eventuali nuove opportunità. “Questi percorsi formativi non sono mai partiti, trasformandosi nel solito annuncio disatteso dai fatti”, contestano i lavoratori.

“Ci chiediamo, dopo tante belle parole, annunci e iniziali investimenti, verso quale direzione sono rivolti gli sforzi per il salvataggio dell’azienda e dei posti di lavoro”. È l’appello dei dipendenti di Krene, a cui viene riferito soltanto che l’azienda non ha più liquidità e l’unica alternativa alla chiusura è la cassa integrazione straordinaria.

A metà settembre l’azienda incontrerà nuovamente le parti sociali per definire, senza margini di contrattazione, la messa in Cigs di tutti i lavoratori.

di Marco Nurra | @marconurra

Questo articolo è stato pubblicato qui

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