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“J’accuse”: presentato a Napoli il libro di Francesca Albanese sull’apartheid in Palestina

 La Relatrice Speciale delle Nazioni Unite sui Territori Palestinesi Occupati ricostruisce la Storia dell’occupazione in Palestina, quanto avvenuto con gli attacchi di Hamas e rinnova l’appello per fermare il genocidio. 

di Daniele Pallotta

Il libro “J’ Accuse”, scritto da Francesca Albanese, Relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati, in collaborazione con il giornalista Christian Elia, è stato presentato nella sede dell’Istituto degli Studi Filosofici di Napoli. Una grande sala gremita per ascoltare i contenuti di un libro che – spiega la stessa Albanese – non si è finora trovato modo di presentare in nessun canale televisivo. Ad affiancare la Relatrice Speciale O.N.U., come relatori nel corso dell’ evento, sono intervenuti Luigi de Magistris, portavoce di Unione Popolare e già sindaco di Napoli, Luisa Morgantini, di Assopace Palestina, Luigi Daniele, docente di Diritto dei Conflitti Internazionali presso la Trent University di Nottingham. L’incontro è stato moderato da Maurizio del Bufalo, coordinatore del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli.

“In 95 giorni di bombardamenti Israele ha distrutto il 60% delle case della striscia di Gaza. Sono stati bombardati ospedali, scuole, chiese, forni pubblici. Il sistema sanitario è al collasso: sussiste l’ impossibilità di prendersi cura degli oltre 50000 feriti. Ci sono state oltre 22000 morti, di cui quasi 10000 bambini” – è il quadro drammatico che Albanese ricostruisce. “Quello che ha patito il popolo israeliano il 7 ottobre – continua - è gravissimo: io ho denunciato i crimini di guerra commessi da Hamas. Quando si uccidono civili, li si brutalizza o si prendono in ostaggio si commettono crimini di guerra. Quanto avvenuto il 7 ottobre va considerato in un contesto di Apartheid in cui è costretta la popolazione Palestinese dal 1967. Tutto questo lo si tollera dal 1967. In 56 anni un milione circa di palestinesi sono stati arrestati, compresi moltissimi bambini. Israele esercita controllo sull’ acqua, sull’ elettricità, sulle risorse. Israele aveva ed ha il diritto di proteggersi, ma non di scatenare una guerra contro un popolo che occupa ed opprime da 56 anni”.

Albanese spiega che poiché l’Italia riconosce il diritto Internazionale il governo italiano dovrebbe prendere le misure necessarie affinchè venga posta fine agli illeciti dell’occupazione e allo sterminio: “Il Sudafrica ha avviato un procedimento, denunciando Israele per genocidio presso la corte di Giustizia Internazionale. Sarebbe necessario che le istituzioni italiane sostenessero questo procedimento ed intervenissero con tutti gli strumenti, politici economici e diplomatici” – è l’appello della Relatrice.

Luigi De Magistris prosegue sulla stessa filosofia di pensiero: ”Per la Costituzione l’ Italia ripudia la guerra. La comunità internazionale dovrebbe unirsi ed adoperarsi per arrivare ad un cessate il fuoco immediato, ad una conferenza di pace, e consentire ai Palestinesi di avere una terra ed uno Stato in cui non essere oppressi. Giuridicamente siamo davanti ad un tentativo di genocidio, di pulizia etnica e di deportazione. Tutti i governi che foraggiano questi crimini di guerra dovrebbero essere processati”.

Per Albanese e De Magistris la pressione politica ed i movimenti popolari in molti Paesi possono spostare le posizioni dei governi, portarli a prendere posizione, almeno per pretendere un cessate il fuoco.

Luisa Morgantini allarga le considerazioni alla condizione di Apartheid in cui vive il popolo palestinese: “Insieme al cessate il fuoco è centrale farla finita con la colonizzazione ed impedire che Israele resti sempre impunita. Il governo Israeliano rappresenta i sionisti, non il popolo ebraico. I nostri governi continuano a giustificare eccidi, c’è uno scollamento con la società civile che vuole la Pace”.

Il professor Luigi Daniele riporta con precisione i dati dell’ Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari O.N.U. : “Le vittime verificate, a partire dal 7 ottobre, nella striscia di Gaza, sono almeno 22185, di cui almeno 9100 bambini e 6500 donne. 57000 sono i feriti.” Poi si sofferma sulla definizione di genocidio: “Ai sensi del diritto internazionale è una serie di condotte commesse con l’ intento di distruggere in tutto o in parte un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, uccidere le persone del gruppo ma anche causare lesioni gravi all’ integrità fisica o psichica o sottoporre le persone a condizioni di vita tali da comportarne la distruzione totale o parziale.” Luigi Daniele ritiene che il solco più profondo e a lungo termine non sia quello tra Israeliani e Palestinesi: “E’ un abisso tra l’ universalismo dei diritti e la costruzione diseguale dei diritti. Abbiamo il dovere di dire che all’ universalismo dei diritti non c’è alternativa, perché l’ alternativa è la distruzione, il genocidio, la fine della vita. Ricordo il monito di Vittorio Arrigoni: Restiamo umani. Lui ci aveva avvertito. Facciamo in modo che quelle parole non restino lettera morta”.

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