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 Home page > Attualità > Società > Iva sei partita: petizione contro il precariato legalizzato

Iva sei partita: petizione contro il precariato legalizzato

Qualche giorno fa Il Fatto ha segnalato la situazione dei lavoratori con partita IVA colpiti dalle nuove misure della manovra che prevedono un regime ibrido che rischierà di tagliare le gambe davvero a molti a causa delle tasse e degli studi di settore.

Molte di queste partite IVA hanno in realtà un unico datore di lavoro al quale conviene questo regime piuttosto che assumere come dipendente il “consulente”. È per questo motivo che è nato il blog IVA sei partita che ha collaborato con la trasmissione Presa Diretta di Rai Tre: nella puntata del 2 ottobre verranno raccontati dei casi di disoccupati costretti ad aprire la partita IVA, di giovani sottopagati che passano da uno stage (ovviamente gratuito) all’altro, di contratti assurdi dove qualsiasi diritto è calpestato.

Alcuni architetti ed ingegneri si sono stufati del finto lavoro autonomo e hanno rilasciato un questionario in cui hanno già raccolto circa 500 professionisti del loro settore scoprendo che tantissimi sono costretti a lavorare in queste condizioni.

Ed allora hanno lanciato la petizione Iva sei partita: se sei un architetto o un ingegnere firmala, se non lo sei girala comunque. Questi ragazzi intendono diventare un punto di riferimento anche per le altre professioni, chiunque può collaborare inviando una email a [email protected].

Spero di realizzarlo entro metà ottobre ma per quanto riguarda il tema del precariato sto ideando Iosonoprecario.it, vi terrò aggiornati.

[UPDATE - AGGIORNAMENTO]

- L’ACTA, associazione consulenti terziario avanzato, mi segnala su Twitter il loro manifesto del lavoratore autonomo con il quale propongono dei nuovi e moderni Ordini Professionali.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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