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Italia 2010: la censura è servita

Lerner, Santoro, Internet. Nell’Italia del 2010 si censura tutto.

Italia 2010: la censura è servita

"La7(...) ha deciso di rimandare la messa in onda della puntata de L’Infedele prevista per lunedi e dedicata all’inchiesta sul riciclaggio" (Ansa, 28 Feb 2010 h 20.46) .
 
Tradotto suonerebbe così: "I padroni della rete tv La7 ovvero la Telecom (soci di riferimento) vogliono censurare il programma dell’unico giornalista (Gad Lerner) che nella sua trasmissione vuole (vorrebbe) parlare della recente inchiesta sulla corruzione e sul riciclaggio che vede coinvolta la stessa Telecom (Sparkle)", ovvero i padroni della rete stessa.
 
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Poche ore più tardi, nel pomeriggio del primo marzo, il regime del plutocrate che ha in mano il Paese, quel "consiglio di ministri" da operetta, composto da yesmen ligi al padrone affamati di poltrone e di potere, approvava il famigerato "decreto Romani".
 
In poche parole suonerebbe così: viene introdotta, caso unico nei Paesi democratici, la parificazione, seppure parziale e (forse non incidentalmente) poco chiara, di Internet alla Tv. In più l’obbligo, per il caricamento in rete di determinati contenuti (video) di autorizzazione preventiva rilasciata dal regime.
 
Siccome nel web non esiste un editore di riferimento che possa censurare e regolamentare i livelli intollerabili che ha raggiunto il pensiero critico e la libera informazione, in Italia (come in Cina) si cerca di minacciare e intimidire i netizen e le piattaforme di condivisione dei contenuti, con leggi oblique e interpretabili.
 
Il decreto Romani è solo l’ultima di tante leggi e proposte di legge simili che vanno tutte nella medesima direzione: la censura. La censura addirittura preventiva.
 
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Sempre lo stesso primo marzo il regime mette a segno il suo terzo bersaglio censorio, con l’adeguamento del Cda Rai (controllato dal governo) agli ukase della cosiddeta "Commissione di Vigilanza", (controllata dal governo) che sin dal 10 febbraio aveva ventilato e proposto (relatore Mario Beltrandi), una "sospensione" di determinati programmi di approfondimento.
 
"Il consiglio di amministrazione Rai, in applicazione del regolamento della commissione di Vigilanza, ha deliberato a maggioranza la SOSPENSIONE temporanea, per il periodo relativo alla seconda fase della campagna elettorale, della messa in onda dei programmi di approfondimento "Porta a porta", "Annozero", "L’ultima parola", "Ballaro’’" (Asca, 1 marzo 2010).
 
Il che, molto semplicemente, significa che "l’editore di riferimento" della Tv pubblica ovvero l’egoarca già padrone, tra l’altro, del 50% dell’etere generalista italiano, impone la CENSURA su tutti quei programmi che potrebbero costituire la cosiddetta "voce fuori dal coro", e incrinare così il lavaggio del cervello dei mainstream catodici, tutti attualmente sotto il suo controllo.
 
Censura a norma di legge.
 
Nei Paesi civili l’informazione controlla la politica. Nel regime berlusconiano il potere politico controlla (tramite la commissione di Vigilanza, di stretta nomina politica) l’informazione.
 
E parliamo dell’informazione dei mainstream, ovvero l’informazione alla Minzolini, che è controllata da editori plutocrati e faziosi, che usano i media per aumentare il loro potere e condizionare le menti.
 
Evidentemente secondo il il regime persino tale simulacro di "informazione" mainstream è considerata pericolosa per il popolino di "Sanremo" e del calcio tv, che deve continuare a guardare alla tv tali programmazioni e non altre.
 
Quei mainstream che costruiscono l’illusione democratica e conducono, con docilità bovina, le masse catodicamente eterodirette sino alla cabina elettorale, dove possono scegliere di votare, per esempio, tra un corrotto, un prescritto, un camorrista, un condannato in primo grado.
 
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Quindi.
 
Censurato Lerner. Tramite l’azienda.
 
Censurato (tra gli altri) Santoro. Tramite il Cda Rai.
 
Censurato il web. Tramite il consiglio dei ministri.
 
Il tutto, anche se preparato da tempo, concretizzatosi in poche ore, tra il 28 febbraio e il primo marzo.
 
Ogni commento è superfluo.
 
Resta solo l’incredulità.
 
 
 
 
 
 

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