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Iran, condannato il cantore delle proteste Donna Vita Libertà

Tre anni e otto mesi: questa la condanna emessa ieri nei confronti di Shervir Hajipour per “propaganda contro il sistema” e “incitamento alla rivolta”.

Hajipour è il cantore di Donna Vita Libertà, il movimento di protesta che sceso in strada massicciamente, e altrettanto massicciamente represso, dopo la morte di Masha Amini, “colpevole” di aver indossato scorrettamente il velo.

“Barayé”, il suo brano vincitore del “Grammy” 2023 per il miglior brano in favore del cambiamento sociale, si ascolta e si canta nelle piazze dell’Iran e in quelle della diaspora. “Barayé” (“Per”, in italiano) è ripetuto 33 volte per descrivere gli altrettanti buoni motivi per cui si deve protestare.

Alla condanna al carcere si sono aggiunte una serie di sanzioni grottesche: leggere e riassumere libri sulle donne e l’Islam e produrre un brano contro gli Usa, che descriva le violazioni dei diritti umani commesse dalle autorità statunitensi.

Hajipour farà ricorso. Intanto, ai 33 “Barayé” se n’è aggiunto ieri un altro: “per” l’annullamento della condanna dell’autore.

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