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Investimenti: lunga ed impervia è la strada

Della serie “val più un’immagine di mille parole”, tratta dall’ultima nota del Centro Studi Confindustria (CSC), dedicata all’andamento degli investimenti, vi mostriamo una opportuna contestualizzazione della ripresa di questa fondamentale componente della domanda aggregata. Ad indicare quanto siamo ormai inclini ad entusiasmarci, dopo la traversata nel deserto degli ultimi anni.

Sarà stata la “Nuova Sabatini” sulle agevolazioni per acquisto di beni strumentali da parte delle piccole e medie imprese (come suggerisce il CSC), oppure il fatto che ad un certo momento occorre sostituire impianti ed attrezzature per fisiologica usura, o un mix delle due cose. Sta di fatto che la situazione della ripresa è questa.

Piuttosto che niente meglio piuttosto, no? Poi, in ossequio al realismo politico, il CSC suggerisce che un catalizzatore dell’aumento degli investimenti e di stimolo degli animal spirits degli imprenditori potrà venire dalla ritrovata “stabilità” del quadro politico italiano nell’Era renziana, che è quella in cui le opposizioni elaborano visioni che sono frutto di sniffate di trielina o del mancato superamento della fase anale. Senza tuttavia dimenticare che la penuria di investimenti non è esclusiva italiana né europea, anche se da noi il fenomeno assume evidenti aspetti patologici.

 

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