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 Home page > Attualità > Politica > Innalzare l’età pensionabile delle donne. La parità dei furbi

Innalzare l’età pensionabile delle donne. La parità dei furbi

Bene, alla fine il Governo è uscito allo scoperto. Quando Brunetta per la prima volta annunciò l’intenzione di innalzare l’età pensionabile delle donne a 65 anni, equiparandola a quella maschile, nella maggioranza si cercò di smorzare l’annuncio, di nasconderlo, addirittura smentirlo. Poi a mano a mano le voci sono diventate sempre più forti. E ieri l’annuncio definitivo.

Secondo il progetto del Governo, l’età pensionabile delle donne verrà gradualmente innalzata dai 60 anni attuali ai 65 del 2018. La motivazione? Semplice: ce lo impone l’Unione Europea. Infatti, secondo la UE, la situazione attuale sarebbe una discriminazione nei confronti dell’uomini.


Giusto. E’ una discriminazione, e va sanata. Ma, allora, tutte le discriminazioni vanno sanate ... non solo quelle che fanno comodo. Perchè, come ha dichiarato la stessa Avvocatura dello Stato difendendosi alla UE, in Italia esiste una profonda discriminazione lavorativa nei confronti delle donne, e dunque esiste l’età pensionabile più bassa come parziale compensazione.

E allora, caro Brunetta e caro Governo: rispettate la sentenza della UE, ma ogni singolo euro che guadagnerete dall’operazione spendiatelo per sanare le altre discriminazioni, quelle ai danni delle donne
. Costruite più asili nido, impedite che le donne possano venire licenziate per una gravidanza, favorite (magari temporaneamente tramite "quote" obbligatorie") la parità di accesso delle donne agli incarichi importanti, ecc. ecc. ecc.

E che non un solo euro venga speso per altro. Altrimenti, non abbiate la faccia tosta di parlare di parità ...

Commenti all'articolo

  • Di Gloria Esposito (---.---.---.175) 4 marzo 2009 10:27

    Ottimo articolo.Inoltre a tutto ciò che ha scritto, penso a quanto sia da decerebrati alzare l’età pensionabile quando in Italia è difficile trovare lavoro per tutti e in particolare a causa della crisi, essere licenziati è molto piu’ probabile.Per coloro che si affacceranno a breve nel mercato del lavoro,come sarà possibile cumulare tutti quegli anni che ci vogliono per arrivare alla pensione?Ovviamente Brunetta oltre ad essere uomo ha anche il vantaggio di una bella pensione.
    Gloria Esposito

  • Di Julio (---.---.---.138) 4 marzo 2009 13:59

    D’accordissimo sul fatto che la parità va applicata anche nei salari ecc ecc. Ma era ora che finisse quest’abitudine di andare in pensione a 57, 58 anche a 60 anni quando p.es. in Spagna, uomini e donne, dipendenti o autonomi, vanno in pensione a 65 anni da più di 30 anni!!!!!!
    Purtroppo i più furbi sono quelli che fanno le leggi e quindi è difficile che qualcosa di buono possano tirare fuori...

    • Di virginia (---.---.---.96) 4 marzo 2009 14:51

      In Norvegia donne e uomini vanno in pensione a 67anni. Se il lavoratore o lavoratrice vuole andare in pensione prima dei 67 anni, riceve una pensione al 70% anziché al 100%. Certo i servizi in aiuto alle donne che lavorano sono ottimi. Per es gli asili sul posto di lavoro con tanto d i assistenti baby sitter che accudiscono i bimbi fino all’ora , tarda ora di solito, in cui la lavoratrice, si suppone di alto grado, manager o simili, stacca dal lavoro.
      In compenso delle alte prestazioni sociali, le tasse in Norvegia sono molto più elevate che da noi.
      Da notare anche che in Italia per ora l’equiparazione a 65 anni si riferisce soltanto alle lavoratrici della Pubblica Amministrazione.

  • Di ma314 (---.---.---.102) 8 marzo 2009 13:21

    non si può recepire dall’europa ..."a convenienza"
    innanzi tutto la sentenza è relativa ad un ricorso del 2007 sulla base di chiarimenti chiesti all’Italia nel 2004.(in atto la legge prevede che le donne del settore pubblico e privato non sono obblgate al pensionamento a 60 anni infatti la parità del trattamento è garantita dalla possibilità per le donne di poter in ogni caso lavorare fino a 65 anni.  
    L’europa non obbliga il governo a innalzare l’età pensionalbile bensì consiglia.Ma in ogni caso perchè questa sentenza deve essere rispettata ed altre(per esempio quella relativa alla legittimità di trasmissione di rete 4) no?
    Ma se è stata ravvisata una discriminazione settoriale del sistema pensionistico perchè non viengono segnalate al CE le discrimazioni del sistema pensionistico in italia riguardanti categorie particolri di lavoratori(sto parlando dei dipendenti di regioni autonome.e soprattutto dei parlamentari ).
    non si possono sempre penalizzare i "veri" lavoratori di questa povera Italia


  • Di viola50 (---.---.---.234) 19 giugno 2009 22:11

    Sono empiegata del settore pubblico e sono pienamente d’accordo su quanto espone ma314.

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