Infortuni “in itinere”: quanti ne accadono in Italia?
Il cosiddetto infortunio in itinere è una particolare tipologia di infortunio sul lavoro che, dal punto di vista giuridico, è del tutto equiparata all’infortunio sul lavoro in senso stretto, ovvero quello che si verifica sul luogo della prestazione professionale.
In lingua latina, “in itinere” significa “lungo il percorso”, e ciò lascia intuire di cosa si stia parlando: l’infortunio in itinere è quello che si verifica nel raggiungimento del luogo di lavoro.
Caratteristiche degli infortuni sul lavoro tradizionalmente intesi e di quelli in itinere
Chiaramente, le tipologie di sinistro che possono verificarsi sul luogo di lavoro sono di norma ben distinte rispetto a quelle in itinere.
Gli infortuni sul lavoro tradizionalmente intesi, infatti, sono nella grande maggioranza dei casi correlati al rischi specifici dell’attività svolta.
A questo riguardo è utile aprire una parentesi: per ogni tipo di lavoro è necessario rispettare rigorosamente le disposizioni di sicurezza, le quali possono presentare le caratteristiche più disparate in relazione al tipo di attività svolta.
La sicurezza sul lavoro abbraccia la formazione del lavoratore, che rappresenta un obbligo in capo al datore di lavoro, le procedure da rispettare durante la prestazione, e anche l’utilizzo di adeguate protezioni, ovvero i cosiddetti DPI, Dispositivi di Protezione Individuale.
I DPI sono svariati e differiscono in base al tipo di attività, ad ogni modo molti di essi si collocano nella categoria dell’abbigliamento da lavoro, e su e-commerce specializzati come stampasi.it se ne possono trovare svariati esempi: giubbini rifrangenti, scarpe antinfortunistiche, guanti protettivi e molti altri ancora.
Per quel che riguarda gli infortuni in itinere, invece, i rischi riguardano prettamente ciò che di spiacevole può intercorrere in uno spostamento a bordo di un mezzo proprio o pubblico, dunque ad esempio un incidente stradale o un altro tipo di sinistro.
Le condizioni necessarie affinché un infortunio in itinere sia riconosciuto
Affinché l’infortunio in itinere possa essere riconosciuto devono sussistere determinate condizioni.
Anzitutto, il lavoratore deve considerare come prioritari i mezzi pubblici: i sinistri verificatisi alla guida di mezzi personali quali auto o moto possono essere riconosciuti come infortunio solo in assenza di alternative.
Il tragitto che il lavoratore compie per raggiungere il luogo di lavoro, inoltre, deve essere il più breve possibile: un tragitto reso inutilmente più lungo, o comunque irrazionale rispetto alla meta da raggiungere, esclude la possibilità di vedersi riconosciuto l’infortunio.
È interessante sottolineare, inoltre, che il lavoratore può essere tutelato anche laddove il lavoratore debba spostarsi tra due sedi distinte, oppure qualora debba spostarsi per raggiungere un luogo adibito a mensa dove consumare il proprio pasto.
Ora che abbiamo tracciato un quadro chiaro per quel che concerne l’infortunio in itinere, andiamo a scoprire le statistiche ufficiali.
Infortuni in itinere: le statistiche ufficiali pubblicate da INAIL
Sulla base dei dati resi noti da INAIL, Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, in Italia gli infortuni in itinere risultano essere in aumento.
Nel 2023, ovvero l’ultimo anno relativamente a cui è possibile conoscere dei dati ufficiali, gli infortuni in itinere sono stati complessivamente 98.716.
Nel 2019 la cifra era superiore, ammontando a 105.880, l’anno successivo si è registrato un calo brusco ma assolutamente inevitabile, per via delle restrizioni dovute all’emergenza sanitaria, con 65.834 casi, la cifra è poi cresciuta sia nel 2021, con 84.764 casi, che nel 2022, quando i casi sono stati 95.078.
Focalizzandosi esclusivamente sugli infortuni in itinere che hanno comportato il decesso del lavoratore, i dati risultano in calo e hanno seguito un andamento piuttosto disomogeneo negli ultimi anni.
Nel 2023 essi sono stati complessivamente 265, nel 2022 sono stati 341, mentre nel 2021 280.
In fase pre-pandemia, nel 2019, gli infortuni in itinere di tipo mortale sono stati 336 e nell’anno successivo, nonostante le note restrizioni dovute all’emergenza sanitaria, la riduzione dei casi non è affatto stata cospicua, dal momento che gli episodi sono stati 235.