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In India contro il Governo Modi lottano... i lottatori

Il mondo della lotta libera in India è attualmente in tumulto, con una serie di proteste scatenate a causa di alcune controversie sullo sviluppo dell’arena sportiva di Chaudhary Charan Singh a Meerut, nello stato dell’Uttar Pradesh.

redazione Diogene

Diversi wrestler di alto livello, tra cui campioni nazionali e internazionali, hanno protestato contro il progetto di espansione dell’arena di lotta, che si trova a pochi passi dal famoso santuario Sufi di Shah-e-Alam.

Il mondo del wrestling, disciplina tradizionale indiana, il cui sport appartiene alla tradizione indiana, affermano che l’espansione dell’arena avrà un impatto negativo sul santuario e potrebbe anche danneggiare l’ambiente circostante. Sostengono inoltre che non sono stati consultati sul progetto e che le loro richieste di coinvolgimento nella pianificazione dell’espansione sono state ignorate.

Tuttavia, Brij Bhushan Singh, presidente dell’associazione di lotta libera dell’Uttar Pradesh, ha suggerito che ci sia molto di più dietro queste proteste. Singh ha affermato che “forze simili a quelle di Shaheen Bagh e della gang Tukde Tukde” sono coinvolte nelle proteste dei wrestler e che stanno cercando di sfruttare la situazione per i loro interessi.

Il riferimento a Shaheen Bagh si riferisce alle proteste che hanno avuto luogo a Delhi nel 2019 e 2020. Le proteste erano guidate da donne musulmane che chiedevano la revoca di una legge sulla cittadinanza che, secondo loro, discriminava i musulmani.

La gang Tukde Tukde è invece un termine utilizzato in India per riferirsi a un gruppo di studenti universitari e attivisti politici che si sono opposti alla politica del governo indiano nei confronti delle università e delle minoranze.

La dichiarazione di Singh ha suscitato indignazione tra i wrestler, che l’hanno definita “offensiva” e “diffamatoria”. Hanno sostenuto che le loro proteste sono pacifiche e che non hanno nulla a che fare con la politica o con gruppi estremisti.

In ogni caso, la situazione rimane tesa e in attesa di una risoluzione. Per chi non conosce il mondo della lotta libera in India, questa vicenda può apparire complessa e confusa, ma le preoccupazioni dei wrestler sono legittime e meritano di essere prese in considerazione. La loro protesta non è un’azione politica, ma un tentativo di difendere il loro sport e il loro ambiente circostante.

La “gang Tukde Tukde” è un termine che è stato utilizzato per descrivere un gruppo di studenti universitari e attivisti politici che si sono opposti alla politica del governo indiano in materia di università e minoranze. In particolare, il termine è stato usato in relazione alla protesta che ha avuto luogo alla Jawaharlal Nehru University (JNU) di Delhi nel 2016.

La protesta è stata scatenata da un raid della polizia all’interno del campus universitario, in cui sono state arrestate alcune persone sospettate di avere legami con gruppi estremisti. Gli studenti della JNU hanno organizzato una protesta per chiedere la liberazione degli arrestati e la fine delle incursioni della polizia nel campus.

La protesta si è trasformata in una controversia nazionale quando alcuni studenti hanno sventolato bandiere del Kashmir indiano e del Pakistan durante una marcia organizzata per chiedere giustizia per i sospettati arrestati. Questo ha portato a un’accesa discussione sui social media e sui canali televisivi nazionali, con alcuni commentatori che hanno definito gli studenti della JNU come membri della “gang Tukde Tukde” e li hanno accusati di essere “anti-nazionali” e di voler dividere l’India.

Il termine “Tukde Tukde” in hindi significa “frammentazione” o “disintegrazione”, e il suo uso in questo contesto è stato interpretato come un’accusa di voler spezzare l’unità dell’India. Tuttavia, gli studenti della JNU e i loro sostenitori hanno respinto queste accuse, sostenendo che stavano esercitando il loro diritto alla libertà di espressione e che la protesta era rivolta contro la politica del governo indiano nei confronti delle università e delle minoranze.

La controversia sulla “gang Tukde Tukde” è stata uno dei momenti più discussi della politica indiana degli ultimi anni e ha evidenziato le tensioni crescenti tra le forze politiche nazionaliste e le voci critiche della società civile indiana.

È importante notare che il termine “gang Tukde Tukde” non è un riferimento specifico a un’organizzazione o a un gruppo confessionale o nazionalista. Al contrario, è stato usato in modo generico per etichettare una vasta gamma di voci critiche della politica del governo indiano su questioni come la libertà di espressione, la secolarità e la democrazia.

Le accuse di voler frammentare l’India sono state respinte da molti gruppi e attivisti che si oppongono alle politiche del governo indiano, sostenendo che queste accuse sono infondate e stanno cercando di tacitare le voci critiche della società civile indiana.

In sintesi, il termine “gang Tukde Tukde” è stato utilizzato in modo dispregiativo per descrivere una vasta gamma di voci critiche del governo indiano su questioni come università e minoranze. Non si riferisce a un gruppo specifico e non è collegato a un’organizzazione confessionale o nazionalista.

*diogeneonline.info 

Questo articolo è stato pubblicato qui

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