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In Egitto azione intimidatoria contro giornalisti indipendenti. Colpita la testata di Mada Masr

In Egitto la libertà di stampa è pressoché inesistente e quando qualche testata osa fare il proprio lavoro, si scatena l'ira dell'apprato repressivo della dittatura egiziana. Il prezzo pagato per aver scritto l'articolo su Mahmoud al-Sisi, il figlio del presidente Abdel Fattah al-Sisi, alto funzionario del potente servizio di intelligence generale (GIS), con il quale si affermava che è stato "riassegnato a una posizione a lungo termine presso la delegazione diplomatica egiziana a Mosca," citando fonti interne del GIS, è stato alto.

Ma poteva andare peggio. Articolo pubblicato dal sito indipendente egiziano Mada Masr, con il quale si riportavano fonti interne agli apparati di sicurezza egiziani. Ed il fatto che ci sia stata questa fuga di notizie non è stato tollerato dalla dittatura. Il figlio di Al Sisi, destinato, pare, a prendere il posto del padre nei prossimi anni che verranno, in base alle fonti citate, sarebbe stato allontanato dall'Egitto per salvaguardare la tutela dell'immagine del regime del padre, a causa dei "disastri" che si sarebbero verificati sotto la gestione del figlio. 
Quale la reazione?
Le forze di sicurezza hanno arrestato tre giornalisti di Mada Masr durante un raid pomeridiano negli uffici del giornale al Cairo per rilasciarli solo diverse ore dopo. L'editore Shady Zalat, che è stato arrestato qualche giorno prima è stato rilasciato su un'autostrada alla periferia della città. Almeno loro sono tornati a casa, vivi.Ma l'atto intimidatorio che si è consumato è gravissimo. Come denuncia Mada Masr 9 agenti agenti di sicurezza in borghese sono entrati con la forza nell'ufficio di Mada Masr. Muovendosi rapidamente e in modo aggressivo hanno confiscato i laptop e i telefoni di tutti i giornalisti. Al momento del raid, c'erano 16 membri dello staff di Mada Masr e liberi professionisti nell'ufficio.Come denuncia la testata giornalistica indipendente egiziana hanno anche interrogato la cittadina americana Ian Louie e la cittadina britannica Emma Scolding e due membri di un equipaggio di France 24 che erano arrivati ​​per girare un'intervista con Attalah sulla detenzione di Zalat. Come denuncia il sito il raid arriva sulla scia della più grande campagna di arresti da quando il presidente Abdel Fattah al-Sisi è entrato formalmente al potere nel 2014, con oltre 4.000 persone detenute da quando le proteste antigovernative sono scoppiate il 20 settembre, secondo gruppi per i diritti umani. Attivisti, professori universitari, avvocati, giornalisti e figure di opposizione politica sono stati tutti arrestati nelle ultime settimane. 46 mesi di non verità su Giulio Regeni, hanno ben evidenziato lo stato delle cose in quel Paese con cui l'occidente "democratico" continua a relazionarsi come se fosse una Paese normale, libero, democratico.
mb

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