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Il quorum di Renzi

A dar retta ad alcuni titoli di quotidiani del giorno dopo ci si potrebbe fare l'idea che il segretario del PD e Presidente del Consiglio Renzi l'abbia avuta vinta su tutto il fronte. Il Messaggero: Voto flop, schiaffo di Renzi. La Stampa: Niente quorum, vince Renzi. Il Tempo: Nessun batti-quorum. Vince Renzi.

Un dato è incontestabile: il quorum del 50% più uno stabilito quale soglia di validità del referendum non è stato raggiunto. Forte di ciò, la retorica di parte renziana si sbizzarrisce sino a toccare gli eccessi di qualche membro della segreteria del PD che twitta frasi di derisione nei confronti dei supposti perdenti, tentando poi di recuperare malamente la figuraccia. Eppure, ragionando sulle cifre, il quadro che ne risulta è ben lontano dalle mistificazioni renziane e dai titoli a volte semplicistici a volte ruffiani di molti quotidiani. 

Ha votato il 32% degli elettori e, seppure lontano dal quorum, il dato deve preoccupare non poco sia Renzi che i suoi accoliti in vista del prossimo-venturo appuntamento elettorale delle amministrative e più ancora del referendum d'autunno sulle riforme costituzionali. Sì, poiché quel 32% rappresenta la larghissima maggioranza di coloro che di norma si recano al voto, di questi tempi poco più del 50% degli aventi diritto. E, a parte i referendum, nelle chiamate elettorali non c'è quorum che tenga. Sta di fatto che a non recarsi a votare, dando retta a Renzi, è stato all'incirca il 20%. Dato troppo scarno perchè il Presidente-segretario resti sereno. Ancor meno se si considera l'assist interno al PD da parte di Bersani, che si conferma personaggio confuso, ed esterno ad opera di Berlusconi, impegnato a recuperare almeno in parte i transfughi indirizzatisi nel tempo verso il suo clone nel PD. E sembra in grado di riuscirvi.

C'è da supporre che Renzi si stia pentendo amaramente di aver personalizzato il quesito referendario sino a farlo diventare una sorta di pronunciamento sul suo operato e sulla sua persona. Se questo era l'obiettivo, ebbene, il Presidente del Consiglio ha raccolto in risposta un pessimo messaggio. E sì, perchè tanta gente neppure si sarebbe presentata alle urne per segnare un croce su un quesito poco chiaro, quasi indecifrabile, se non fosse stato per la sfida. Paradossalmente quel 32% è stato favorito proprio da lui e non dal merito sulle trivelle.

Il dato preoccupante circa la tenuta renziana trova conferma anche nei recenti sondaggi: il PD continua a perdere terreno riducendosi ai livelli bersaniani e, conseguentemente, l'arroganza un tempo strafottente di Renzi sembra virare verso una sorta di malanimo rancoroso, sintomo di scarsa serenità. Staremo a vedere.

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