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Il papa, il male nei media e l’opinione pubblica sulla Chiesa

“Nel mondo dei media si annida il potere del male”. L’ha affernato ieri il Benedetto XVI davanti a una platea di seminaristi. Impossibile, anche per l’ANSA, non pensare che il papa ce l’avesse con chi dà conto sui mezzi di informazione dei tanti guai in cui versa la Santa Sede. Purtroppo per il papa, ai giornalisti quelle informazioni arrivino proprio dall’interno del Vaticano, tanto che padre Lombardi, portavoce della sala stampa della Santa Sede, ha sportivamente parlato di “Vati-Leaks”.

Il sommo pontefice si è soffermato ieri anche sul ”potere dell’opinione pubblica”, sottolineando che “c’è un gran bisogno di informazione, di conoscenza della realtà del mondo, ma c’è un potere dell’apparenza che alla fine conta più della realtà stessa”. E tale apparenza “si sovrappone alla realtà stessa”, diventando “più importante, mentre l’uomo non segue più la verità” [probabilmente quella rivendicata dalla Chiesa, NDR], “ma vuole soprattutto apparire”. Contro questa situazione, ha rivendicato ancora una volta il papa, “esiste un non conformismo cristiano”.

Soprattutto nel rispetto delle normative internazionali sull’antiriciclaggio, si potrebbe ribattere sulla scia dei documenti vaticani pubblicati in questi giorni sulla stampa: forse non casualmente, il papa ha ieri sostenuto che “il potere del male” può annidarsi anche nel mondo della finanza.

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