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Il futuro secondo Loretta Napoleoni. Dai regimi finanziari al contagio democratico

“Il contagio” è un saggio davvero delizioso di una coraggiosa economista che ci spiega perché la prossima grave crisi economica affosserà i principali leader occidentali (Rizzoli, uscito a settembre 2011 è già alla terza edizione).

Loretta Napoleoni è un’economista italiana molto atipica: vive da trent'anni traLondra e gli Stati Uniti e si è specializzata nello studio dell'economia criminale e del terrorismo. Insegna economia alla Judge Business School di Cambridge, è consulente di www.fundacionideas.es e fa parte del Comitato Scientifico di www.oxfamitalia.org.

Per Loretta Napoleoni “nessun modello economico è perfetto o dura per sempre” e l’attuale economia anemica che viene dissanguata dai vampiri della finanza dimostra che “solo il popolo può fare gli interessi del popolo”. Quindi la fine delle attuali oligarchie feudali e parassitarie è forse molto vicina. Dopo i fatti a Sud del Mediterraneo sembra sempre più probabile che anche a Nord del Mediterraneo, alcuni politici, a partire da Berlusconi e Zapatero, verranno a breve allontanati.

Non c’è solo oro nei Paesi che luccicano e pure a Londra e negli Stati Uniti ci sono grandi problemi. Londra è la capitale europea con più furti di auto e ha un’altissima percentuale di atti criminosi tra le bande di adolescenti (rapine, vandalismi, accoltellamenti e omicidi). Inoltre molti banchieri della City sono stati costretti a trasferirsi in periferia a causa dell’arrivo di molto miliardari russi e cinesi. E il fatto che in questo momento “il mercato del lusso londinese cresce a ritmi superiori a quelli pre-crisi” (Andrea Gerst, Swiss & Global Asset Management), indica che una nuova bolla è pronta a scoppiare (questa volta con effetti inimmaginabili). D’altra parte in America l’un per cento della popolazione detiene il 40 per cento della ricchezza e c’è un livello di ineguaglianza simile a quello della Russia oligarchica o dell’Iran controllato da una casta religiosa ipocrita, rigida e burocratica.

Comunque la questione centrale e insormontabile dal vecchio sistema monetario e finanziario è la seguente: “Se l’anemica crescita italiana è sotto l’un per cento ma i tassi che paga sono superiori al 5, è chiaro che il risultato sarà un aumento delle dimensioni del debito nel tempo. Lo stesso discorso vale per tutti i Paesi Piigs” (Portogallo, Irlanda, Grecia, Spagna). E tagliare le spese dello Stato può solo aumentare i problemi economici e finanziari a medio e a lungo termine con l’inevitabile crollo dei gettiti fiscali a causa dei licenziamenti e della crisi del commercio.

Nel caso della Grecia, il Fondo monetario internazionale ha “ammesso che dalla primavera del 2010 a quella del 2011 l’economia si è contratta del 9,4 per cento e nel secondo trimestre del 2011 del 6,9”. Questo avviene poiché più i grandi gruppi bancari privati riescono a mettere in difficoltà gli Stati, più beni pubblici di quei Paesi riusciranno ad accaparrarsi ai prezzi della svendita estrema. Quindi il default pilotato può essere considerato una forma di contropotere rispetto all’azzardo morale degli speculatori (Andrea Fumagalli, articolo reperibile qui). 

Quasi tutte le economie industriali occidentali più mature non possono più permettersi tassi di crescita superiori al 3 per cento annuo e non si può più crescere di continuo per molti anni. Una soluzione a breve termine può essere quella di abbassare le tasse sul lavoro e di aumentare quelle sui patrimoni. Fare nuovi debiti non significa risolvere la situazione a medio termine: “è solo la paura dell’ignoto che ci porta ad aggrapparci alle finte speranze che i venditori di fumo ci presentano come soluzioni al problema”.

Forse l’unica vera soluzione duratura è quella di istituire un sistema monetario mondiale, con la creazione del famoso “Bancor”, ipotizzato dall’economista Keynes (uno studioso indipendente). Un’altra soluzione più rapida da applicare è l’istituzione del Reddito di Cittadinanza consigliato dal premio Nobel francese Maurice Allias. Altrimenti, prima o poi, ci saranno guerre civili nelle nazioni dove circa il 60 per cento della popolazione è sotto i trent’anni. E bisogna pure considerare che oggigiorno quasi il 90 per cento delle morti violente avviene fuori dalle aree di guerra, a causa dei maschi più primitivi, aggressivi e poveri.

In Europa si è preferito una soluzione d’emergenza sospendendo lo “short selling” (quando un operatore prende i titoli in prestito per rivenderli scommettendo sui ribassi). Mentre la Tobin Tax sulle transazioni finanziarie potrebbe essere una soluzione più sensata e duratura. Molto difficile da far accettare… Si preferiscono le innovazioni finanziarie truffaldine e la micidiale stupidità degli esperti: “Se la stupidità non rassomigliasse perfettamente al progresso, al talento e alla speranza di miglioramento, nessuno vorrebbe essere stupido” come moltissimi altri (Robert Musil, 1936).

Però sono gli attuali politici europei i veri cretini: prendono tempo contraendo più debiti sperando in un miracolo, invece di contrastare i comportamenti antisociali dei truffatori “masterizzati” e incravattati che vengono dalle città più grandi e più famose. Loretta Napoleoni li descrive in modo molto dettagliato e ci dice che le conseguenze peggiori per gli italiani si vedranno entro 25 anni a causa dei gravi errori dei nostri amministratori della sanità pubblica, dei Comuni, delle Regioni.

Infatti “le dimensioni del debito pubblico sono molto maggiori di quello che crediamo”, poiché le operazioni finanziarie delle grandi banche d’affari sono state riportate fuori bilancio. In genere “Il ministro dell’Economia e pochi intimi sono i soli ad avere una visione obiettiva del debito”, scritto nel cosiddetto “swap book”, dove vengono registrate queste operazioni a lungo termine (p. 65).

Inoltre la Napoleoni cosmopolita ci racconta anche l’esperienza argentina e quella islandese, una nazione “che è riuscita a ristrutturare un debito mille volte superiore al proprio Pil, proprio perché ha riconosciuto che l’idea di difenderlo era semplicemente ridicola e quindi ha rifiutato di imporre alla popolazione sacrifici impossibili” a causa delle malefatte dei banchieri e dei politici. Infatti i vecchi banchieri sono dovuti fuggire per non essere incarcerati ed è stata riscritta la Costituzione.

Mentre in Italia la Fiat è diventata la principale arma di distrazione di massa:

“Nella primavera ed estate 2011 in Italia si scatena un dibattito feroce sui contratti dei lavoratori della Fiom. Ma nessuno alza un dito per i cinque milioni di precari che sgobbano dalla mattina alla sera per un salario letteralmente da miseria”.

In realtà sono i giovani precari che tengono in piedi il paese e le associazioni di categoria, i sindacati e tutto Montecitorio sono diventati principalmente dei centri di spesa e delle associazioni di stampo geriatrico a scopo di autopromozione o di lucro.

A mio parere in Italia si risolverebbero molti problemi fiscali e negoziativi creando un nuova aliquota Iva al 22 o al 25 per cento da applicare ai beni di lusso, poiché circa la metà di questi beni sono acquistati da persone che hanno eluso o evaso le tasse in mondo più o meno massiccio. 

In ogni caso se l’Italia avesse seguito le orme di un normale paese europeo, ora ci sarebbe la giovane economista Irene Tinagli a condurre una coalizione di centrodestra e forse un Matteo Richetti a capo di una coalizione di centrosinistra. E invece siamo ancora qui con il “Berlusca”. E Mario Monti è il massimo che ci può riservare la mano invisibile del potere conservatore italiano.

Infine chiudo con una riflessione della Napoleoni mamma (ha scritto molti saggi ma ha ben quattro figli):

“Il giorno in cui finiranno i nostri risparmi, quando noi genitori europei non ci saremo più e scompariranno stipendi e pensioni, che differenza ci sarà tra gli emigrati africani e i nostri figli?”.

Note. La Grecia è il paese che importa più armi in rapporto al Pil: ben il 2,5 per cento del totale (principalmente da due grandi creditori, Francia e Germania, come rivelato dall’agenzia Reuters).

La Tunisia è probabilmente il paese africano e arabo più “integrato nell’economia neo-liberista occidentale” e con “l’indice di scolarità più elevato”. E dove gli smartphone sono molto diffusi.

In Italia esiste “un’economia illegale talmente diffusa e pervasiva da fornire al Paese quella liquidità necessaria per rimanere a galla anche quando dovrebbe affondare” (p. 115).

I “Piigs” in default saranno i “laboratori del futuro” e “nel momento in cui viene dichiarata la bancarotta il potere contrattuale passa dalle mani dei creditori a quelle di chi ne è vittima”.

La dissoluzione dei 141 miliardi di dollari in obbligazioni dell’Argentina, il più grande crack del debito sovrano, sono “appena una frazione dei 1800 miliardi di euro del debito pubblico italiano”.

Il Giappone, nonostante un debito pubblico superiore al 200 per cento, sta meglio di altri paesi, perché gode della sovranità monetaria e può stampare moneta e svalutarla (“L’inferno nelle piazze europee… La tardività del default pilotato greco…”: www.cadoinpiedi.it/author/napoleoni-loretta).

L’autrice ha lanciato questo slogan: “Generazioni vessate e sfruttate di tutt’Europa unitevi!”. Quanto volete scommettere che l’Italia sarà l’ultimo paese mediterraneo a fare la rivoluzione?

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