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Il fascino del criminale: l’onesto disonesto

Brevi spunti su società utopiche e reali

Il crimine ha il suo fascino, è inutile negarlo.

Ci piacevano Lupin e Diabolik da bambini, Scarface, Carlito’s Way, Le iene, The Italian Job, Ocean’s Eleven da grandi; perfino Watzlawick, che di umanità se ne intende, scriveva nel suo "Istruzioni per rendersi infelici": "Disgrazia, tragedia, catastrofe, crimine, colpa, follia, pericolo: ecco la materia delle grandi creazioni. L’Inferno di Dante è di gran lunga più geniale del suo Paradiso; lo stesso vale per il Paradiso perduto di Milton, in confronto al quale il Paradiso riconquistato è del tutto insipido; la caduta, nella Leggenda di ognuno di Hugo von Hofmannstahl, è appassionante, mentre l’intervento finale degli angioletti salvatori fa una penosa impressione; il Faust I commuove fino alle lacrime, il Faust II fa sbadigliare."

In calce a un’articolo di Pardi pubblicato sul sito di Micromega riguardo una preoccupante notizia di questi giorni, la presunta cena fra Berlusconi & Co. e due membri della Corte Costituzionale, Mazzella e Napolitano, che a breve dovranno giudicare la costituzionalità del Lodo Alfano, ho risposto ad un commento che recitava: "Il guaio è che in Italia gli onesti sono pigri e distratti, e i disonesti attivi e svegli. Ma, si potrebbe anche dire che gli onesti sono dei vigliacchi, e i disonesti dei valorosi. Allora lasciamo pure che i disonesti siano al potere, e smettiamola di piagnucolare."


Mi evito di riarrangiare la risposta e mi copincollo da solo:

"L’altro giorno pensavo estremizzando a un paese di perfetti onesti: basterebbe un lieve disonesto per fregarli tutti. Al contrario in un paese di perfetti disonesti, un disonesto avrebbe vita difficile per fregare i suoi pari: arrivando all’estremo all’attenzione assoluta al dettaglio e alla maniacale attenzione nell’organizzare le sue azioni e nel parlarne, arrivando a sviluppare una mentalità simil - mafiosa perfetta e infallibile. Quindi, essendo entrambe utopie, l’unica possibilità sembra essere il rimanere onesti ma capaci di immedesimarsi in una mentalità disonesta per non cadere in raggiri o peggio. Per quanto riguarda i valorosi al potere, ormai da anni "stimo" molto di più un criminale che non tali valorosi, almeno il criminale sa cosa rischia e ci mette la faccia rischiando di suo."

In sintesi, quello che mi infastidisce di più della situazione odierna è che non c’è più un disonesto onesto.

Ma il disonesto che non si assume le proprie responsabilità non può pensare di durare a lungo: finisce necessariamente disprezzato dagli onesti perchè disonesto, dai disonesti perchè disonesto nell’essere disonesto.

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