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Il curriculum “sparito” della ministra. Le precisazioni dell’Azzolina e una replica

L’Ufficio Stampa del Ministero dell’Istruzione ci ha inviato la seguente nota:
Con riferimento all’articolo dal titolo “Quelle strane incongruenze nel curriculum della Ministra Azzolina”, si precisa quanto segue:
 
La Ministra ha frequentato il percorso di specializzazione sul sostegno nella seconda metà del 2009. Il periodo della specializzazione è stato di sei mesi, non di diciotto come riportato erroneamente nell’articolo, stante la peculiarità del semestre aggiuntivo SSIS per la specializzazione sul sostegno. Elemento verificabile tramite una attenta lettura della normativa in materia di formazione iniziale degli insegnanti vigente all’epoca dei fatti. Quindi, nessuna laurea in Giurisprudenza in tempi record, come è stato scritto, ma in tempi regolari.
La Ministra ha svolto la pratica forense a Biella, occupandosi di diritto scolastico. È possibile controllare al Tribunale di Biella la sua iscrizione nel registro dei praticanti. Azzolina non aveva nessun contratto di lavoro subordinato con lo studio citato, come invece l’articolo lascia neanche troppo velatamente intendere e ha operato nel pieno rispetto delle disposizioni vigenti in tema di svolgimento del tirocinio forense.
 
La Ministra non ha successivamente sostenuto l’esame da avvocato poiché, per esercitare la professione, avrebbe dovuto rinunciare all'insegnamento, essendo le due cose incompatibili. La Ministra ha preferito continuare a insegnare.
Infine, il curriculum della dott.ssa Azzolina è stato pubblicato sul sito del Ministero come da prassi e poi tolto dall’Amministrazione, non dalla Ministra, perché, per mero errore materiale, era stato diffuso senza aver oscurato alcuni dati personali riservati e sensibili. Ciò a garanzia della incolumità della Ministra, come noto oggetto continuo di minacce e offese tali da giustificare l’attribuzione di misure di tutela e di sicurezza da parte delle autorità competenti.
 Ufficio stampa Ministero dell'Istruzione, Roma 22 luglio 2020
 
La nostra replica
Alla cortese attenzione della Ministra dell’Istruzione, dott.ssa Lucia Azzolina
La ringraziamo intanto per la nota di precisazione del Suo Ufficio Stampa; con sincerità ne apprezziamo la tempestività e il garbo, qualità che incontriamo sempre più di rado nella nostra attività professionale, specie nelle relazioni con i rappresentanti istituzionali e della politica a livello locale e regionale.
Relativamente a quanto da Voi precisato, vorremmo specificare quanto segue.
Le date di inizio e fine percorso del Suo percorso di specializzazione per l’insegnamento del sostegno presso l’Università degli Studi di Pisa, come riportavamo nell’articolo, sono state tratte dalle informazioni biografiche pubblicate nel Suo profilo ufficiale facebook (https://www.facebook.com/LuciaAzzolina82/), dove specificatamente si riporta che esso è stato svolto “tra il giugno 2009 e il dicembre 2010”; anche il termine del “dicembre 2010” è riportato nel Suo Curriculum vitae in formato europeo che, come da Lei stessa confermato, è stato successivamente rimosso dal sito istituzionale del Ministero dell’Istruzione (MIUR).
Nell’articolo abbiamo fatto rilevare che il periodo era del tutto coincidente alla Sua iscrizione e frequenza dell’Università degli Studi di Pavia dove ha conseguito la laurea magistrale in Giurisprudenza (“settembre 2008 – dicembre 2013” secondo quanto da Lei riportato nella biografia facebook, “20 dicembre 2013”, la data di laurea riportata nel CV). C’è dunque un’evidente discrasia con quanto riportato nella nota del Suo ufficio stampa (“secondo semestre del 2009”) e, comunque, anche quest’ultimo periodo coincide temporalmente con la dichiarazione d’iscrizione all’Università di Pavia. Da qui le reiteriamo la richiesta di esplicitare se è stato rispettato in merito l’art. 142 del Regio decreto n. 1582 del 1933 che vieta tassativamente l’iscrizione “contemporanea a diverse università e a diversi istituti superiori di istruzione o a diverse facoltà o Scuole della stessa università”.
Prendiamo atto di quanto precisato in merito alla “pratica forense” della dott.ssa Lucia Azzolina, ma ribadiamo che l’articolo non ha messo assolutamente in dubbio la veridicità di questo, ma ha rilevato innanzitutto la non iscrizione della Ministra all’Albo degli avvocati (da Lei stesso confermato in nota) e ha posto qualche perplessità sull’opportunità di certificare sul proprio CV pubblicato sul sito MIUR quale “esperienza lavorativa” la “pratica legale presso lo Studio Rinaldi di Biella dal 2014 al giugno 2018”, tra l’altro in un periodo (“dal 2014 all’agosto 2017”) in cui la stessa Ministra dichiara di aver svolto esperienze lavorative di “collaborazione sindacale della Regione Lombardia” con l’ANIEF e, “dal 26 settembre 2008 a oggi” quale docente di Storia e filosofia e di Sostegno presso le Scuole secondarie superiori. E sulla base di quanto precisato in nota, confermiamo pertanto la nostra perplessità di riportare nella biografia ufficiale facebook della Ministra l’espressione “dal febbraio ad oggi collaborazione di diritto scolastico presso lo Studio legale dell’Avv. Giovanni Rinaldi di Biella”.
Per quanto riguarda infine le ragioni dell’improvvisa sparizione del Curriculum vitae della Ministra dal sito MIUR, non nascondiamo di essere stati realmente turbati dal fatto che lo stesso contenesse informazioni strettamente riservate e sensibili (indirizzo abitazione, numero cellulare privato, ecc.) e non possiamo che esprimere la nostra incondizionata solidarietà per il danno da Lei ricevuto dall’Amministrazione pubblica. Riteniamo in proposito che la proliferazione di tecnologie e piattaforme informatiche in questo delicatissimo settore, e più recentemente nelle stesse istituzioni scolastiche, stia enormemente compromettendo i principi di riservatezza e difesa della privacy.
Pur tuttavia riteniamo che quanto accaduto (compresi i vergognosi attacchi, spesso di matrice culturale xenofoba-razzista e machista di cui la Ministra è stata vittima) non giustifichi assolutamente l’eliminazione del Curriculum dal sito ufficiale MIUR e che anzi ciò rappresenti una violazione di quanto previsto dall’art. 14 del D.L. n. 33 del 14 marzo 2013 (cosiddetta “legge sulla trasparenza nelle pubbliche amministrazioni”), che impone ai titolari di incarichi politici e di governo la “pubblicazione dell’atto di nomina, del curriculum, dei compensi di qualsiasi natura connessi all’assunzione della carica, ecc.”.
RingraziandoLa ancora per la cortese attenzione, le inviamo i nostri cordiali saluti

Antonio Mazzeo

Foto: Governo.it

Questo articolo è stato pubblicato qui

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