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Il coronavirus: pandemia?

La campagna di (dis)informazione mediatica riguardante la diffusione del coVID-19 o meglio conosciuto come Coronavirus, hanno creato un’atmosfera mondiale di paura e incertezza dopo il lancio di un’emergenza sanitaria pubblica globale da parte dell’OMS il 30 gennaio. La campagna della paura è in corso e crea panico e incertezza.

Eppure i governi nazionali e la stessa OMS stanno ingannando l’opinione pubblica.

“Circa 84.000 persone in almeno 56 paesi sono state infettate e circa 2.900 sono morte”, afferma l’OMS, dimenticandosi però di menzionare che il 98% di questi casi di infezione si trova nella Cina continentale. Invero ci sono meno di 5000 casi confermati al di fuori della Cina (fonte OMS, 28 febbraio 2020).

Il COVID-19 è certamente una questione di salute pubblica, ma al momento non esiste una vera pandemia al di fuori della Cina, basterebbe analizzare bene le cifre. Al 03 marzo il numero di “decessi” per Coronavirus era di 79 (Fonte Min. Salute).

Su 60 milioni è un numero basso, eppure i media stanno diffondendo il panico. Nel frattempo, ci sono 5 milioni di casi di influenza in Italia con queste cifre dal 01/01/2020:

  • 169 casi sono registrati attualmente come gravi
  • la mortalità ha avuto una media giornaliera di 214 (duecentoquattordici) decessi.

Fonti ufficiali dell’OMS riferiscono che in questi due mesi del 2020 il 69% dei casi di sindrome simil-influenzale non è stato visitato da un medico del Servizio sanitario nazionale, ma di aver avuto una influenza curata per merito di medicine acquistate semplicemente in farmacia, senza alcuna ricetta medica.

Ora confrontiamo i dati sulla asserita “pandemia” di COVID-19. L’OMS ha riferito che al 28 febbraio 2020 erano 83.652 i casi confermati di COV-19 di cui 78.961 nella Cina continentale. Al di fuori della Cina, ci sono 4.691 “casi confermati”. L’OMS ha inoltre riportato 2.791 decessi di cui solo 67 si sono verificati al di fuori della Cina continentale (dati OMS, 28 febbraio 2020).

Queste cifre confermano che la tanto asserita pandemia sarebbe eventualmente presente nella Cina continentale e che in altre parti del mondo ci sono lievi contagi, del tutto irrilevanti ai fini statistici e che comunque per la maggior parte non sono così gravi da creare tutto questo “pandemonio”.

Inoltre, dati recenti suggeriscono che l’epidemia in Cina è saldamente sotto controllo. Il 21 febbraio 2020, la Commissione Sanitaria Nazionale della Cina ha riferito che 36.157 pazienti sono stati designati come curati e dimessi dall’ospedale. I rapporti cinesi confermano che le persone hanno ricevuto un trattamento e si stanno riprendendo dall’infezione da virus. Contemporaneamente, il numero di pazienti infetti è in calo. Secondo la National Medical Products Administration della Cina, gli ospedali stanno usando Favilavir, un farmaco antivirale, come trattamento per il coronavirus che ha effetti collaterali minimi.

Di nuovo alcuni numeri:

  • La popolazione mondiale è dell’ordine di 7,8 miliardi.
  • La popolazione della Cina è dell’ordine di 1,4 miliardi.
  • La popolazione mondiale meno la Cina è dell’ordine di 6,4 miliardi.
  • 691 casi confermati e 67 decessi segnalati (al di fuori della Cina) su una popolazione di 6,4 miliardi non costituiscono una pandemia, in quanto tocca il 0,00000073% della popolazione.

Certo, non sono uno scienziato e nemmeno un virologo, ma solo un soggetto pensante. È giusto prendere le precauzioni, ma non tali da generare un falso allarme che, se ricordo bene, è un reato penale rilevante.

Ma allora perché? Chi avrebbe un vantaggio da tutto ciò?

Beh, la Cina è un paese enorme, una potenza che si sta sempre più ingigantendo anche dal punto di vista scientifico, commerciale, economico e militare.

Chi potrebbe fermare la Cina oggi? Nessuno, verrebbe da dire.

O forse no?

Pensiamoci.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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