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Il concerto di Capodanno alla Fenice di Venezia

La conferenza stampa per presentare la decima edizione del concerto di Capodanno, trasmesso in diretta dalla RAI, è stata l’occasione per fare il punto sulla situazione anche economica del prestigioso teatro veneziano.

Il 2012, nelle parole del sovrintendente Cristiano Chiarot, è stato un anno assai difficile, per i tagli statali alla cultura e, in parte, per quelli della Regione, compensati, per fortuna, dall’arrivo di un nuovo sponsor, la Banca Popolare di Vicenza, che si è aggiunta ai due storici, Consorzio Venezia Nuova e Fondazione di Venezia. Nonostante questo, con la scelta di tenere aperto il più possibile il teatro “per saturare i costi fissi”, il bilancio dell’anno che sta per finire si è chiuso per la seconda volta in pareggio, con un incremento dei biglietti venduti pari al 15%. Inoltre, la Fenice si è piazzata al 36esimo posto nel mondo, al primo in Italia, per la produzione di Opere.

“Guardiamo comunque”, ha concluso Chiarot, “con ottimismo al 2013. Abbiamo già venduto parecchi biglietti e abbonamenti. In aprile e verso la fine dell’anno faremo due tournee in Giappone, mentre ci stiamo allargando verso i Paesi asiatici, che si stanno avvicinando all’opera lirica”. Soddisfatto anche Fabrizio Maffei, ex telecronista sportivo, oggi direttore delle pubbliche relazioni di RAI Uno, che, appunto da 10 anni, ha soppiantato la diretta del concerto da Vienna, optando per quello lagunare. E qui si arriva all’esposizione del programma. Mentre Vienna continua a proporre una monumentale scaletta straussiana, nella seconda parte del concerto veneziano, diffusa televisivamente, si continua ad ascoltare brevi brani cantati, tratti da Opere più o meno conosciute. Una scelta che ha visibilmente irritato John Eliot Gardiner, nuovamente invitato a dirigere l’orchestra del Teatro, dopo l’esperienza del 2009. Mentre infatti Maffei sosteneva come le musiche difficili non siano adatte alla grande platea televisiva, Gardiner ribatteva che il pubblico è più intelligente di quanto si ritiene e che se l’esecuzione è buona, è in grado di apprezzare anche un repertorio diverso. Perché non diffondere la sinfonia dell’Aida di Verdi (prevista nella prima parte)?. Perché non eseguire pezzi di Monteverdi (1567-1643), di cui il maestro inglese è uno specialista, o di Luigi Rossi (1598-1653), importante nelle Cantate da Camera, di Francesco Cavalli (1602-1676), uno dei maggiori operisti del secolo XVII°, di Antonio Cesti (1623-1669), che iniziò l’avventura operistica proprio a Venezia, imponendosi come uno dei maggiori compositori drammatici del suo tempo? Che cosa sarà riservato, invece, allo spettatore in sala?

Quest’anno, come ha spiegato il direttore artistico Fortunato Ortombina, si è voluto rendere omaggio a Giuseppe Verdi (1813-1901), del quale nel 2013 ricorre il bicentenario dalla nascita. E dunque nella consueta prima parte esclusivamente orchestrale, Gardiner dirigerà la sinfonia composta da Verdi nel 1872 per la prima milanese dell’Aida, diventata in seguito, per volontà del compositore, una partitura misteriosa, mai eseguita in pubblico all’epoca, riscoperta da Toscanini nel 1940, che la eseguì a New York con la NBC orchestra. A seguire, la Sinfonia n.2 in do minore, op.17, ‘Piccola Russia’ di Petr Il’ic Caikovskij (1840-1893). Ascoltata per la prima volta a Mosca nel 1873, la sinfonia si presenta, come ha commentato Gardiner in conferenza, abbastanza italiana, mostrando un grande senso del teatro drammatico. Nella seconda parte, televisiva, del concerto, entrano in scena la soprano siciliana Desiree Rancatore, un ritorno il suo, ed il giovane, richiestissimo, tenore albanese Saimir Pirgu. Dopo l’esecuzione, interamente orchestrale, del Galop di Gioachino Rossini (1792-1868), ecco la sinfonia tratta da ‘Le siège de Corinthe’ (l’assedio di Corinto), un’opera rappresentata per la prima volta nel 1826, rifacimento in francese di un lavoro napoletano di scarso successo, ‘Il Maometto secondo’. Arrivano infine i brevi estratti da ‘Traviata’, ‘Vespri siciliani’, ‘Rigoletto’, ‘Attila’ e le esecuzioni corali affidate al coro diretto da Claudio Marino Moretti con i consueti ‘Va’ pensiero sull’ali dorate’ da ‘Nabucco’ ed il conclusivo ‘Libiam ne’ lieti calici’, sempre da ‘Traviata’.

Che altro aggiungere? Rimane aperta la questione se si possa eseguire qualcosa di diverso per un concerto di Capodanno, che ci trova d’accordo con quanto manifestato da Sir John Eliot Gardiner. Ma soprattutto, non è cero affidandosi a musiche facili che si potrà educare il pubblico all’ascolto. Si deve puntare alla qualità degli interpreti. Se essa è buona, si potrà senz’altro delineare un programma di qualità, certi che la platea uscirà dal teatro stimolata, di questi tempi, a navigare su internet, per cercare di approfondire quanto ascoltato dal vivo.

Anche quest’anno, sono quattro le date previste. Quelle di sabato 29 e domenica 30 alle 17. Poi stasera, lunedì 31 alle 16. E martedì I°gennaio alle 11 e 15, per la diretta televisiva.

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