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Green Mars: il biologico entra in azienda

Forse non è stato tutto tempo sprecato. Spesso si sostiene che il ’68, e tutti i fenomeni di contorno che hanno dominato il mondo in quel periodo, non abbiano portato cambiamenti sostanziali al destino del mondo: e forse questi detrattori in fondo hanno ragione, in quanto il mondo oggi non è tanto diverso da 40 anni fa, ed in Italia questo è ancora più evidente. Però quel periodo fu pur sempre il primo nel quale la possibilità di cambiare il mondo sembrava concreta, il primo nel quale centinaia di milioni di persone erano disposte a lottare per una società più giusta (cosa che oggi, specialmente in Italia, ce la sogniamo). E così capita che, quarant’anni dopo, un vecchio hippy riesca a compiere una piccola grande rivoluzione in una grande multinazionale. Il sogno di ogni sessantottino, insomma.


L’uomo in questione è Howard-Yana-Shapiro, un ex figlio dei fiori americano, figlio d’emigranti, che vent’anni fa fondò una piccola azienda di agricoltura sostenbile, acquisita nel 1997 da Mars (sì, quella delle barrette di cioccolato). Allora sembrò quasi una "vendita al diavolo": ma piano piano Shapiro è riuscito a far emergere la propria filosofia nell’azienda, fino alla decisione odierna. Ovvero che la Mars ha annunciato che d’ora in poi tutta la sua produzione di cacao seguirà le regole dell’agricoltura sostenibile: salario minimo garantito per i contadini, biodiversità nello sviluppo dell’agricoltura, conservazione delle risorse acquifere. Niente male per un’azienda che di solo cacao produce un valore di un miliardo di dollari l’anno.

Una bella storia, una delle tante che ci raccontano tanti piccoli cambiamenti che forse un giorno, se torneremo ad occuparci seriamente e con più forza del nostro Pianeta, potranno davvero apportare una grande svolta al sistema mondiale. Perchè, come dice Shapiro, "non dobbiamo pensare la breve termine, ma al mondo che esisterà fra cent’anni, a quello che lasceremo ai nostri nipoti".

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