Seconda ed ultima parte del COMUNICATO
Questo
è il nocciolo della questione. A causa delle tradizioni
prettamente umanistiche della nostra cultura, se si ignora chi sia
Dante Alighieri o Alessandro Manzoni si viene considerati - ed a
ragione - degli zotici ignoranti da cui girare alla larga, però
se si ignora la definizione del secondo
principio della Termodinamica o
la differenza tra concetto
di potenza e concetto di energia,
che sono basilari ad esempio in tema di energia, si può
disquisire in materia lanciando anatemi e condannando al silenzio chi
è esperto con la speciosa giustificazione che esprime pareri
viziati dall’essere parte in causa. È questa la follia del
nostro retaggio culturale prettamente umanista, che quando viene
traslata dalla letteratura, alla politica, alla stampa diventa una
calamità in grado di produrre sconquassi disastrosi, come
l’uscita dal nucleare e l’esaltazione del cancro delle
rinnovabili. Siamo all’inconsapevole suicidio collettivo.
Anche
il Consiglio
Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti,
già dalla scorsa consiliatura, si è posto il problema
della preparazione di base dei giornalisti, ma lo stesso sacro furore
suscitato dal fatto che taluni cronisti di giudiziaria ignorassero la
differenza tra “Gip” e “Gup” non c’è stato di fronte
ai reiterati interventi dell’ingegner Prinzi,
allora Membro di quel Consiglio, sull’omologa questione “kW” e
“kWh”. È stata ritirata la convenzione ad un certo numero
di scuole universitarie di giornalismo, giudicate inadeguate e
inadempienti ai nuovi canoni fissati per il loro riconoscimento, ma a
nessuna di esse è stato imposto che tra i loro programmi vi
siano anche i primi rudimenti di cultura tecnica e non solo gli
insegnamenti su come manipolare l’opinione pubblica, perché
questo il Cirn ritiene sia sostanzialmente Scienza della
Comunicazione applicata al Giornalismo.
Allora
ecco i disastrosi risultati. L’Ansa
che - ci viene fatto notare
viene finanziata con trenta
miliardi di euro l’anno
di fondi pubblici, quindi
con le tasse dei cittadini, ignorando persino le più
elementari regole di deontologia sul pluralismo e completezza
dell’informazione, trattando di energia, tema in cui domina la
confusione tra chilowatt e chilowattora citati a caso e talvolta
(probabilmente per errore, a causa della legge sui grandi numeri)
persino in maniera pertinente, censura quanto non rientra nella
visione ideologica dei suoi cronisti, e per questo finisce con il
passare notizie amene come quelle del recupero energetico dagli
scarichi dei gabinetti, ma ignora sistematicamente e pertinacemente
quanti, magari coloritamente ma con dati oggettivi e argomentazioni
tecniche, contestano queste loro vespasiane infatuazioni energetiche.
Certo,
il Comitato
Italiano per il Rilancio del Nucleare
non pretende, pur non
discriminando nell’invio dei suoi comunicati, che chi fa
comunicazione e non informazione pura, riprenda e diffonda le sue
prese di posizione. Non siamo abbonati o utenti dei servizi di queste
aziende di comunicazione, semplicemente perché non possiamo
permettercelo. Al contrario le organizzazioni ecoambientaliste
dispongono persino di natanti e di flottiglie, mentre noi della
“lobby nucleare” possiamo al massimo permetterci solo una
“ciambella” gonfiabile del tipo più economico, magari
acquistata dai cinesi.
Riteniamo
però nostro diritto e, soprattutto, diritto
irrinunciabile dei contribuenti-utenti
che con le loro tasse
mantengono in vita organismi che pomposamente si ergono a garanti
dell’informazione, venire correttamente informati, in particolare
se la particolare fonte contraddice in maniera documentata e ben
argomentata convinzioni diffuse correnti. Forse il punto debole sta
proprio in questo. Chi confonde chilowatt con chilowattora può
giudicare solo su base ideologica,
nell’ottica di una fede ecoambientalista omologa a quella che portò
i pii giudici del Santo
Uffizio a
rifiutarsi di guardare dentro il cannocchiale, ritenuto strumento del
demonio, e condannare Galileo Galilei. Oggi a svolgere tale funzione
vi sono degli oscurantisti dediti al culto animista e panteista
tipico di certo talebano ecoambientalismo.
Fortunatamente
i funzionari
ministeriali, tra
cui presumibilmente un congruo numero di ingegneri, che ci leggono
come destinatari istituzionali dei nostri comunicati che inviamo a
tutti i competenti ministeri, sono più attenti ed aperti degli
operatori dell’informazione, se i
politici da loro assistiti cominciano
a rendersi conto di quale “chiotinata” sia il Protocollo
di Kyoto, che ha
dato vita, secondo la scherzosa definizione dell’ingegner
Pietro Lamendola, al
Kyotestantesimo,
una religione talebana ed intollerante, votata al sacrificio ed al
suicidio collettivo.
Si
richiama al riguardo l’attenzione su due esposizioni dell’ingegner
Giorgio
Prinzi, Segretario
del Comitato Italiano per il Rilancio del Nucleare, la prima del 12
gennaio 2008 , la seconda del 28 febbraio 2010 , in tema di “effetto
serra” e di mutamenti climatici consultabili alle pagine web:
http://www.politicamentecorretto.com/index.php?news=2149
http://www.politicamentecorretto.com/index.php?news=20792
Si
torna a fare appello all’Ordine
dei Giornalisti e al
loro Sindacato
unitario perché
prendano coscienza che su tematiche di questo genere si gioca la
credibilità di tutta la categoria, che assolve, o almeno
dovrebbe assolvere, ad un delicatissimo ruolo cardine di mediazione
ed intermediazione tra fonti di informazione ed opinione pubblica,
informando e formando la quale vengono influenzate anche le scelte
politiche strategiche e di fondo, dalle quali dipendono le sorti del
Paese. Se l’informazione non svolge la sua funzione in maniera
consona ed adeguata, le conseguenze possono divenire catastrofiche,
come nel caso contingente delle scelte energetiche nazionali.
RECAPITI
CIRN
Comitato
Italiano per il Rilancio del Nucleare
06.7049.6222
339.12.67.704
[email protected]