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Gramsci binettiano ante litteram

"Non è quindi solo la ripugnanza per il rito, per l’esteriorità, per il simbolismo ormai vuoto di ogni contenuto di fede che (...) ci tiene lontani dal cattolicesimo. E’ l’antitesi insanabile delle idee".
(Antonio Gramsci, 21 giugno 1916)
 


Non è rilevante se Gramsci si sia convertito in punto di morte e se dal lontano 1916 quella talpa rivoluzionaria di Cristo abbia scavato e scavato e scavato. Ha ragione Beppe Vacca: anche se fosse vero - e prove non ce ne sono - non ci sarebbe nulla di scandaloso. Lo scandalo sarebbe scovare in qualche vecchio scritto una tirata alla Giuliano Ferrara e usarla - dopo averla proditoriamente decontestualizzata - per far diventare Gramsci un binettiano ante litteram.

"La scienza ha il compito disinteressato di rintracciare rapporti nuovi tra le energie, tra le cose. Fallisce solo quando diventa ciarlataneria (...) Il ritrovato scientifico segue la sorte comune di tutti i prodotti umani in regime capitalistico; diventa merce, oggetto di scambio (...) Ecco che il dottor Carrel ha aperto una via nuova alla chirurgia: le possibilità di innesti umani si moltiplicano (...) il dottor Voronov ha già annunziato la possibilità dell’innesto delle ovaie. Una nuova strada commerciale aperta all’attività esploratrice dell’iniziativa individuale. Le povere fanciulle potranno farsi una dote. A che serve loro l’organo della maternità? Lo cederanno alla ricca signora infeconda che desidera prole per l’eredità dei sudati risparmi maritali (...) venderanno la possibilità di diventar madri: daranno fecondità alle vecchie gualcite, alle guaste signore che troppo si sono divertite e vogliono recuperare il numero perduto. I figli nati dopo un innesto? Strani mostri biologici, creature di una nuova razza, merce anch’essi, prodotto genuino dell’azienda dei surrogati umani, necessari a tramandare la stirpe dei pizzicagnoli arricchiti".
(Antonio Gramsci, 6 giugno 1918)

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