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Francesca Tomasini sfida i vertici IdV

Francesca Tomasini lancia in Rete il suo secondo video-messaggio per raccontare la propria esperienza all’interno dell’Italia de Valori. Un atto di accusa molto duro e preciso nei confronti dei vertici del partito ed una presa di coscienza dei valori della militanza. Un discorso che ogni iscritto, militante o simpatizzante dell’ IDV dovrebbe ascoltare. Un punto di partenza importante per una riflessione seria sulla deriva involutiva che sta stravolgendo i valori fondanti del partito:

Francesca Tomasini sfida i vertici IdV

Leggi la trascrizione del discorso:
 
"S.O.S. Italia dei Valori - UPDATE


Dopo aver diffuso in rete un primo video, intitolato “S.O.S. Italia dei Valori”, ho deciso di realizzarne un altro: questo. Attraverso il quale approfitto per comunicare a chi ha seguito la mia vicenda di aver momentaneamente - e solo momentaneamente - sospeso la pubblicazione della mia documentazione sul blog www.francescatomasini.info
. E non senza un perché.

Nel frattempo, nel dicembre del 2009, mi è venuta la balzana idea di domandare i verbali degli ultimi Consigli direttivi regionali tenutisi in Friuli, nonché di un’assemblea di partito del settembre 2008. Mi ha risposto il Coordinatore regionale dicendomi che la richiesta non poteva essere accolta. Questo a ricordo ed in nome della famosa trasparenza.

Dopodiché mi ha comunicato che, sulla base di un deliberato dell’Ufficio di Presidenza risalente allo scorso giugno 2009, ribadito a più riprese nell’Esecutivo Nazionale, starebbe valutando la compatibilità della permanenza della sottoscritta quale aderente di Italia dei Valori.

Quindi una cosa del genere, dopo tutto il casino che ho fatto, io la vengo a sapere, anzi a scoprire, a distanza di 6 mesi. E per puro caso.

Ed è curioso davvero perché, a fine maggio 2009, consegnavo personalmente una lettera in mano al Presidente Antonio Di Pietro, ricevendo poi dallo stesso un’email di stima - mai successivamente smentita - in cui il Presidente riconosceva nelle mie dimissioni da consigliere comunale un atto di coraggio e di denuncia che mi aveva fatto onore. Queste le sue testuali parole.

Preciso che la mia era una lettera di denuncia rispetto alla conduzione locale del Suo partito.

Che dire: evidentemente la comunicazione interna, come del resto la coerenza, con l’IdV poco c’azzeccano...

Io credo proprio che non ci siamo capiti, Presidente Di Pietro.

Mi sono spesa come consigliere comunale, peraltro in una posizione gravosa, quella dell’opposizione autonoma, ero capogruppo di me stessa, solissima in Consiglio, dovevo presenziare a tutte le commissioni, il partito non mi pagava nemmeno l’abbonamento al Messaggero locale, dovevo esprimermi sulle questioni più svariate (e tengo a precisare che nel Comune di Maniago, le questioni da affrontare - per chi ricopre una posizione come quella che ricoprivo io in Consiglio - oltre che svariate, erano e sono, soprattutto dal punto di vista ambientale, serissime!), al contempo dovevo lottare all’interno del mio stesso partito per pretendere semplicemente il rispetto di ciò che all’esterno continuava ad essere proclamato, ho raccolto firme nei banchetti, mi sono dannata a mendicare consulenze tecniche bussando alla porta di un esperto piuttosto che di un altro.
Tempo, soldi, energie, tutto a mie spese.

Ho anche lavorato (per niente!) come componente della commissione di revisione dello Statuto regionale, portando alla luce cosa davvero significhi, nel sistema attuale, svolgere in modo serio e dignitoso il complicato ruolo del consigliere comunale, specie se di opposizione e in posizione autonoma, con un gettone di presenza da 41 euro che non è sufficiente nemmeno a ripagarsi delle telefonate che si fanno. Ma l’unico risultato è stato quello di sprecare inutilmente altro sudore, visto che la bozza dello Statuto non è mai stata portata all’attenzione dell’Assemblea regionale.

E, alla fine, dopo aver semplicemente chiesto l’indispensabile collaborazione interna di cui necessitavo, dopo non essere mai stata ascoltata, ma anzi ostacolata, di recente vengo addirittura diffamata pubblicamente, a mezzo stampa, per aver detto la pura e semplice verità anche, ma non solo, rispetto ad un silenzio troppo a lungo mantenuto dal partito a fronte di una questione ambientale prioritaria e riguardante la tutela della salute pubblica nella zona in cui vivo (tra parentesi, la trasformazione del cementificio locale in un inceneritore).

No Presidente, mi sa proprio che non ci siamo capiti.
Il fatto è che voi lo sapete, lo sapete bene, che le forze, il tempo e i mezzi a disposizione di semplici militanti che pretendono coerenza tra il dire e il fare e che, a un certo punto, esigono delle risposte dal partito - perché di questo poi si tratta - sono insignificanti rispetto ai vostri.

Lo sapete scientificamente e dal principio che la battaglia è impari.
Tanto ci pensa il sistema a schiacciare in silenzio chiunque provi sul serio a scalfirlo dall’interno, non è vero?

Presidente Di Pietro, la totale indifferenza mantenuta da Lei e dalla Sua dirigenza, compresa Sonia Alfano (peraltro messa a conoscenza del mio specifico caso!), il vostro silenzio di fronte alle più che legittime domande sollevate da molti tesserati, nonché dal gruppo “S.O.S Italia dei Valori” (fondato da Gaetano Montalbano) spontaneamente sorto in rete e da voi completamente ignorato - anche se attentamente osservato, questo lo sappiamo - è ormai inaccettabile ed ingiustificabile.

E che ci dice, Presidente, dei diritti di informazione di tutti i tesserati riguardo ai fondi elettorali del partito, che sono piovuti a milioni di euro e della cui gestione mi risulta non si sappia nulla, ad eccezione di poste di rendiconto ingenti quanto generiche e indecifrabili?

E’ vero che i rendiconti sono stati approvati soltanto da Lei, senza nessun controllo?
E’ vero che Lei ha costituito, assieme ad un familiare e ad un fiduciario, un soggetto giuridico diverso rispetto al partito e che però ne porta lo stesso nome?

Chi pretende trasparenza nei bilanci, chi riveste ruoli di direzione e di responsabilità all’interno di qualunque partito, ma soprattutto un ex magistrato che si è fatto conoscere per l’assoluta intransigenza applicata nei confronti altrui, deve dare risposte esaustive ed inequivocabili a domande come queste, giustificando anche l’ultimo centesimo di euro.

Concludendo, oggettivamente, io a questa tessera non so più che valore dare. Però VOGLIO che qualcuno abbia il coraggio di buttarmi fuori dal partito quando, a breve, ne chiederò il rinnovo.

A quel punto sarò davvero curiosa, Presidente Di Pietro, di vedere quale trattamento mi verrà riservato.

Sia chiaro però, con o senza questa tessera, la mia battaglia andrà avanti comunque, perché non si tratta di una battaglia contro l’IdV. Si tratta della MIA di battaglia, di quella per i principi nei quali - da sempre - e veramente, io credo.
Come tutti quei giovani che, ugualmente a me, hanno diritto di sperare in un futuro migliore.

Se poi il miracolo dovesse mai avvenire e questo partito resuscitasse nel vero senso del termine, beh allora persone come Elisabetta Di Carlo, Anna Rivelli, Massimo Barberio, Fabrizio Chitti, Manuela Cappello (tanto per citare solo alcuni tra dissidenti o ex dissidenti), anziché bistrattarle, le andrete a cercare col lanternino. Ammesso che siano ancora disponibili o interessate.

In ogni caso, su un tale miracolo, ho personalmente fortissime e motivate perplessità.

Di sicuro io - che a questa Italia dei Valori ho soltanto dato, mettendoci anche la faccia, io che come tantissimi altri sono andata con il ghiaccio sulla strada a raccogliere firme contro il Lodo Alfano - il trattamento denigratorio che alla fine ho dovuto subire e che mi è stato riservato da un coordinatore provinciale ex Udeur, oltre a non meritarlo, non lo accetto davvero.

(Pezzo musicale di sottofondo in chiusura)

Sono entrata in un partito perché, oltre a identificarmi in determinati principi, ero convinta che da sola – cioè senza una struttura alle spalle – sarebbe stato tutto molto più difficile, diciamo pure impossibile. Come in effetti è.
Poi ho scoperto che per far morire qualcuno in politica non serve molto: basta l’isolamento.

Tanto che, ad un certo punto, a uno restano solo due possibilità: ADEGUARSI oppure ANDARSENE.

Nel mio piccolo, in Consiglio, ho resistito finché ho potuto ed anche di più.
Ma francamente, non si può accettare di venire sfruttati, ostacolati e lasciati soli nel proprio impegno, mentre le istanze che raccogli non vengono né ascoltate né discusse nelle dovute sedi istituzionali e di partito, alla faccia tua, del programma sottoscritto e dei cittadini che rappresenti.

Credo che i partiti siano dei contenitori indispensabili.
Ma i partiti - tutti - oltre a selezionare i migliori elementi, usando come criteri primari quelli dell’onestà intellettuale, delle capacità, delle competenze e del coraggio, inteso come vera forma di indipendenza, dovrebbero incominciare ad essere organicamente utili per servire seriamente a qualcosa, venendo peraltro gestiti in modo davvero trasparente e democratico.

I partiti si devono occupare di sostenere, nel senso più ampio del termine, l’azione politica di chi, all’interno delle istituzioni, soprattutto a livello comunale, è tenuto a rappresentare il cittadino.

Sottolineo la dimensione comunale in quanto, a fronte dell’esperienza vissuta, so bene quanto il lavoro, lì, sia oltre modo impegnativo e di grande responsabilità.
Tutto questo, affinché l’attività di ascolto e di rappresentanza possa esplicarsi in modo onesto, oltre che qualitativamente valido. E non già mediante una semplice alzata di mano a favore o contro questioni di cui, spesso, si ignora la portata e persino la gravità.

DESIDERO ESPRESSAMENTE ESSERE ANNOVERATA
TRA I DISSIDENTI IDV CHE IL PRESIDENTE DI PIETRO,
SENZA NEMMENO IL CORAGGIO DI CHIAMARLI PER NOME E COGNOME,
HA RECENTEMENTE E PUBBLICAMENTE DEFINITO:
“PICCOLE PERSONE”.

IO SONO UNA DI QUELLE.



Dedicato
esclusivamente
a chi non ha padroni.
www.francecatomasini.info
 
Ascolta il video-messaggio:
 

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