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È ora di finirla: Giulio non se l’è andata a cercare e non era una spia

Il 14 ottobre 2021 inizia il processo per l'omicidio di Stato di Giulio. Un processo che inizia nell'assenza di una qualsiasi cooperazione giudiziaria tra Italia ed Egitto, malgrado tutto i rapporti diplomatici continuano nell'assoluta normalità, come se nulla fosse successo, come se nulla stia accadendo. 

Giulio era in Egitto per conto dell'Università di Cambridge. Era lì come ricercatore universitario, un lavoro sul campo, in un contesto difficile, delicato, come quello dei sindacati governativi e indipendenti. Si era fidato della sua tutor, si era fidato della sua Università. Il sistema di protezione adottato dall'Università è stato nullo, altrimenti non sarebbe accaduto quello che è accaduto.
 
Hanno ucciso Giulio, hanno ucciso altri cinque ragazzi innocenti, altre famiglie distrutte, hanno attuato un sistema di ritorsione in pieno stile mafioso colpendo ovunque e chiunque potesse mettere in discussione l'operato dei vertici della National Security e dell'operato del figlio di Al Sisi, guarda caso allontanato dall'Egitto e fatto riparare in Russia in fretta e furia. Ma questa è un'altra storia, forse. La cosa che puntualmente si ripete nei confronti di Giulio è che fosse sostanzialmente una spia o che se l'è andata a cercare. E la cosa è grave. Nessuno può sapere che uso lecito o non lecito ne facessero degli studi dei propri ricercatori o studenti universitari in determinati contesti, quelli di Cambridge. Questo bisogna chiederlo a Cambridge i ricercatori facevano le loro ricerche. Punto. Deve essere Cambridge a venirlo spiegare anche per mettere fine a certe illazioni pesantissime. Che si è chiusa in un silenzio atroce.
 
Come se la questione non la riguardasse, non la sfiorasse, neanche quando, direttamente o indirettamente si insinua che Giulio potesse essere una spia, consapevole o inconsapevole. Neanche quando viene direttamente chiamata in causa. Cosa che va ad infangare o mettere in discussione anche la stessa Università oltre che Giulio. L'ultima, per dire, è venuta fuori addirittura in un contesto alieno alla vicenda dell'omicidio di Giulio. Nell'audizione del processo della strage di Bologna. I media hanno reso noto che un "ex ufficiale dei servizi segreti italiani. Durante un'audizione come testimone nell'ambito del nuovo processo sulla strage di Bologna del 1980, l'ex Sismi Mario Grillandini ha paragonato Regeni ai cosiddetti "viaggiatori legali", persone attraverso le quali i servizi ottengono informazioni". Quindi alla domanda posta durante il processo dall'avvocato Merluzzi, di parte civile, sui viaggiatori legali, Grillandini così risponde: I viaggiatori legali erano agenti di commercio, tutti impiegati dell'ICE erano potenziali viaggiatori legali, per poi puntualizzare, è una prassi normale dei servizi, quel ragazzo Regeni che hanno ammazzato in Egitto era un viaggiatore legale per conto degli inglesi. Affermazione che ha spiazzato le parti nel processo come si può ascoltare nella registrazione della seduta. 
Così. Di botto. Sulla base di quali informazioni Grillandini, che non è uno qualunque,visto il suo passato, ha sostenuto una cosa del genere? In un contesto totalmente estraneo alla vicenda della strage di Bologna, poi? E Cambridge come può tacere? Una roba da non credere. Eppure è successa. L'altra questione è quella che da marzo 2021 è presente nel sito Viaggiare Sicuri della Farnesina:

Ogni connazionale che si rechi nel Paese, per motivi professionali, di studio o turistici, deve essere pienamente consapevole di tale contesto generale, così come dei rischi di detenzione o di altre misure coercitive connesse alla partecipazione ad attività politiche o anche soltanto a discussioni potenzialmente ricollegabili al contesto politico interno, come il brutale omicidio di Giulio Regeni dimostra. Come noto, nel 2016, è stato rinvenuto vicino al Cairo il corpo del giovane ricercatore italiano, torturato e barbaramente ucciso. Insomma in modo gentile si dice se l'è andata a cercare? E questa è l'ennesima modifica su Giulio che interviene in quel sito, dove è totalmente sparita la questione del richiamo dell'ambasciatore dal Cairo. Come se non fosse mai avvenuta, appunto. Strane manovre alle porte di un processo fondamentale. Non solo più verità ma ora si è anche sulla parola giustizia sui cui si fa leva, quella che fa forse più paura. Giulio non era una spia, nè consapevole, nè involontaria, Giulio non se l'è andata a cercare. Giulio si era fidato della propria Università, di Cambridge. Cambridge non l'ha protetto. Una riflessione infine andrebbe fatta sui servizi segreti italiani. Viene da domandarsi, possibile che quando gli egiziani hanno prelevato Giulio nella metro e lo hanno sequestrato, visto che di lui sapevano sicuramente delle cose, lo stavano seguendo, visto che sapevano certamente che fosse italiano, e visti i rapporti ottimi tra Italia ed Egitto, anche sul fronte della collaborazione militare, che non abbiano gli egiziani chiesto alcuna informazione ai colleghi dei servizi italiani? Magari tramite qualche aggancio? Qualche messaggero? Possibile che i servizi italiani fossero totalmente ignari delle sorti di Giulio?

mb

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