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Divorzio e separazione: quando l’amore diventa odio

Amare richiede umiltà e saggezza, perché ogni persona va amata per quello che è e non per quello che si vorrebbe che fosse. Vanno accettate le qualità ma anche i difetti. Ma forse più di tutto, la persona amata non va mai giudicata, ma considerata anche attraverso le proprie fragilità e debolezze.

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La lotta tra Odio e Amore si inserisce nella guerra imperitura che oppone il Male al bene e che da sempre ha segnato la storia del genere umano. Se è vero che l'Amore è l'arma più efficace contro l'Odio è altrettanto vero che è proprio dalla mancanza d'Amore che possono nascere le più feroci forme di Odio. 

Una volta, nella società paternalistica, l'Odio nelle famiglie era limitato da tabù e tradizioni che imponevano la figura dominante del padre padrone. Le donne totalmente succubi erano spesso usate dai loro mariti al limite della schiavitù e soffocavano l'espressione del loro Odio grazie all'Amore incondizionato che avevano nei confronti dei figli. Questi crescevano nel timore dell'autorità del padre ma non nell'Amore di entrambi i genitori e questa carenza col tempo rischiava spesso di tramutarsi in espressioni degenerative di Odio. Ovviamente non si possono operare facili generalizzazioni perché anche in quei tempi esistevano famiglie dominate dall'Amore. Ma bisogna riconoscere che il paternalismo assoluto ha creato più danni che benefici.

Oggi, con l'aumento costante dei divorzi e delle famiglie allargate, sono sorte nuove problematiche, ma l'Odio trova comunque sempre terreno fertile o nella mancanza di Amore o nella incapacità di capire e accettare pienamente e serenamente le scelte del mondo adulto da parte degli adolescenti che sono ancora in una fase della vita in cui il carattere è fragile perché in formazione e quindi come autodifesa spesso agiscono con inaudito egoismo mettendo al centro la loro persona in ogni situazione.

 Tuttavia, questi individui non vanno condannati, né trascurati, ma compresi, cercando di farli crescere dando loro ancor più Amore rispetto a prima. La fine di un rapporto sentimentale è una scelta che appartiene soltanto a coloro che l'hanno costruito e i figli devono accettare e rispettare questa svolta, perché Amare non significa volere e avere a tutti i costi una situazione che ci è congeniale e nemmeno considerare la persona amata come una proprietà esclusiva al nostro servizio. Quindi deve rimanere l'autorevolezza della figura di ogni genitore e non dev'essere sostituita con l'autorità gratuita che potrebbe essere considerata dall'adolescente come una forma di oppressione ulteriore rispetto alla situazione che viveva prima.

L'Amore è l'antidoto migliore per cercare di arginare le degenerazioni che portano l'adolescente a considerarsi tradito da uno dei genitori o da entrambi e a rifugiarsi in un Odio crescente che potrebbe condurlo a ricercare altrove forme di identificazione sociale che potrebbero risultare deleterie per la sua crescita e evoluzione. Questa fase passa necessariamente attraverso un ascolto costante e crescente del soggetto interessato e quando lui manifesta il proprio odio porgere l'altra guancia e continuare imperterriti a fargli capire che non rinuncerai mai ad amarlo. E quando compierà azioni dimostrative per farsi notare e far cogliere il proprio disagio, alternare l'indifferenza nei casi trascurabili e la propria autorevolezza (senza dimostrare alcuna cattiveria, né violenza) con la giusta e dovuta fermezza in quelli più gravi. 

So bene che è facile parlare (specie da parte del sottoscritto che mai è stato padre) e che la realtà è molto più complessa perché ogni essere umano è unico e irripetibile, ma considero che soltanto l'Amore ad oltranza profuso ogni giorno secondo le modalità che più si ritengono opportune, può davvero distruggere l'Odio e questo anche perché odiare richiede un dispendio di energie ben più grande che amare e alla fine della fiera porta soltanto ad un risultato: la propria distruzione.

Yvan Rettore

Questo articolo è stato pubblicato qui

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