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Diritti, il Bahrein attacca il Parlamento europeo: “Serve interessi ostili”

In Bahrein va tutto bene e la risoluzione di condanna delle violazioni dei diritti umani, approvata il 12 marzo dal Parlamento europeo, si basa su “fatti non corretti” ed è “al servizio di agende straniere contro il Regno”.

Tradotto in altri termini, i difensori dei diritti umani ancora in libertà e in grado di denunciare le violazioni dei diritti umani nello stato-isola del Golfo persico sono al soldo dell’Iran e il Parlamento europeo farebbe bene a farsi i fatti suoi.

Il virgolettato, attribuito al vicepresidente del Comitato per la sicurezza nazionale Isa al-Dosari, prosegue affermando che “la risoluzione è unilaterale e ignora i progressi fatti nel campo dei diritti umani alla luce del progetto di riforme guidato da Sua Maestà il Re King Hamad bin Isa Al-Khalifa” (nella foto).

Il Bahrein sarebbe dunque, secondo le fonti di governo, un altro Rinascimento della Penisola araba.

Cos’è che ha fatto stizzire le autorità bahreinite? Il fatto che il Parlamento europeo, in occasione del decimo anniversario della rivolta del 2011, abbia preso posizione contro gli arresti arbitrari, i procedimenti penali ai danni dei difensori dei diritti umani, il perdurante diniego dei diritti civili e politici di manifestazione, associazione ed espressione e l’uso della pena di morte, con due condanne pronte a essere eseguite – nei confronti di Mohammed Ramadan e Husain Ali Moosa – al termine di processi irregolari basati su confessioni estorte con la tortura.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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