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Dimesso un Papa se ne fa un altro

Dimesso un Papa se ne fa un altro. Questo sarà il nuovo “detto” destinato a sostituire "morto un Papa se ne fa un altro". Una notizia che ha invaso tutto il mondo. E ciò è significativo per comprendere il potere del Vaticano.

 
 

Il Papa afferma di dimettersi in particolar modo perché “nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di San Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato”.

È singolare notare come Hans Küng, teologo di fama internazionale, nel 2010 scriveva una lettera aperta e condivisa da molti Vescovi, "Lettera aperta ai vescovi di tutto il mondo" (Sei proposte per il rinnovamento della Chiesa) dove esplicava che:Crediamo che il pontificato di Benedetto XVI si sia esaurito. Il Papa non ha l’età né la mentalità per rispondere adeguatamente ai gravi e urgenti problemi che la Chiesa cattolica si trova a dover affrontare. Pensiamo quindi, con il dovuto rispetto per la sua persona, che debba presentare le dimissioni dalla sua carica”.
 
Chiedeva le dimissioni del Papa, cosa oggi avvenuta e denunciava in sei punti programmatici cosa dovrebbe essere la Chiesa del futuro:
1. Non tacere.
2. Porre mano a iniziative riformatrici.

3. Agire collegialmente.
4. L’obbedienza assoluta solo a Dio.
5. Perseguire soluzioni regionali.
6. Chiedere la convocazione di un Concilio.
 
È anche singolare notare come le dimissioni del Papa saranno effettive dal 28 febbraio, data che nella storia della Chiesa ha una sua rilevanza. Il 28 febbraio, anno 870, si concludeva Il Concilio di Costantinopoli VI (IV ecumenico). È generalmente considerato dai Cattolici l'ottavo Concilio generale. Esso affermò il primato di giurisdizione di Roma; condannò l'iconoclasmo e cercò di sconfiggere i sostenitori di Fozio (circa 810 - 895 circa). Questi fu poi nuovamente insediato, deposto di nuovo, ma venerato come santo dagli Ortodossi. Nel canone ventunesimo emanato dal Concilio, il papa Adriano II riconobbe per la prima volta la priorità di Costantinopoli su Alessandria.
 

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