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Diaro di un ergastolano in semilibertà

 

1/08/2017

Un lettore, Pietro, dopo aver letto il mio ultimo articolo “Suicidi d’estate”, mi ha scritto queste malinconiche ma bellissime parole:

Tutto tace

Leggo e rileggo

A volte le parole diventano ago e filo che cuce il pianto

Sembra una lenta pagina che si gira solo se viene soffiata via

Quante vite soffiate via nell’indifferenza di un gesto

Un gesto pensato, desiderato e commesso

Carmelo, le tue parole sono ago, pianto, rabbia silenzio … ma hanno la forza di dire e far riflettere come i piedi bruciati di Pinocchio.

Leggo e rileggo …

 

2/08/2017

Il carcere d’estate con le sue sbarre, ferro e cemento armato, è uno dei luoghi dove si muore dal caldo, perché di giorno accumula il caldo e poi anche alla sera non riesce a liberarlo e lo fa respirare ai suoi prigionieri.

Ieri sera la mia cella sembrava un forno e per trovare un po’ di frescura questa notte ho dormito per terra.

 

3/08/2017

Una lettrice, Jenny, che ha letto il mio ultimo libro “Angelo SenzaDio” mi ha scritto queste belle parole:

Caro Carmelo, la disperazione che ho letto tra le tue pagine mi ha insegnato a conoscerti, a cogliere la sensibilità che ti abita e che ti ha dato forza. 

Quelle sensazioni vive e così nitide sono troppo reali e vere per essere inventate.

Caro Melo sei uno tra gli incontri più belli che abbia fatto negli ultimi anni!

La tua lotta è continuare a credere nell'Amore e nella Pace dentro e fuori di te, perché con quelle apri non solo porte, ma portoni sulla vita tua e della gente tutta.

Ti abbraccio!

4/08/2017

Questa è la prima estate che passo fuori dopo ventisei anni di carcere, probabilmente è anche una delle più calde, ma sono felice, anche se alla sera devo dormire in carcere.

5/08/2017

Sta ritornando il sovraffollamento nelle carceri e oggi ho letto una normativa europea che stabilisce che per ogni gallina ovaiola da allevamento debba essere assicurato uno spazio necessario e rispettoso della sua vivibilità, seppure ristretta. Mi è venuto da sorridere amaramente, domandandomi perché questo diritto non sia garantito per la popolazione detenuta, sia nelle celle che quando siamo tradotti con i blindati da un carcere all’altro.

6/08/2017

Oggi ho raccontato la mia storia a un numeroso gruppo di ragazzi e ragazze e a un certo punto mi sono commosso e ho pensato che forse mi sto rincoglionendo. Uno di loro mi ha chiesto se i libri mi hanno aiutato a non impazzire. Gli ho risposto che i libri mi hanno salvato la vita perché dentro di loro c’è scritto un pezzo di ognuno di noi e le storie che leggiamo ci servono per confrontarci e vederci dentro, come in uno specchio.

7/08/2017

Per tirare su di morale una studentessa ansiosa, a cui ho dato una mano per la stesura della tesi, e ora al suo ultimo esame, le ho scritto: “Gli esami sono una prova terribile anche per i meglio preparati, perché l’uomo più sciocco può sempre fare una domanda a cui l’uomo più saggio non sa rispondere”.

8/08/2017

Ogni mattina mi viene in mente che, per un quarto di secolo, ho sempre pensato che non avrei mai avuto nessuna possibilità un giorno di uscire libero dal portone di un carcere, invece sono nove mesi che lo faccio.

E sono tanto felice, anche se alla sera mi tocca entrarci di nuovo dentro.

 

9/08/2017

La struttura della Comunità Papa Giovanni XXIII fondata da Don Oreste Benzi dove lavoro confina con il cimitero del paese.

Ogni tanto, anche per riflettere e trovare un po’ di pace interiore, vado dentro e mi faccio un giro fra le tombe.

E oggi mi è venuta in mente una frase che avevo letto in un libro tanti anni fa: “I morti sono sciolti da tutti i problemi meno da uno solo, quello di essere stati vivi”.

 

10/08/2017

Un compagno, semilibero come me, ieri sera si è sfogato dei problemi familiari che sta avendo, dopo tanti anni di carcere lontano dai suoi cari.

E ancora una volta ho avuto la conferma che la sofferenza non pesa solo sui detenuti, ma soprattutto sulle persone a essi legate.

Una volta entrati in carcere, la vita cambia completamente, viene stravolta, anzi, la vita vera viene allontanata e con essa gli affetti.

 

11/08/2017

A una domanda sul perché il carcere produca criminalità, ho risposto che uno dei motivi è che dentro le mura di una prigione non c’è amore sociale, per cui alla lunga molti detenuti, invece di migliorare, peggiorano.

 

12/08/2017

Agli ergastolani malati, per tirare su il morale, dicevo spesso che il destino, per farci soffrire di più, ci avrebbe fatto morire per ultimi, purtroppo non sempre è cosi.

Oggi ho ricevuto queste righe dal carcere di Padova, con la notizia che un altro ergastolano ha finito di scontare la pena prima dell’anno 9.999, come abbiamo scritto nel certificato di detenzione:

(…) è morto Carmelo, zio Carmelo, l’ergastolano calabrese che si chiamava come te, sempre elegante e affabilissimo. È svenuto sulla soglia della chiesa quando stava per andare a messa. Se lo sono portato via, e dopo tre settimane è morto. In trentadue anni di carcere neanche un permesso. Con me si era sempre comportato benissimo, un po’ ripetitivo magari, ma sono sicuro che aveva qualcosa da insegnare al mondo. Insegnare non vuol dire riprodurre come un copia/incolla. Insegnare vuol dire come cazzo siamo arrivati a questo punto, perché facciamo certe scelte e quanto sia difficile, difficile, difficile, staccarsi dalla corrente, rimettersi in gioco, sputare sangue e non perdere la voglia di vivere un po’ meglio.

 

13/08/2017

Ho saputo che hanno arrestato di nuovo un mio amico che era uscito dopo tanti anni di carcere e mi dispiace molto.

Purtroppo molti prigionieri quando escono dal carcere non hanno nessuno e la loro sorte è già segnata.

E non è facile ribellarsi al destino.

 

14/08/2017

A fine anno pubblicherò un altro libro; per fortuna in tanti anni di carcere non ho fatto altro che scrivere, perché avevo letto questa frase che mi aveva colpito: “È molto diffusa fra i detenuti la sensazione che il tempo passato nell’istituzione sia sprecato, inutile o derubato alla propria vita”. Anch’io un tempo pensavo che fosse così, poi ho iniziato a scrivere e il mio tempo perso si è trasformato in tempo ben speso.

 15/08/2017

Oggi è il mio primo Ferragosto che passo, almeno di giorno, fuori dal carcere.

L’estate, per il caldo e per la sensazione di solitudine e di esclusione dal mondo di fuori, è il periodo più tremendo per chi sta in carcere. E oggi il mio pensiero va a tutti i detenuti, soprattutto agli ergastolani, che di estati così ne hanno vissute fin troppe.

 

16/08/2017

Oggi ho accudito per qualche ora Pio, un ragazzo che non va mai lasciato solo perché nato con varie patologie. Viene alimentato con le flebo, non può muoversi da solo e non parla, interagisce solo con gli occhi e con i sorrisi. Pe tenergli compagnia gli ho fatto ascoltare un po’ di musica mentre io mi sono messo a lavorare al computer.

 

17/08/2017

Anche oggi è stata una giornata caldissima.

E mi sono ricordato che quando ero detenuto tutto il giorno d’estate l’afa mi faceva aumentare l’ansia e l’angoscia: dormivo di meno, ed era peggio, perché di notte la nostalgia e il desiderio di libertà sono più forti.

 

18/08/2017

Un amico di penna, che mi ha scritto in carcere per tanto tempo e che in questi giorni ho ritrovato in rete, mi ha fatto un sacco di complimenti per come ho affronto la prigione: “Ammiro la tua caparbietà, il tuo coraggio e la tua determinazione” . Mi ha fatto sorridere, non ci vedo nulla di eroico perché in fondo in tutti questi anni non ho fatto altro che sopravvivere.

 

19/08/2017

Un mio compagno mi ha scritto che purtroppo è stato coinvolto in una rissa fra detenuti e per punizione lo hanno trasferito.

Gli ho dato la mia solidarietà perché in carcere è difficile andare d’accordo con tutti e non è come fuori che puoi andare da un’altra parte.

 

20/08/2017

Tutte le mattine alle sei e mezza quando esco dal carcere telefono alla mia compagna per darle il buongiorno.

E ancora non mi sembra vero che posso sentire la sua voce tutte le volte che voglio e non una volta alla settimana e solo per soli dieci minuti, come quando si è in carcere.

 

21/08/2017

Pian piano mi sto abituando a questo nuovo mondo che ho trovato dopo un quarto di secolo e sto dimenticando quello che ho acquisito in anni ed anni di carcere, ma ho sempre una paura maledetta di non farcela a diventare una persona normale.

 

22/08/2017

In prigione non c’è mai una via di mezzo: o fa freddo o fa caldo.

L’estate volge al termine e, a dire il vero, sono contento per i detenuti, perché si dice che in galera si sta al fresco, ma non è affatto vero.

In carcere, forse per colpa del ferro e del cemento, si soffre di più il caldo e non c’è mai un alito di vento.

 

23/08/2017

Il caldo in carcere continua a fare incazzare i prigionieri e un mio compagno mi ha scritto:

Ciao Carmelo, qui continua la calma piatta più totale e un caldo disumano contribuisce alla stasi. Neanche cucina più nessuno, l’idea di accendere il fornello ci terrorizza, già la notte sto incominciando a dormire in terra e chi se ne frega degli scarafaggi. Tutta colpa di queste dannate bocche di lupo in plexiglass, sembra di stare in una serra. Per assurdo all’aria fa più fresco anche in pieno sole, infatti ormai alla fine ci ritroviamo un po’ tutti a sonnecchiare ed a cercare di assorbire il fresco del cemento negli angoli più bui…

 

24/08/2017

Oggi mentre svolgevo, con soddisfazione, la mia attività di volontariato nella struttura della Comunità Papa Giovanni XXIII, accudendo un ragazzino disabile, ho sentito alla radio una nota canzone di Fabrizio De André, con questa bella frase: “Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori”. E ho pensato che forse anche nelle persone cattive come me può nascere qualcosa di buono.

 

25/08/2017

Ho letto queste parole di Gherardo Colombo, ex PM di “Mani pulite”, che mi hanno molto colpito, perché lui di persone, a suo tempo, deve averne sbattute in cercere n bel po’:

Se vogliamo educare al bene, per farlo dobbiamo utilizzare il bene. La vendetta non può bastare. Eppure, il nostro sistema penale fa proprio questo. E stop. Garantisce nel migliore dei casi un risarcimento economico. Ma così il dolore della vittima, con il quale solidarizza il nostro senso di giustizia, non incontrerà mai il dolore del colpevole, anch'egli oggetto del nostro senso di giustizia ("deve pagare"). In questo modo crediamo di "fare giustizia", invece scaviamo un solco. Creiamo nuove lacerazioni. E aumentiamo la recidiva. Fino a un certo punto della mia vita sono stato convinto che il carcere fosse educativo. Poi ha cambiato idea. Se vogliamo educare al bene, per farlo dobbiamo utilizzare il bene.”

 

26/08/2017

Le giornate si sono accorciate e adesso la sera quando rientro in carcere è già buio.

E ieri sera, quando ho guardato il cielo prima di varcare la porta, ho pensato che la luna è bellissima vista da fuori delle mura di una prigione.

 

27/08/2017

Al mattino quando esco dal carcere sono sempre di buon umore, alla sera un po’ meno.

La barista del bar di fronte alla prigione, dove prendo il caffè, se n’è accorta.

E ieri sera mi ha fatto sorridere quando me l’ha detto.

 

28/08/2017

Commentando le belle parole dell’ex giudice Gherando Colombo, in un articolo ho scritto queste riflessioni: Credo che chi commette dei reati vada fermato, ma una volta in carcere la pena dovrebbe solo fare “male” per farti diventare buono. In realtà, invece, il carcere in Italia fa male solo per farti diventare più cattivo di quando sei entrato. Penso che solo il bene sia un deterrente contro il male.

 

29/08/2017

Questa mattina all’uscita del carcere ho incontrato un detenuto che conoscevo da anni e che proprio oggi ha finito di scontare la sua pena. Ho pensato che dopo tanti anni di carcere gli ci vorrà tanto tempo per adattarsi a una vita normale.

Gli ho fatto coraggio come se stesse andando in guerra, perché non gli sarà facile riuscire a non tornare dentro.

30/08/2017

Oggi ho letto: “Poche migliaia di esseri viventi detengono nelle proprie mani una fortuna pari a quanto possiede nella sua totalità il resto dell’Umanità” e mi sono posto la domanda: “ Ma perché non li arrestano questi signori?” Per avere tanto chissà quanto hanno rubato e se non hanno rubato non è comunque giusto che abbiano così tanto.

 

31/08/2017

Oggi è l’ultimo giorno di agosto e ho pensato che ho trascorso un altro mese di libertà (o, meglio, semilibertà). Dentro la mia vita, più che trascorrere, scorreva, invece fuori è una vita piena.

 

 

 

 

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