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Cosa succede se Assange lascia l’ambasciata dell’Ecuador

So long. Ieri Julian Assange ha "festeggiato" il suo secondo anno di vita all'interno dell'ambasciata dell'Ecuador a Londra. Lo ha fatto con una conferenza stampa/videoconferenza, insieme al Ministro degli esteri ecuadoregno, Ricardo Patino, in collegamento da Quito. «Sarebbe sciocco lasciare il mio status di richiedente asilo», ha detto il fondatore di WikiLeaks, in quanto «stare qui è diverso dall'essere in un carcere vero».
 
Julian Assange ha chiesto asilo allo stato sudamericano esattamente ventiquattro mesi fa, per evitare l'estradizione verso la Svezia, dove è accusato di stupro e molestie sessuali; ma anche e soprattutto per evitare di subire una rendition verso gli Stati Uniti, dove rischia un processo per spionaggio. Processo che potrebbe costargli l'ergastolo, se non addirittura la pena di morte (oltre che lo stesso trattamento subito da Bradley/Chelsea Manning). La prescrizione per il reato per il quale è accusato, in Svezia, scadrà nel 2020; se la situazione non dovesse cambiare, l'hacker australiano rischia di dover passare altri 6 anni nell'ex bagno delle donne dell'ambasciata dell'Ecuador - ora riattrezzata ad "Assange Room" - nel quartiere di Kensington, a Londra
 
LEGGI ANCHE: L'INTERVISTA ESCLUSIVA DI AGORAVOX A JULIAN ASSANGE
 
Assange lavora circa 17 ore al giorno. Scrive, legge, twitta e gestisce le attività di WikiLeaks, che ha appena inaugurato una nuova campagna di pubblicazione di documenti riservati. Nel tempo libero guarda film (sorpattutto thriller politici) e serie tv. Ha anche seguito qualche partita dei mondiali (tifa Ecuador). Il regista Ken Loach gli ha regalato un tapis roulant per tenersi in esercizio, e il suo personal trainer è un ex membro delle forze speciali britanniche in congedo, divenuto a sua volta whistleblower. Appesa ad un muro della sua stanza, una foto di Edward Snowden con la scritta "hope" in maiuscolo, come nei manifesti presidenziali di Obama
 
Ma cosa succederebbe se Assange decidesse di uscire dall'ambasciata?
 
Lo ha spiegato Russia Today in una video-infografica.
 

 
Se decidesse di fare una passeggiata fuori (Assange non cammina all'aria aperta da 2 anni, un trattamento che neppure i peggiori criminali al mondo sono costretti a subire), verrebbe immediatamente arrestato ed estradato probabilmente negli Stati Uniti, prima ancora che in Svezia. 
 
E se cercasse di raggiungere direttamente l'Ecuador, magari con un auto diplomatica? Stessa sorte. Lo scorso 3 luglio le autorità di diversi paesi europei (su mandato USA) hanno costretto l'aereo del presidente boliviano Evo Morales ad atterrare a Vienna: sospettavano che a bordo si trovasse Edward Snowden. Non è difficile immaginare che un aereo con a bordo Assange subirebbe lo stesso trattamento. 
 
Nessuno scampo neppure per l'ipotesi "valigia diplomatica", prospettiva ventilata l'anno scorso. 
 
Attualmente sono circa una cinquantina, i poliziotti di Scotland Yard impegnati giorno e notte nella sorveglianza dell'ambasciata, in attesa che Assange faccia un passo falso. Un controllo che costa 11mila sterline (quasi 14mila euro) al giorno. 4 milioni di sterline (5 milioni di euro) all'anno. Soldi dei contribuenti, ovviamente. Ben spesi? Le autorità britanniche sono convinte di sì. Qualsiasi cosa, pur di assicurare un "pericoloso terrorista" alla giustizia. 

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