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Cosa cambia per chi perde il lavoro

Nuove regole con NASpI, l’indennità di disoccupazione in vigore dal primo maggio 2015

Il cambio del nome potevano risparmiarcelo. In principio era “Indennità di disoccupazione”, espressione burocratica ma comprensibile, poi trasformata nell’orribile acronimo ASpI (Assicurazione Sociale per l’Impiego). Dal 1° maggio 2015 ASpI si è trasformata in NASpI (Nuova prestazione di Assicurazione Sociale per l’Impiego).

Dunque chi ha perso il lavoro dal 1° maggio 2015 può richiedere la NASpI, un contributo in denaro a sostegno del reddito. Cominciamo a dire che la NASpI non è per tutti. Possono richiederla i lavoratori subordinati, compresi apprendisti, soci lavoratori di cooperative e personale artistico, che hanno perso involontariamente il lavoro.

La NASpI riguarda solo il lavoro subordinato. Non può essere richiesta da lavoratori autonomi o titolari d’impresa. Per il 2015 è prevista per i collaboratori coordinati e continuativi compresi quelli a progetto, una specifica forma di tutela in caso di perdita del lavoro chiamata DIS-COLL.

Torniamo alla NASpI: innanzitutto attenzione alle dimissioni volontarie e alle risoluzioni consensuali del rapporto di lavoro. Se la scelta di lasciare il lavoro è vostra non avete diritto a nessun sussidio. Questa è la regola generale, anche se esistono alcune eccezioni (dimissioni per giusta causa o nel periodo tutelato di maternità, per esempio).

Rispetto al passato i requisiti per richiedere l’indennità sono stati ampliati e resi più elastici: bastano 13 settimane di contribuzione nei 4 anni precedenti la fine del rapporto di lavoro e 30 giorni di lavoro effettivo negli ultimi dodici mesi precedenti il periodo di disoccupazione. La durata dell’indennità sarà pari alla metà delle settimane di contribuzione. Se quindi ho lavorato in modo continuativo negli ultimi 4 anni, la NASpl potrà arrivare fino a 2 anni. Dal 2017 però il periodo massimo indennizzabile sarà di 18 mesi.

L’importo dell’assegno è legato allo stipendio del lavoratore e scaturisce da un complesso calcolo effettuato dall’Inps sulla base delle retribuzioni degli ultimi 4 anni. Indicativamente possiamo aspettarci circa il 75% della nostra ultima retribuzione lorda, fermo restando che in nessun caso l'indennità potrà superare i 1300 euro mensili.

Dopo 3 mesi l'importo dell’assegno comincia a calare. Viene ridotto del 3% ogni mese fino al termine del periodo spettante.

Potete richiedere la NASpI a partire dal giorno successivo al termine del contratto fino a 68 giorni dopo. Il termine è tassativo, se lo superate la vostra domanda sarà respinta e non riceverete nessun sussidio.

La procedura prevede l’iscrizione al Centro impiego di competenza in base al proprio domicilio e quindi la richiesta di NASpI all’Inps. In realtà è possibile richiedere la NASpI anche senza il passaggio al Centro Impiego effettuando la DID (Altro acronimo per "Dichiarazione di Immediata Disponibilità") direttamente in sede di presentazione della domanda di NASpI.

Inutile presentarsi agli sportelli Inps. La richiesta di NASpI può essere effettuata solo per via telematica. Potete accedere al sito www.inps.it ed inviare la domanda, ricorrere all’aiuto di un patronato sindacale, tenuto a fornirci assistenza gratuita, o utilizzare il contact center al n. 803 164 (da fisso) o 06 164 164 (da mobile).

Trovate ulteriori informazioni sul sito www.inps.it e consultando la circolare Inps n. 94 del 12-05-2015.

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