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Contribuire al restauro della Concattedrale di Taranto?

Domenica 8 febbraio, trovandomi a Taranto in visita ad alcuni parenti, ho deciso di andare ad ascoltare la Messa nella Concattedrale della città, che in precedenza avevo avuto occasione di visionare una sola volta, circa trenta anni fa. Soddisfatto appieno per ciò che riguarda l’espletamento della pratica religiosa, sono, al contrario, rimasto rammaricato di fronte alle condizioni materiali, allo stato di conservazione in cui versa l’importante monumento, vero e proprio gioiello dell’architettura moderna, costruito nel 1970 su progetto di Giò Ponti. Difatti, la facciata esterna presenta una serie di deterioramenti con cadute di sacche dell’intonaco e/ o della tinteggiatura, l’artistico portone centrale d’ingresso è letteralmente coperto da scritte e cuoricini; quanto all’interno, nella “chiesa” maggiore a piano terra, lo stesso soffitto appare diffusamente annerito o affumicato e mostra diverse cicatrici.
 
Per non parlare dello stato fatiscente, nello spazio antistante all’edificio, dei tre grandi piani a terrazzamenti, già sbalzi di una spettacolare cascata d’acqua artificiale illuminata di sera, gradoni arricchiti lungo l’intero perimetro da un’ottantina di grandi fioriere in cemento che, allo stato, accolgono purtroppo unicamente erbacce.
 
Mi rendo conto che mantenere in buona forma un’opera così imponente non è per niente facile e comporta, anzi, investimenti di rilievo. Ad ogni modo, la prestigiosa concattedrale del capoluogo jonico, bene di tutti, non può restare così, anche perché, col passare del tempo, il degrado diventa vieppiù pesante.
 
E’ purtroppo risaputo che risorse in giro, nelle pubbliche amministrazioni e, forse, anche negli stessi ambienti della Chiesa, non ne esistono in quantità, però, dato il particolare fine, non si potrebbe, intanto e poco a poco, dare una mano con qualche iniziativa volontaria e popolare?
 
Ad esempio, vorrei suggerire che gli abitanti tarantini e insieme con loro tutti i pugliesi (ben 4 milioni di persone) e, ovviamente, tutti i connazionali che desiderano farlo, devolvessero, per un mese, 1 euro di ciascuna ricarica telefonica a favore delle opere di restauro del monumento di che trattasi.
 

 
 

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