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Contraccezione: fallo a ragion veduta!

Prima l’aberrante Fertiliy Day del Ministero della Salute guidato da Beatrice Lorenzin. Poi gli Stati generali della natalità, con Draghi e Bergoglio a dire alle donne cosa fare delle loro vite (ossia che devono riprodursi). Infine il neonato Ministero per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità affidato a Eugenia Roccella.

Con questi chiari di luna come Gruppo Giovani dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti ci siamo detti che era il caso di lanciare Contraccezione: fallo a ragion veduta! un progetto di indagine sulla contraccezione, le conoscenze sul tema e le modalità di accesso ad essa da parte della popolazione in Italia anche in funzione della gratuità del servizio già prevista in alcune Regioni italiane.

Per indagare sul tema, oltre a un’inchiesta preliminare, abbiamo realizzato un questionario, i cui dati rilevati in forma anonima verranno utilizzati per la stesura di un dossier volto all’approfondimento della conoscenza delle pratiche contraccettive, il loro utilizzo e, soprattutto, l’accessibilità delle stesse.

Crediamo infatti che solo con la conoscenza e la consapevolezza delle pratiche contraccettive e un ampio accesso ad esse sia possibile favorire la pratica di una sessualità libera, protetta e priva di discriminazioni sociali, economiche e sessuali.

Focus dell’indagine è principalmente la fascia d’età 14-25, ma il sondaggio si rivolge anche agli under 45, in virtù della prevista gratuità per gli utenti provvisti di codice di esenzione. Lo scopo del questionario è anche quello di raccogliere dati sulla conoscenza da parte dei destinatari di questo diritto e sulle iniziative delle Aziende sanitarie regionali esistenti per renderlo fattivo.

Le Regioni italiane che hanno in varia misura recepito la legge 405/75 che, tra le altre cose, impone la gratuità del servizio, sono sei: Puglia, Emilia Romagna, Piemonte, Toscana, Lombardia e Marche. Tuttavia la nostra inchiesta preliminare, svolta telefonicamente contattando un rappresentativo numero di consultori sul territorio italiano, testimonia che anche in alcune di queste Regioni “virtuose” la qualità del servizio è piuttosto scadente.

In Lombardia, nonostante l’approvazione in Consiglio Regionale di un ordine del giorno vincolante in materia di contraccezione, sembra mancare una delibera della Giunta. La nostra inchiesta ha evidenziato come i consultori lombardi agiscano in ordine sparso e non siano spesso nemmeno in grado di dare risposte all’utenza. Nei casi più gravi, gli operatori a cui ci siamo rivolti telefonicamente non erano neppure a conoscenza delle normative in merito.

Tra le Regioni “virtuose” l’indagine ha individuato nella Puglia un esempio da seguire, infatti tutti i consultori contattati sono stati disponibili nell’offrire le informazioni necessarie e garantiscono tutti il libero accesso alle prestazioni richieste. Tuttavia nella provincia di Taranto, a causa della carenza di ginecologi, risulta compromessa la completa accessibilità del servizio.

In Emilia Romagna alcuni consultori disattendono l’applicazione della direttiva regionale e per altri l’attività di call center è attiva solamente per un’ora al giorno, il che risulta insufficiente nel garantire un servizio efficiente.

Nel processo di sviluppo del questionario ci siamo avvalsi dell’esperienza personale e professionale dei soci, in particolare della dottoressa Sara Cusato, psicoterapeuta e sessuologa.

Il questionario, pubblicato oggi, può essere compilato al link: https://forms.gle/i5SgRkR4qrj3k3Sy9

Esso si compone di 4 sezioni, con domande mirate in base al profilo di genere, età e abitudini indicati. Il tempo di compilazione è di circa 2 minuti ed è in forma anonima.

Ringraziamo chiunque voglia dedicare il proprio tempo alla compilazione del questionario e alla sua diffusione ai propri contatti, al fine di ampliare il bacino d’indagine e raccogliere i dati necessari allo sviluppo del progetto.

Uaar Giovani

 

Questo articolo è stato pubblicato qui

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