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Come la ‘ndrangheta sfrutta i droni

Alcune settimane fa con l’intervento dUmberto Sacconeex capo della Security di Eni, abbiamo voluto avviare un dibattito sul tema della sicurezza nell’Italia contemporanea. 

di 

 

Oggi offriamo un’analisi a cura della società Drone Urban Security sui rischi legati all’utilizzo improprio dei droni. Con l’interessante caso di studi dello sfruttamento dei droni ad opera della più pericolosa delle mafie italiane, la ‘ndrangheta.

Contro Sorveglianza attiva: cosi viene chiamata nel campo dell’ Intelligence: chi doveva spiare per fare una valutazione della situazione, alla fine è stato lui ad essere monitorato costantemente. I loro utilizzatori potevano controllare ogni singola mossa tramite le dirette live o tramite i canali YouTube o social.

La versatilità, la reperibilità, nonché la facilità d’impiego, rendono i Droni una tecnologia particolarmente adatta ad azioni criminali. Oggi con poche centinaia di euro è possibile acquistare un Drone in maniera totalmente anonima. Si tratta, innanzitutto, di dispositivi di facile reperibilità, spesso destinati ad uso ludico, e oggigiorno, la difficile tracciabilità degli acquisti online, nonché la capillare presenza in rete di manuali d’istruzione per la fabbricazione rudimentale di Droni a partire da componenti elettroniche di riciclo, (anche con l’ausilio della stampa 3D), rende tale tecnologia disponibile a gruppi o singoli di qualunque estrazione criminale.

Purtroppo produrre un Drone dedicato ad attività malevole è relativamente semplice.

I figli dei boss si aggiornano e scoprono che attraverso Internet si possono fare acquisti che potrebbero condurre, con un poco di fortuna, a sicuri futuri guadagni milionari. Ed è proprio a questo scopo che sempre più cosche criminali impiegano i Droni. Non solo. In diverse occasioni sono usati per sorvegliare a distanza i possibili bersagli, i loro punti deboli e le routines.

Da organizzazione criminale globalizzata, la ‘ndrangheta è divenuta un «brand», un marchio, che vede nell’adattabilità e nell’affidabilità i motivi principali del suo successo. Una holding del crimine che vive protetta, quasi rinserrata nei legami di sangue, ma che è riuscita anche a cogliere in anticipo su governi e grandi corporation multinazionali il trend della globalizzazione. High tech e lupara.”- dice il Procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri nella “La Malapianta, La mia lotta contro la ‘ndrangheta” di © Mondadori, 2010 – Selezione Aforismario (con Antonio Nicaso).

Un giorno di metà luglio del 2015, “Cico”, un affiliato dell’ndrangheta, venne arrestato perché sorpreso tra le piantine di canapa. E quello che era all’epoca il suo “datore di lavoro” aveva mostrato in diretta quell’arresto al fratello Sandro, poi deceduto. La scena la guardarono insieme grazie alle immagini live trasmesse da un drone, il Drone di Emanuele Mancuso.

Le forze dell’ordine sapevano che il rampollo che dal giugno 2018 è diventato il primo, storico pentito del casato di ‘ndrangheta di Limbadi e Nicotera, era solito usare quegli “aggeggi tecnologici”, i Droni.

E qualche mese prima, nel febbraio 2018, che gli uomini dell’Arma, impegnati nel contrasto dei furti, durante un’operazione a Nicotera, si sono trovati di fronte ad un Drone, giunto improvvisamente in volo sopra i militari. Il velivolo ha dapprima ha sorvolato le zone dove i militari erano impiegati e poi, per motivi x (in fase di ricostruzione), ha dato vita a diverse manovre repentine arrivando in picchiata sui presenti e costringendo i militari ad abbatterlo, per fortuna senza conseguenze sia per i militari che per i civili presenti. Il velivolo, infine, è stato sottoposto a sequestro e messo a disposizione dell’autorità giudiziaria per quanto d’interesse. Ripreso poi il normale svolgimento del controllo, i militari si sono poi ritrovati di fronte un arsenale di armi e ad arrestare un 44enne del luogo.

Dall’inchiesta “Giardini segreti” che ha colpito una rete dedita a un vasto traffico di marijuana coltivata nel Vibonese e smerciata all’ingrosso anche in Lazio e in Puglia – emerge come il collaboratore di giustizia 30enne, Emanuele Mancuso, figlio del boss Pantaleone, detto l’Ingegnere, avesse una competenza non comune nella produzione di stupefacenti: i semi di canapa acquistati online, circa 26 mila per piantarli sui terreni di famiglia e, nell’attesa che diventassero rigogliose piante di marijuana, si godeva la loro crescita attraverso le immagini e le dirette live del Drone che controllava, attraverso una telecamera, anche durante le fasi dell’irrigazione monitorando i sui “sudditi”.

Il ritrovamento più recente è dei militari dell’Arma delle stazioni di Nicotera e Nicotera Marina, sempre nell’ambito di servizi volti alla ricerca di sostanze stupefacenti. In un casolare abbandonato della contrada Borgo c’erano un sacchetto con 30 grammi di marijuana, un giubbotto antiproiettile e un Drone. Questo rappresenta, per i Carabinieri, l’ulteriore prova della centralità del borgo di Nicotera nella relativa facilità con cui può essere sorvegliata, anche e soprattutto con strumenti sofisticati e tecnologici, come appunto con i Droni.

Ma cosa possiamo aspettarci dal futuro considerando un crescente know-how e una maggiore dimestichezza nell’uso di questi mezzi, nonché i miglioramenti tecnologici che li renderanno più efficienti (maggiore autonomia, portata di carico, raggio d’azione, controllo simultaneo di più veicoli, ecc.)?

Lo studio delle criticità e quindi delle minacce derivanti dall’utilizzo dei Droni è di fondamentale importanza per un’approfondita analisi dei “Sistemi di Sicurezza” da sviluppare a riguardo.

Nonostante, ad oggi, gli episodi di reale pericolo derivanti dall’ intrusione di Droni abbiano riguardato un numero estremamente esiguo di casi, è lecito pensare che, nel breve-medio periodo, contrastare tale tipologia di minaccia diventerà un’esigenza prioritaria.

Al fine di fornire una risposta efficace a garantire la sicurezza di tutti i cittadini, prerogativa del Drones Urban Security, risulta indispensabile favorire la creazione di sinergie tra gli apparati di sicurezza pubblica e privata e il mondo delle aziende, attraverso la regia delle istituzioni nazionali.

Foto: Pixabay

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