• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Ambiente > Coltivare Orchidee in Europa? Si può.

Coltivare Orchidee in Europa? Si può.

Anche l’Europa è popolata da questo stupefacente fiore, l’orchidea, che in alcune zone prospera così bene da spingersi a nascere ai lati delle strade asfaltate e sulla soglia delle case di campagna. Poche persone sanno riconoscerle e si accorgono della loro presenza, eppure ci sono appassionati che dedicano a loro grandi energie, ed insensibili al fascino delle specie straniere, trascorrono ore carponi sui prati al fine di osservare, studiare ed ammirare quelle che realmente sono le “nostre” orchidee. Certamente esse si presentano in modo diverso dalle appariscenti e vistose specie esotiche, caratteristica inequivocabile, la loro bellezza. Viceversa le specie nostrane sono di dimensioni più piccole, tanto che spesso appaiono agli occhi della gente come specie invisibili, si mimetizzano negli spazi verdi. Conoscerle è d’obbligo poiché si apre uno dei capitoli più interessanti della natura, del suo mondo, ai più sconosciuto, ma ricco di immagini e colori. Tutta l’Europa dall’area mediterranea sino alla Scandinavia, pullula di orchidee. Un posto in primo piano merita l’Italia, paese che per la sua configurazione geografica, per le differenze di clima, le altitudini, e l’aspetto fisico così eterogeneo da Nord a Sud, è particolarmente ricco di orchidee spontanee, distinte in oltre cento specie, raggruppate in una trentina di generi diversi.

Anche se le nostre orchidee non hanno una preferenza specifica di territorio, esse amano soprattutto i prati, sia in pianura che in collina, dove predomina la bassa vegetazione. Gli animali che pascolano non alterano la loro presenza, mentre l’intervento dell’uomo risulta dannoso e pericoloso. Le concimazioni chimiche apportano sali minerali che modificano l’equilibrio del suolo, se a questo aggiungiamo l’azione nociva dei diserbanti usati nei campi, si può capire facilmente perché dovranno poi trascorrere decenni prima che le nostre orchidee ritrovino il loro habitat naturale.

Senza i fiori, assomiglino a comuni graminacee che compongono il tappeto erboso. Alla pari delle altre piante colorate, anche le orchidee europee giunte in prossimità dell’inverno, perdono le foglie che si seccano e muoiono.

Rispunteranno alla prossima primavera, per rimanere sulla pianta solo per un arco di una stagione di vita. I due generi più famosi, quello delle Orchis e delle Ophrys, hanno un apparato radicale “curioso” composto da due tuberi arrotondati che a colpo d’occhio vengono paragonati alle analoghe “appendici maschili” già notato dall’antichità. Non tutti i generi hanno però lo stesso apparato radicale, assumono conformazioni diverse e strane, elemento che ha fatto nascere nel corso dei secoli svariate leggende. I tuberi fungono da serbatoio come sostanze nutritive di riserva, quello più grande, serve la pianta durante la stagione presente, mentre l’altro ha svolto il proprio compito nell’anno precedente. Paragonando quindi l’uomo con i suoi “attributi” a l’orchidea viene spontaneo pensare: quanto durerà il suo ciclo fertile di vita?

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares