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Ci sono diversi modi di amare la "propria" terra

V’è chi (per la verità, si tratta di un considerevole numero di persone), al fine di serbar vivo il proprio legame con i luoghi natii - nella circostanza, Puglia, Salento, Lecce – e di imprimer loro, saltuariamente, pennellate di smalto nuovo, avverte il bisogno, per lo meno gradisce, che, di tanto in tanto, arrivi a calarsi sul territorio, arricchendolo e impreziosendo la scansione degli ordinari avvenimenti, qualche evento spettacolare, esercitante, quindi, un forte richiamo.

E’ in siffatta chiave di lettura che va compresa ed accettata la recente esibizione in Piazza S. Oronzo, cuore del capoluogo salentino, del rinomato Cirque du Soleil, seguita, a ruota, dalla replica della già collaudata Notte Bianca.

Non c’è che dire, è giusto che si dia ascolto e adeguato spazio ai gusti e preferenze maggiormente diffusi, possibilmente evitando, però, d’impiegare, in manifestazioni ludiche e/o di mero intrattenimento, eccessive risorse finanziarie riconducili, in ultima analisi, alla collettività intera.
 
Sembra, però, parimenti giusto che altri, come l’estensore delle presenti righe, scelgano di misurare il proprio attaccamento alle radici e la piacevolezza di trovarsi a vivere da queste parti, su dimensioni e con tratti differenti, d’impronta prettamente naturale e tradizionale.

 

Ad esempio, si vuol mettere l’effetto che promana dalle attrattive, pure le più mirabolanti, della modernità, con gli slanci di umano afflato e la presa interiore generati dalle bellissime espressioni di saluto e di approccio “Ciao, signora!” e “Bella mia” che, qui, sgorgano e si diffondono con spirito spontaneo finanche all’indirizzo di interlocutori (soprattutto di interlocutrici) appena approdate nella culla del Barocco?

Come non entusiasmarsi, poi, al cospetto di scenari indiscutibilmente paradisiaci ed unici, del genere di quello, assaporato giusto nel pomeriggio di ieri, sottoforma di un gigantesco, nitido e coloratissimo doppio arcobaleno, poggiato in perfetta semi circonferenza su una sconfinata distesa di argentei ulivi? E, ancora, al cospetto dell’originale acquerello, a pochi chilometri di distanza, animato da una sequenza di bianche vele, dondolanti, quasi a voler sfidare la vivace tramontana, sull’increspata superficie verde azzurra dell’ultimo fazzoletto d’Adriatico?
 
Roba da visionari che si lasciano vincere e sciogliere da miraggi fantastici? Così non è, per fortuna; l’attaccamento, l’affetto e il gusto verso la propria terra si possono sublimare anche attraverso siffatte “carinerie” relazionali e/o particolari scorci d’impatto visivo sull’ambiente.
 

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