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Chiesa anglicana: “Sì a vescovi gay, ma celibi e casti”

La Chiesa anglicana ammetterà la possibità di ordinare vescovi omosessuali, ma a patto rimangano celibi. In sostanza, si chiede come requisito al sacerdote anglicano la castità con un eventuale partner, anche se i due fossero legati da civil partnership, poiché di regola i membri del clero anglicano non possono avere relazioni sessuali al di fuori del matrimonio.

Con un documento intitolato Choosing Bishops – The Equality Act 2010, diffuso lunedì in vista del sinodo generale della Chiesa anglicana di luglio, si punta quindi a rivedere le linee guida della confessione in tema di omosessualità. Questo per adeguarsi all’Equality Act votato dal Parlamento inglese ed entrato in vigore in aprile, che vieta le discriminazioni per motivi di orientamento sessuale sul posto di lavoro.

Nel documento si legge che “l’orientamento sessuale di una persona è in sé irrilevante al fine di stabilire la sua idoneità ad un incarico episcopale o alla sua ordinazione”. Ma si precisa comunque che la Chiesa può impedire una nomina se “dovesse causare divisione e mancanza di unità nella diocesi”. Infatti “un numero consistente di angicani, sulla base di forti convinzioni religiose, crede che un leader cristiano non dovrebbe unirsi in civil partnership”, continua il testo approvato. “Anche se rimane celibe”, si precisa, “perché ciò comporta il formare un legame esclusivo, che dura tutta la vita, con un’altra persona dello stesso sesso”.

Valentino Salvatore

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