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Che cos’è la democrazia?

A veder quanti illustri dotti trattano in continuazione di democrazia ci si aspetterebbe di avere una visione nitida di cosa essa sia, per quale ragione convenga e come possa venir realizzata. Al contrario più ascoltiamo i baroni della cultura meno riusciamo ad ottenere una percezione chiarificatrice. Ed allora, seguendo il vecchio detto: "Chi fa da sé fa per tre", cerchiamo di venirne a capo da soli, noi semplici cittadini qualsiasi.

Ricordate i primi computer domestici, coi vecchi schermi in bianco e nero, che offrivano una così ridotta risoluzione dell'immagine che le curve apparivano seghettate ed una pallina veniva raffigurata con un quadratino? Il numero dei pixel, dei puntini costituenti l'immagine, era così ridotto che la figura sullo schermo era molto approssimata e diversa da ciò che intendeva rappresentare. Al contrario oggi disponiamo di schermi con un numero di pixel così elevato da quasi non scorgere più differenza tra l'immagine riportata e l'oggetto concreto della realtà.

La tecnologia si è evoluta enormemente. Al contrario la società è rimasta ancorata ad un'epoca perfino precedente i primi schermi in bianco e nero. A comporre il quadro sociale non sono infatti i 60.000.000 di pixel, di singoli cittadini italiani, il cui personale punto di vista è indispensabile per ottenere una immagine fedele della realtà delle cose. Sono invece pochi vecchi blocchi compatti, costituiti da partiti ed altre associazioni politiche, da cricche e potentati economici, ad abbozzare un quadro che non raffigura affatto la composita realtà sociale.

Invece di evolvere, permettendo ai cittadini di partecipare alla vita della Res Publica, facendo quindi sì che le buone idee possano emergere agevolmente ed il vero più pregno affermarsi, la nostra è ancora una società basata sui rapporti di forza tra i vari monoliti associativi. Sono infatti le sole versioni ufficiali fornite dai rappresentanti del popolo, che del popolo però non son più parte da tempo, a trovare spazio. Ad affermarsi son solo verità svuotate dei contenuti più importanti. Ciò non è semplicemente un'ingiustizia ma soprattutto un grosso guaio. Una rozza società, costruita a blocchi chiusi, non ha coscienza di cosa precisamente accada e non può quindi offrire una pronta risposta opportuna. Una società antipartecipativa, antidemocratica appunto, è destinata a vivere male ed a perire peggio. Al contrario una società inclusiva, democratica, avrà sempre il comportamento più funzionale, superando agevolmente ogni brutto scherzo che il destino volesse riservarle.

Come si realizza dunque una società democratica? Innanzitutto prendendo coscienza che non si tratta di una mera questione di consultazione popolare. Il quadro sociale offerto da una politica a blocchi è rozzo e distorto e la consultazione popolare, pilotata da queste concrezioni di potere, serve solo a perpetuare l'indegno sistema. Occorre invece renderci conto di quanto sia importante rimuovere l'uso di assegnare a vita i ruoli della Funzione Pubblica. E' proprio la nera muraglia eretta in epoca antidemocratica a difesa del potere tirannico, son proprio i tre milioni e più di inamovibili mattoni statali, a tenere bloccata la cultura e quindi pure i sistemi economici e politici. Rimuovendo gli statali, permettendo quindi a cittadini preparati e desiderosi di prestare servizio di alternarsi nella gestione della loro Res Publica, la cultura riprenderà il suo percorso evolutivo e noi tutti potremo progredire al pari di essa.

- Democrazia è dunque, come afferma la nostra Carta Costitutiva, "... il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese ...".


- Democrazia conviene perché procura visioni chiare e conseguenti risposte efficaci.

- Democrazia si completa abbattendo il blocco politico alla base di ogni altro: la Funzione Pubblica assegnata a vita ad una minoranza della popolazione che, acriticamente fidelizzata al potere, si schiera sempre contro il resto del popolo.

La democrazia non si realizza coi soli voti. Il processo democratico parte col voto ma si completa e mantiene con la potenziale partecipazione di ognuno alla Vita Pubblica, così come vuol nostra Costituzione. Quando la partecipazione è pienamente realizzata il voto diviene anzi inutile. Perché a quel punto tutti avranno coscienza di tutto, la scuola e l'informazione pubbliche non serviranno più ad occultare ciò che più conta bensì ad aprire gli occhi ad ognuno ed attivare ogni altro senso. E non sarà dunque più rilevante chi salirà al potere.

Proprio così diverremo
come tanti pixel capaci e liberi
di comporre la più bella immagine
che insieme avremo saputo concepire.

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